1° giugno
Lord Cork and Orrey,L'ammiraglio
britannico comandante la forza combinata
alleata in Norvegia, comunica
a re Haakon che le sue truppe sono
costrette a ritirarsi: si conviene per
un rinvio dell’operazione di 24 ore.
L’artiglieria tedesca sottopone a
un intenso fuoco il litorale di Dunkerque mentre la Luftwaffe lancia
l’attacco più violento dall’inizio dell’operazione: in poche ore vengono
affondati un cacciatorpediniere francese e tre inglesi, assieme a due navi
traghetto, un dragamine e una cannoniera.
La linea di difesa inglese viene sfondata a Bergues,
a pochi chilometri da Dunkerque, il che rende
necessario un ulteriore ripiegamento
delle retroguardie verso la costa. In
conseguenza dell’offensiva tedesca,
verso sera l’Ammiragliato britannico ordina la sospensione temporanea
delle operazioni di imbarco per l’Inghilterra.
Ben 64.229 sono comunque gli uomini
che riescono a imbarcarsi dalle spiagge di Dunkerque
prima della sospensione delle operazioni.
Hitler chiede a Mussolini di spostare di qualche giorno
la data dell’intervento italiano nel conflitto già
fissata dal Duce per il 5 giugno. Dal
canto suo Mussolini risponde all’ultimo messaggio di Roosevelt del 31
maggio dichiarando di non poter
accogliere l’invito del presidente
americano a non entrare nel conflitto.
2 giugno
Aderendo alla richiesta di Hitler,
Mussolini sposta alla mezzanotte del
10 giugno il momento dell’intervento
dell’Italia nel conflitto.
Nella notte si conclude l’operazione“Dynamo”: lasciano il suolo
francese gli ultimi 4000 soldati inglesi.
3 giugno
I tedeschi effettuano lo sforzo decisivo contro il perimetro difensivo
di Dunkerque: la retroguardia francese è costretta a ripiegare su una
linea che dista poco più di 3 km
dalla base del molo est di Dunkerque.
4 giugno
Alle ore 3,40 lascia Dunkerque il
cacciatorpediniere Shikari, l’ultima
nave con truppe francesi evacuate da
Dunkerque. All’alba i tedeschi arrivano sul litorale.
Dal 27 maggio alle prime ore del
4 giugno hanno lasciato la Francia
338.226 uomini, di cui circa 120.000
francesi. L’operazione è stata diretta
dal comandante del dipartimento
di Dover, l’ammiraglio sir Bertrani
Home Ramsey, il quale ha mobilitalo tutte le imbarcazioni disponibili,
compresi i panfili privati, grandi o
piccoli: cosi contro i soli 7669 uomini
imbarcati il primo giorno dell’operazione, il 28 vengono posti in
salvo 17.804 soldati del BEF, il 29
ben 47.310, tra il 30 e il 31 maggio
addirittura 120.927, 64.229 nella sola giornata
del 1° giugno, e altri 54
mila fino alla notte tra il 3 e il 4 giugno.
Complessivamente nel grandioso e
disperato salvataggio sono andate perdute circa 200 imbarcazioni tra
grandi, medie e piccole, 177 aerei, il
40% dei quali bombardieri, contro
i circa 140 della Luftwaffe. Seguendo il giusto principio militare che
prima si salvano gli uomini e poi, se
possibile, gli armamenti e i mezzi di
trasporto, gli inglesi hanno abbandonato
sul suolo francese 2000 cannoni,
60.000 automezzi, 76.000 tonnellate
di munizioni, 600.000 tonnellate di
carburante e di rifornimenti.L’inghilterra è rimasta
praticamente disarmata: terminata l’evacuazione di Dunkerque sul suolo
metropolitano sono disponibili soltanto 500 pezzi di artiglieria,
compresi quelli prelevati dai musei.
Parlando alla Camera dei Comuni,il premier Winston Churchill
dichiara che l’inghilterra continuerà
a combattere dai territori dell’impero se il paese dovesse mai venire
occupato dai tedeschi.
5 giugno
Inizia la “Battaglia di Francia” con
un violento bombardamento aereo e
di artiglieria pesante sulla linea
della Somme e sull’Aisne, nonché
sulle retrovie delle armate francesi
schierate tra Abbeville e la linea
Maginot. Il comandante in capo dell’esercito francese,
gen. Weygand, rivolge un accorato appello alle sue
divisioni: “Possa il pensiero delle
sofferenze del nostro paese infondere in voi la
ferma risoluzione di resistere.Il destino della nazione e il
futuro dei nostri figli dipendono dalla vostra determinazione”. L’ordine
è di difendere le posizioni a oltranza.
Il gen. De Gaulle viene nominato
sottosegretario di stato alla Guerra.
6 giugno
Il XV corpo corazzato tedesco del
gen. Hermann Hoth sfonda sulla
Somme inferiore tra la costa e
Amiens, dove è schierata la 10à armata francese. Resiste bene invece
tra Amiens e Péronne, agli attacchi
del XIV e del XVI corpo corazzalo di von Kleist,
la 7a armata francese.Più a est la fanteria della 9à
armata tedesca riesce a fare breccia
nello schieramento della 6à armata
francese, ma viene respinta davanti
allo Chemin-des-Dames: i francesi
comunque sono costretti a ritirarsi
sulla riva meridionale dell’Aisne. Dal
canto suo il Panzergruppe di Guderian
(formato da due corpi corazzati, il XXXIX e il XLI) punta
verso sud-est in direzione di Chàlons e
Langres, cioè verso la frontiera svizzera, per giungere alle spalle della
linea Maginot e delle armate francesi schierate a est (precisamente la
3à, la 5à e l’8à).
7 giugno
Re Haakon VII di Norvegia e il suo
governo si imbarcano a Tromsò sull’incrociatore Devonshire diretto a
Londra.
I tedeschi occupano Montdidier,
Noyon e Forges-les-Eaux, 60 km a
sud della Somme e a una quarantina
da Rouen, sulla Senna: giungervi ormai è solo questione di tempo.
8 giugno
La portaerei britannica Glorious e i
due cacciatorpediniere che la scortano vengono affondati al largo di
Narvik dagli incrociatori da battaglia
tedeschi Gneisenau e Scharnhorst.
9 giugno
Le ultime truppe alleate abbandonano il
suolo norvegese: entra in vigore un armistizio
preliminare tra i tedeschi e le autorità militari e
politiche superstiti della Norvegia.
I tedeschi occupano Rouen, Dieppe,
Compiègne, raggiungono la Senna e la Marna:
la battaglia della Somme si è trasformata per i francesi
in una rotta. L’ala occidentale della
10à armata francese, rimasta completamente isolata, ripiega su St.-Valéry
per tentare una ritirata via mare. Intanto le truppe tedesche superano la
Marna. Il comandante in capo delle
forze armate francesi, gen. Weygand,
avverte il presidente del Consiglio
Paul Reynaud che il cedimento definitivo delle linee può avvenire da
un momento all’altro: l’esercito francese è praticamente già in rotta.
Il sottosegretario di stato alla
Guerra gen. De Gaulle compie una
rapida visita a Londra.
10 giugno
I tedeschi attraversano la Senna
mentre l’esercito francese si ritira in
disordine sulla Loira. Il comandante
in capo dell’esercito francese, gen.
Weygand, ammette ufficialmente che
il fronte è stato sfondato. Il governo
francese lascia Parigi per Tours,
mentre lo raggiunge la notizia che
l’Italia sta per dichiarare guerra alla
Francia e all’inghilterra.
Ore 16,30: il ministro degli Esteri
italiano, conte Galeazzo Ciano, riceve a
Palazzo Chigi l’ambasciatore di
Francia cui comunica che “l’Italia si
considera in stato di guerra con la
Francia a partire da domani 11 giugno”.
Ore 16,45: analoga dichiarazione
di guerra viene consegnata dai ministro degli
Esteri italiano all’ambasciatore di Gran Bretagna.
La polemica investe i vertici politico-militari
francesi: il gen. Weygand,
comandante in capo, ritiene che la
disfatta delle sue truppe sia imminente e
manifesta il proposito di arrendersi; il capo
del governo Paul Reynaud pensa invece a una resistenza
estrema in Bretagna.
10-11 giugno
Nella notte aerei italiani decollati
da basi siciliane sganciano il primo
carico di bombe su Malta.
11 giugno
Il capo di Stato Maggiore dell’esercito greco gen. Alexandros Papagos
assicura che il suo governo ha apprezzato
le dichiarazioni di Mussolini e annuncia che la neutralità del
suo paese sarà osservata e difesa
anche con le armi.
L’aviazione italiana compie otto
incursioni su Malta.
Il governatore militare di Parigi,
gen. Hering, annuncia che la città è
stata dichiarata città aperta. La decisione è stata presa dal gen. Weygand
che considera militarmente inutile il
sacrificio di una città circondata a
est e a ovest dal nemico. Dal canto
loro, i tedeschi comunicano per radio che, per riconoscere lo stato di
città aperta della capitale, esigono la
fine di ogni resistenza militare francese a nord della linea
Saint-Ger-main — Versailles — Juvisy — Saint-
Maur — Meaux. La condizione viene
accettata dai francesi: i parigini esultano
alla notizia che la loro città verrà risparmiata.
Prosegue l’avanzata delle armate
germaniche verso la Francia centrale:anche Reims cade in mano alle
forze tedesche.
La situazione dell’esercito francese
è la seguente: delle 30 divisioni ancora esistenti sulla carta,
11 non possiedono più del 50% degli effettivi, 13 sono ridotte al 25%, le altre
non sono che “resti” di divisioni.
Prime schermaglie in Africa:
l’aviazione italiana bombarda Porto
Sudan e Aden mentre quella inglese
effettua incursioni in Eritrea.
12 giugno
Continua a Briare il Consiglio Supremo Interalleato.
In mattinata Guderian attraversa
le alture della Champagne e lancia
il XXXIX corpo corazzato su Chàlons-sur-Marne,
che cade senza opporre alcuna resistenza.
Il gen. Weygand, comandante in
capo dell’esercito francese, firma
l’ordine di ritirata generale. Al Consiglio dei ministri francese che si
tiene presso Tours, lo stesso Weygand,
appoggiato da Pétain, sostiene la necessità
di chiedere l’armistizio: la proposta viene
energicamente respinta dal capo del governo Paul
Reynaud.
Il sommergibile italiano Bagnolini silura,
a sud di Creta, l’incrociatore britannico Calypso.
13 giugno
Il premier inglese Churchill si incontra per
l’ultima volta con il presidente del Consiglio francese Reynaud,
sostenitore della resistenza a oltranza all’invasore tedesco.
Con un messaggio a Roosevelt, Reynaud chiede
l’aiuto degli Stati Uniti.
Dagli Stati Uniti salpa la Eastern
Prince, la prima nave da carico con
armamenti destinati all’Inghilterra.
La Spagna, che in un primo tempo
si era dichiarata neutrale, assume ora
la posizione di non belligerante.
14 giugno
Parigi, dichiarata città aperta, viene
occupata dai tedeschi, dopo una serie di
bombardamenti su obiettivi industriali della banlieue. Dalla torre
Eiffel soldati tedeschi ammainano il
tricolore francese mentre le stazioni
radio già diramano notiziari in lingua tedesca.
Il governo francese si trasferisce da
Tours a Bordeaux.
La 7à armata francese e l’armata
di Parigi ripiegano sulla Loira.
A sud di Saarbrucken, la Maginot
viene sfondata dai soldati del Gruppo di armate C.
Intanto il Comando Supremo tedesco dirama
nuove direttive sull’impiego futuro delle sue
truppe in territorio francese:
in direzione sud-ovest, verso la Loira quindi, si porterà il XIV corpo
corazzato per tagliare la ritirata alle
truppe francesi che ripiegano su Bordeaux;
il XVI corpo corazzato dirigerà a sud-est,
verso Lione e Digione, per agevolare agli italiani
la traversata dei valichi alpini attaccando i difensori francesi alle spalle;
infine Guderian con il XXXIX e il
XLI corpo corazzato punterà verso
est, in direzione dell’altipiano di Langres e
del confine svizzero, per tagliare la ritirata alle armate francesi
che si trovano sulla Maginot.
Truppe spagnole occupano la zona internazionale di Tangeri.
15 giugno
Costretto dagli eventi, è ora il presidente del Consiglio francese Paul
Reynaud a proporre che si chieda
la pace ai tedeschi, ma gli si oppone
proprio il gen. Weygand, fino a qualche giorno
prima strenuo sostenitore dell’armistizio.
Verdun viene conquistata dalle truppe tedesche.
Il presidente americano Roosevelt
risponde al messaggio di Paui Reynaud del 13 giugno sostenendo che
gli Stati Uniti aumenteranno l’invio
di materiale bellico a Francia e Inghilterra, ma che non intendono
scendere in campo.
16 giugno
Durante la seduta del Consiglio dei
ministri francese, il vice-primo ministro Pétain
invoca l’armistizio, minacciando le dimissioni in caso di
rifiuto da parte dei suoi colleghi di
gabinetto. Malgrado gli accordi precedentemente
sottoscritti i governanti francesi si consultano con l’alleato
inglese in vista di probabili trattative
con i tedeschi. Questa la risposta di
Churchill: “A condizione, ed esclusivamente a condizione che la flotta
francese salpi immediatamente alla
volta dei porti britannici durante i
negoziati, il governo di Sua Maestà
dà il suo pieno consenso al governo
francese di procedere alla richiesta
di termini di armistizio per la Francia.
De Gaulle, che si trova a Londra dal
giorno precedente, telefona a Paul
Reynaud proponendogli il testo, già
preparato a Londra di una proposta
di” Unione franco-britannica”, in
sostanza la fusione dei due stati in
uno solo. Personalmente Reynaud è
favorevole al progetto, ma quando lo
sottopone al Consiglio dei ministri
non trova una buona accoglienza.
Reynaud si dimette: Pétain forma subito dopo un nuovo gabinetto e alle
23 incarica il suo ministro degli
Esteri Paul Baudouin di chiedere
l’armistizio a tedeschi e italiani. Alle
24, tramite l’ambasciatore di Spagna
a Parigi, il governo francese presenta
ufficialmente la richiesta di armistizio.
Conquistata Digione, i corpi corazzati di Guderian sono sulla Saòne
puntando quindi direttamente su Besancon e Pontarlier.
La linea Maginot è cosi' aggirata, mentre il Gruppo di armate C attraversa il Reno
presso Colmar.
Nella notte una nave britannica
lascia la Francia dopo aver caricato
l’acqua pesante ordinata in Norvegia
il 21 marzo.
17 giugno
A mezzogiorno, il nuovo primo ministro francese Henri-Philippe Pétain
si rivolge per radio alla Nazione informando i
suoi concittadini che sono in corso trattative
per la richiesta dell’armistizio.
Churchill parla all’Inghilterra
dando I’annuncio del passo francese
e sostenendo che, dopo quella di
Francia, ci sarà sicuramente la Battaglia d’Inghilterra.
A questo proposito, in data odierna, il comando della
Kriegsmarine riceve dal Quartier Generale il seguente dispaccio:
“Con riferimento allo sbarco in Inghilterra,
il Fuhrer non ha manifestato finora
tale intenzione in quanto si rende
perfettamente conto delle difficoltà
di una simile operazione. Fino a questo momento
perciò il Comando Supremo delle forze armate non ha
effettuato alcun lavoro preparatorio.
I carri armati di Guderian sono a
Pontarlier, non lontano dal confine
svizzero.
La rapidità della vittoria tedesca e
la conseguente richiesta di armistizio
da parte dei francesi costringe Hitler
a impartire nuove istruzioni ai suoi
più diretti collaboratori, i generali
Keitel e Jodl, rispettivamente comandante in
capo delle forze armate e capo dell’ufficio
operativo del Comando Supremo
della Wehrmacht: il gioco politico e l’impegno tattico infatti
diventano adesso più sottili e delicati.
Si tratta in sostanza di staccare completamente la Francia dalla
Gran Bretagna perché, ad esempio,
un eventuale trasferimento del governo francese nell’Africa settentrionale
porterebbe a un inevitabile rafforzamento psicologico e politico (oltre
che militare) dell’inghilterra e scatenerebbe
la guerra nel Mediterraneo.Da queste considerazioni
scaturiscono le seguenti esigenze:
1) il governo francese deve sopravvivere come potenza sovrana. Solo in
questo modo i tedeschi potranno essere sicuri che l’impero coloniale
francese non passerà all’Inghilterra
2) per consentire la sopravvivenza
del governo francese (che deve quindi conservare una propria sfera di
sovranità) non è consigliabile l’occupazione totale del paese
3) l’esercito francese verrà fatto affluire nella
zona libera dove smobiliterà: sarà consentito il mantenimento
di alcuni reparti con il compito di
provvedere all’ordine pubblico
4) la flotta francese deve essere neutralizzata evitando di chiederne la
consegna perché, molto probabilmente,
in tal caso si ritirerebbe oltremare o in Inghilterra
5) le questioni territoriali devono
essere poste durante le trattative per
il trattato di pace
6) richieste relative all’impero coloniale francese
potranno venir formulate solo in un secondo tempo;
farle ora significherebbe probabilmente l’annessione
delle colonie stesse da parte dell’Inghilterra.
18 giugno
I tedeschi conquistano Caen, Cherbourg, Rennes, Briare, Le Mans, Nevers, Colmar.
A Monaco di Baviera avviene un
nuovo incontro tra Hitler e Mussolini per stabilire una condotta comune
nei confronti della Francia.
Il ministro degli Esteri francese
Paul Baudouin e l’ammiraglio Francois Darlan, ministro della Marina
francese, assicurano l’incaricato d’affari
americano e l’ambasciatore inglese a Parigi sir Ronald Campbell
che la flotta sarà evacuata o si autoaffonderà pur di non cadere in mani
nemiche.
Ore 18: da Radio Londra, il gen.
Charles De Gaulle lancia il suo primo messaggio alla nazione francese:
la guerra è tutt’altro che finita, sostiene il generale, perché si tratta
di una guerra mondiale di cui la
Battaglia di Francia rappresenta solo
un episodio. Invita quindi i francesi
che vivono in inghilterra a mettersi
in contatto con lui per continuare la
lotta. L’appello dell’ancora sconosciuto
generale non solleva particolari entusiasmi.
La RAF bombarda Amburgo e
Brema.
19 giugno
Cadono in mano tedesca Brest e
Nantes e, dopo una strenua difesa dei cadetti
di Francia, anche Saumur.
Le navi francesi già alla fonda nei
porti della Manica si mettono in salvo, parte in Gran Bretagna e parte
nell’Africa settentrionale. Dimostrando una
straordinaria abilità marinaresca, il capitano di vascello Ronarch
riesce a far uscire dal bacino di carenaggio di Saint-Nazaire la corazzata
Jean Bart, il cui allestimento non è
ancora ultimato, e a raggiungere felicemente Casablanca.
Il governo tedesco si dichiara
pronto a far conoscere le clausole
per la cessazione delle ostilità e richiede
l’invio di plenipotenziari suggerendo al
governo francese di mettersi in contatto
con l’italia per trattative analoghe.
Da Radio Londra il gen. De Gaulle parla nuovamente ai francesi: il
discorso, questa volta, è politico, e
segna la rottura definitiva del generale con il governo Pétain.
20 giugno
Da Lione, conquistata dalle truppe
tedesche in mattinata, partono alcuni reparti corazzati in direzione
delle Alpi per dare una mano agli
italiani che hanno iniziato il loro attacco appunto sulle Alpi occidentali.
Malgrado il parere contrario degli alti comandi e le difficoltà di cambiare
la strategia difensiva (decisa alla vigilia della dichiarazione di guerra)
in una strategia offensiva in tempi
brevi, Mussolini ha infatti ordinato
il 17 giugno di passare all’attacco
della frontiera francese.
Seguendo il consiglio del governo
tedesco, i francesi chiedono l’armistizio anche all’Italia.
Il ministro degli Esteri francese
Paul Baudouin invia all’ambasciatore spagnolo accreditato in Francia,
José Felix de Lequerica, i nominativi
dei componenti la delegazione di plenipotenziari francesi che verranno
inviati alla firma dell’armistizio con
i tedeschi. Ne fanno parte l’ambasciatore Léon Noèl,
il ministro plenipotenziario Rochard, l’ammiraglio
Le Luc, i generali Parisot e Bergeret: presidente viene nominato il
gen. Charles Huntziger. La direttiva
è una sola: rompere immediatamente
le trattative nel caso che i tedeschi
chiedano la consegna della flotta. Alle 14 la delegazione parte alla volta
di Rethondes, nella foresta di Compiègne.
I tedeschi promulgano importanti
disposizioni in materia finanziaria:
una di queste estende anche alla
Francia l’istituzione delle Reichskreditkassen, istituti di emissione creati
durante la guerra per le truppe dei
territori occupati. I nuovi organismi
emetteranno biglietti di banca che
avranno nel paese corso legale al pari del franco.
Un altro provvedimento di carattere economico-finanziario
attuato quasi contemporaneamente
è il Devisenschutzkommandos, in base al quale
vengono immediatamente congelati tutti i conti bancari
stranieri e bloccati i risparmi dei cittadini francesi.
21 giugno
Ore 15,30: a Rethondes, nella foresta di Compiègne,
sullo stesso vagone ferroviario dove l’ 11 novembre
1918 era stata firmata la resa della
Germania alla fine della I guerra
mondiale, Hitler riceve i plenipotenziari francesi.E' il capo di Stato
Maggiore Generale della Wehrmacht,
gen. Keitel, a leggere il fascicolo che
accusa la Francia di spergiuro e aggressione: viene quindi consegnato
ai francesi il testo delle condizioni
armistiziali: non sono ammesse discussioni, i francesi potranno tutt’al
più chiedere chiarimenti.
Ore 20,30: il gen. C.L.C. Huntziger
ottiene il permesso di mettersi in contatto telefonico con il comandante
in capo delle forze armate francesi,
gen. Weygand, cui comunica le pesanti condizioni dettate dai tedeschi:
tre quinti del territorio nazionale
verranno occupati dall’invasore, non
saranno resi i prigionieri, le spese di
occupazione verranno fissate a discrezione del vincitore,
l’esercito sarà ridotto a 100.000 uomini.
Italia. Durissimo duello di artiglieria
fra italiani e francesi.
22 giugno
Ore 18,30: il gen. C.L.C. Huntziger,
presidente della delegazione francese, e il gen. Keitel, capo di Stato
Maggiore Generale della Wehrmacht,
firmano l’armistizio.
La 3à, 5à e 8à armata francese, intrappolate
tra Epinal e Belfort, presso il confine svizzero, si arrendono.
Reparti della 1à armata italiana
occupano Mentone.
23 giugno
Parlando dai microfoni di Radio
Londra, De Gaulle propone la costituzione di un Comitato Nazioitale
Francese.
Parte per Roma la delegazione
francese per trattare l’armistizio.
24 giugno
Ore 19,15: a villa Olgiata, presso
Roma, il gen. Huntziger per l’esercito francese e il gen. Badoglio per
quello italiano firmano l’armistizio.
Conquistate Saint-Etienne e Angouléme, i tedeschi occupano ora tutto
il territorio a nord e ad ovest della
linea Ginevra-Dole-Tours-Mont-deMarsan-confine spagnolo. Il Canale
della Manica e tutta la costa atlantica
sono in mano tedesca e costituiscono la difesa
a lungo raggio della Germania per le operazioni in Atlantico.
25 giugno
Ore 1,35: entra in vigore l’armistizio
franco-tedesco e cessano tutti i combattimenti sul
suolo francese. Durante la brevissima campagna la Francia
ha perduto 92.000 uomini; i feriti
sono 250.000, 1.500.000 i prigionieri.
Dal canto loro gli inglesi lamentano 3500 caduti e 14.000 feriti, i
belgi 7500 morti e 16.000 feriti, gli
olandesi 2900 caduti e 7000 feriti.
Le perdite tedesche ammontano a
27.000 morti e 18.000 dispersi: i feriti sono 111.000.
Alla Camera dei Comuni ‘Churchill deplora la fine della Francia,
critica il governo di Pétain, afferma
che l’inghilterra deve salvare se stessa anche per salvare l’onore della
Francia e il mondo.
26 giugno
L’Unione Sovietica intima alla Romania la cessione della Bessarabia e
della Bucovina settentrionale (i russi hanno da poco occupato Estonia,
Lettonia e Lituania).
La Turchia annuncia la propria
non belligeranza.
27 giugno
Il governo di Londra prende misure
atte a impedire che le navi da guerra
francesi possano tornare nei porti
metropolitani.
28 giugno>br>
Il gen. Charles De Gaulle viene riconosciuto
da Londra capo dei “francesi liberi”.
I sovietici occupano la Bessarabia
e la Bucovina settentrionale dopo
averne imposto la cessione alla Romania, sulla quale hanno esercitato
pressioni i tedeschi.
Nel cielo di Tobruk, in Libia,
muore il maresciallo Italo Balbo,
governatore della Libia: l’aereo su
cui stava rientrando da una ricognizione
viene abbattuto per errore dalla contraerea italiana.
29 giugno
Il governo francese decide di trasferirsi da Bordeaux a Vichy.
30 giugno
I tedeschi occupano le Isole britanniche del Canale (Channel Jslands).