Nel cosiddetto Emsland, Esterwegen, assieme a Börgermoor, Aschendorfermoor ed altri, costituiva un sistema integrato di 15 campi di concentramento, noto sotto il nome cumulativo di «Moorlager» cioè campi nelle paludi.
In un primo tempo questo complesso, sorto originariamente come penitenziario, è stato alle dirette dipendenze del Ministero della Giustizia e affidato alla custodia e alla gestione di reparti speciali della Gestapo. Poi, nell'autunno l936, anche questi campi passarono sotto la giurisdizione delle SS.
Inizialmente, dunque, i prigionieri erano in maggioranza dei politici e militari tedeschi, contestatari dell'ideologia e della disciplina hitleriana. Nei Moorlager venivano inviati preferibilmente prigionieri politici, condannati alla pena capitale dai tribunali speciali del regime, pena che spesso veniva eseguita in luogo. Altri prigionieri, condannati a pene detentive, dopo averle espiate, ripartivano per altri Lager, per essere sottoposti ad una radicale e spesso mortale «rieducazione politica». Nei Moorlager i deportati dovevano estrarre la torba o prosciugare le paludi di Papenburg, secondo un progetto che fu poi abbandonato, perché troppo complesso e costoso. Esterwegen ed i campi collaterali furono allora utilizzati per lo smistamento di deportati di diversa provenienza, assegnati ai lavori forzati lungo le coste olandesi, norvegesi e francesi.
Si stima che dal 1933 al 1945 siano transitate per Esterwegen circa 180.000 persone. Non si conosce il numero esatto delle vittime, perché nei registri del campo sono stati annotati soltanto 8.900 decessi.
Da questi Lager uscì clandestinamente la prima documentazione sulle atrocità del regime concentrazionario hitleriano che, per vie traverse, poté essere diffusa nel mondo libero. Purtroppo non fu presa sul serio, perché i fatti esposti apparvero talmente incredibili da rasentare la follia. Quando le autorità competenti e l'opinione pubblica si resero conto della verità, era ormai troppo tardi.
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