Dicembre 1941
1° dicembre
Africa settentrionale.Attorno a Tobruk, Rommel riesce a ripristinare le
condizioni di assedio della piazzaforte precedenti il 28 novembre. Si conclude cosi'
la prima parte dell’operazione "Crusader” con un
sostanziale successo strategico degli inglesi
di Cunningham.
Francia.Il capo del governo di Vichy, maresciallo Pétain, si incontra
a St. Florentin con il maresciallo del
Reich Hermann Gòring per discutere il futuro delle relazioni
franco-tedesche e l’integrazione della Francia nel “nuovo ordine” europeo.
Fronte sovietico.Von Reichenau sostituisce von Rundstedt nel comando
dello Heeresgruppe Sud. Rundstedt
si è dimesso perché Hitler ha tentato di revocare il suo ordine
di ritirata da Rostov e Taganrog.
Nel settore centrale, i tedeschi sono
a soli 38 km dalla Piazza Rossa.
Si accerta che il 19 novembre la
nave corsara tedesca Kormoran ha
affondato al largo dell’Australia l’incrociatore australiano Sydney,
colando a picco essa stessa poco dopo.
2 dicembre
Fronte sovietico.Guderian, anima
dell’attacco contro Mosca, stabilisce
il suo quartier generale a Jasnaja Poliana, villaggio 7 krn a sud di Tula,
dove sono la casa e la tomba di Tolstoj
(che la propaganda sovietica afferma essere stata profanata).
Il governo finlandese proclama la
riannessione dei territori ceduti l’anno prima all’Unione Sovietica.
3 dicembre
*****
4 dicembre
Fronte sovietico.Nel settore settentrionale, i finlandesi (che pure, come
si è detto, hanno rinunciato a ogni
iniziativa contro Leningrado) conquistano Hangò, la base all’ingresso
del Golfo di Finlandia occupata l’anno prima dai russi.
Nel settore centrale, continua la
pressione dello Heeresgruppe Centro
contro Mosca, particolarmente nella
zona di Tula, a sud della capitale.
Ma la notte seguente arriva il grande
gelo, con 35 gradi sotto zero: i carri armati non partono, le armi non
sparano, migliaia di uomini sono vittime di congelamento.
I tedeschi hanno il torto, secondo quanto commenta Zukov
(ma da alcuni l’osservazione è attribuita a Mannerheim), di
portare scarponi del numero giusto,
mentre i russi hanno imparato da due
secoli a portare, d’inverno, scarpe
fuori misura per poterle imbottire
di lana e paglia e proteggersi dal
gelo.
Africa settentrionale.Rommel scatena un’ultima,
inutile offensiva contro Tobruk.
5 dicembre
Fronte sovietico.Mentre la spinta
offensiva tedesca si esaurisce davanti a Mosca per difetto di mezzi e per
le terribili condizioni climatiche, i sovietici, che hanno accumulato tutte
le possibili riserve umane e materiali,
lanciano una controffensiva generale su tutti i fronti, e in particolare
su quello di Mosca. Qui circa 88 divisioni di fanteria,15 di cavalleria e
1500 carri armati si lanciano contro
67 divisioni tedesche. L’obiettivo è
di sfondare sulle ali dello Heeresgruppe Centro per
circondarlo e annientarlo. I sovietici mandano al macello la loro cavalleria,
ma impongono anche la superiorità dei loro
carri armati. Guderian chiede invano a Hitler di consentire a una
rettifica difensiva del fronte. A nord-ovest di Mosca,
nella zona di Krasnaja Poliana-Dmitrov-Kalinin, ove
sono concentrate le punte della 9à
armata tedesca e del III e IV Panzergruppen, premono con grande
energia 7 armate sovietiche; a sud
di Mosca, nella zona di Tula-Kasira-
Mihajlov, contro il Il Panzergruppe
sferrano il loro attacco 3 armate sovietiche e un corpo
d’armata di cavalleria della Guardia. I tedeschi
sono nettamente sorpresi dalla violenza e dalla consistenza
dell’attacco russo.
La Gran Bretagna dichiara la
guerra a Finlandia, Ungheria e Romania.
Stalin si incontra a Mosca con
Eden. Il capo del governo sovietico
incontra anche il generale Sikorski
capo del governo polacco in esilio a
Londra, e con lui sottoscrive un patto di mutua assistenza russo-polacco.
Il Giappone, in seguito a richieste
americane, assicura che gli spostamenti di truppe nipponiche in
Indocina hanno carattere cautelativo.
6 dicembre
Fronte Sovietico.Nel settore settentrionale i sovietici contrattaccano a
est di Leningrado, nella zona di Tichvin.
Nel settore centrale, i sovietici penetrano per una profondità di 18 km
entro le linee del III Panzergruppe (a
nord di Mosca). A sud della capitale,
il Il Panzergruppe di Guderian resiste disperatamente contro
le preponderanti forze nemiche.
7 dicembre
Pearl Harbor.Hawaii.Alle ore 7,55
locali, senza che vi sia stata dichiarazione di guerra,
aerei nipponici attaccano di sorpresa la grande base
aeronavale americana seminando
morte e distruzione. 8 corazzate sono affondate o gravemente
danneggiate;3 incrociatori, 3 cacciatorpediniere, 2 navi ausiliarie,
1 posamine e 1 nave-bersaglio sono affondati.188 aerei sono distrutti o
danneggiati al suolo. 2729 i morti e 656
i feriti: lo riferirà al Congresso americano il segretario alla Marina Knox
dopo un’ispezione in loco, con qualche imprecisione dovuta alle
circostanze. Da dati ufficiali USA pubblicati nel 1955, risulta che i morti
sono stati 2330, i feriti 1347.
Il nerbo della flotta USA del Pacifico è eliminato dalla lotta ancora
prima che questa abbia inizio: occorrerà molto tempo perché la
potenza industriale americana colmi i
vuoti e prenda il sopravvento.
Quando i rappresentanti diplomatici giapponesi a Washington
si recano al Dipartimento di Stato per notificare la rottura delle relazioni tra
i due paesi, l’operazione di Pearl
Harbor è già in corso da mezz’ora.
Alle ore 11,50, aerei nipponici
bombardano Wake (a metà strada
fra le Hawaii e l’Asia orientale) distruggendo 8 dei 12 aerei americani
dislocati nell’isola.
La 2à Flotta giapponese, al comando
del viceammiraglio Nobutake Kondo,scorta sulle coste thailandesi e
malesi un convoglio che trasporta la
25à armata nipponica (gen. Tomoyoku Yamashita)
destinata all’occupazione della penisola malese e alla
conquista dell’importantissima base
britannica di Singapore.
Agana, capoluogo dell’isola di Guam
(unica dell’arcipelago delle Marianne data in amministrazione
fiduciaria agli USA, mentre le altre sono
sotto amministrazione giapponese) è
violentemente bombardata da aerei
nipponici.
Alle ore 21,35,2 cacciatorpediniere
giapponesi bombardano l’isola di
Midway, presidiata da un battaglione di Marines, per neutralizzarne il
campo d’aviazione.
Come si vede, i giapponesi colpiscono ovunque. La loro offensiva è il
frutto di un colossale sforzo logistico
e organizzativo.
8 dicembre
Stati Uniti e Gran Bretagna dichiarano formalmente guerra al
Giappone.
Estremo Oriente.Malesia. Alle 4,15
17 bombardieri nipponici sganciano le loro bombe su Singapore. La
città è ancora tutta illuminata, come in tempo di pace. 61 i morti e
133 i feriti, in gran parte fra la popolazione cinese. Alle 17,35, I’amm.
Phillips salpa da Singapore con la
Prince of Wales, il Repulse e i cacciatorpediniere di scorta con
il proposito di intercettare le forze giapponesi che starebbero per sbarcare
a Singora. In realtà, i nipponici hanno già incominciato le operazioni di
sbarco a Kota Bharu, porto della costa orientale malese nei pressi del
confine con la Thailandia, e hanno
già iniziato lo sbarco anche a Singora e Chumphon, a nord-ovest di Kota
Bharu in territorio thailandese. L’aviazione britannica può offrire alla
squadra navale solo l’aiuto di saltuari voli di ricognizione, ma non
un’efficiente copertura aerea.
Filippine.Sotto la guida del gen. Masaharu Homma, i nipponici danno
inizio alle operazioni contro il grande arcipelago posto lungo la futura
linea di rifornimento del petrolio che
i nipponici vogliono procurarsi nelle Indie Olandesi.
La base aerea principale per l’attacco alle Filippine è
Formosa, dove i piloti giapponesi
vengono specialmente addestrati a
volare col massimo risparmio di carburante,
data la grande distanza dall’arcipelago fihippino. A difendere le
isole vi sono solo 160 aerei americani, tra cui 35 Boeing B-17 “Fortezze Volanti”,
qui del tutto inutili.
Alle ore 12,55 ha inizio la prima incursione aerea nipponica su Luzon,
la principale isola dell’arcipelago.
Ancora impreparati, gli americani
perdono 86 aerei, contro solo 7 caccia giapponesi Zero. Oltre a Luzon
viene attaccato anche il porto di
Davao nell’isola di Mindanao.Notevoli le distruzioni. Una grande
tempesta bloccherà le operazioni l’indomani.
I giapponesi occupano, senza incontrare opposizione, l’isola di Ba-Taan
(fra Luzon e Formosa).
L’Asiatic Fleet americana, al comando del contramm. W.A. Glassford,
lascia Iloilo nelle Filippine alla volta dello Stretto di Makassar,
nelle Indie Olandesi.
La cannoniera USA Wake, rimasta
nel porto di Shanghai, dopo un fallito tentativo di autoaffondamento si
arrende ai nipponici. I giapponesi
catturano le guarnigioni americane
di Shanghai e Tientsin. I loro aerei
bombardano anche Hong Kong,
Guam e Wake.
Fronte sovietico.Si sviluppa ovunque la controffensiva dei russi. Nel
settore settentrionale, la 16à armata
tedesca deve abbandonare Tichvin,
sulla strada ferrata Leningrado-Vologda, occupata l’8 novembre.
I tedeschi riescono a sottrarsi all’accerchiamento a prezzo di gravi sacrifici,
abbandonando al nemico grandi quantità di materiali, e ritirandosi a sud
del Volchov. Il Il corpo d’armata
(100.000 uomini) resterà comunque
tagliato fuori dal resto dell’armata
nella zona di Demjansk (a sud-est
del Lago llmen) e dovrà attendere,
rifornito per via aerea, il 28 aprile
1942 prima di poter ristabilire il contatto col resto dell’armata.
La linea di arresto dei tedeschi nel
settore di Mosca, tenuta dallo Heeresgruppe Centro, va da Orél a Rzev.
A sinistra di questo schieramento, i
sovietici sono riusciti ad aprire una
pericolosa breccia che i tedeschi non
possono chiudere, ma solo contenere
fino al febbraio 1942. La Wehrmacht
tiene la linea Vjazma-Orél-Kursk-
Charkov con una serie di capisaldi
collegati tra loro: la disposizione è
detta “a istrice”.
9 dicembre
Malesia.Altri sbarchi giapponesi a
Kota Bharu, a Singora e a Pattani
(in Thailandia). La resistenza dei
thailandesi, che sono già stati politicamente conquistati alla causa del
Sol Levante, è poco più che simbolica. I giapponesi occupano da amici
la capitale Bangkok dove sono accolti con entusiasmo.
I nipponici sbarcano a Tarawa e
Makin (Isole Gilbert) per proteggere
il loro fianco sinistro, mentre neutralizzano l’intero arcipelago
con l’offensiva aerea.
Alle 14,00, un sommergibile nipponico che fa parte della
squadra dell’amm. Kondo, comprendente le corazzate Kongo e Haruna, avvista la
Prince of Wales e il Repulse e ne informa immediatamente la base, ma
fornisce la posizione sbagliata. Inutilmente all’imbrunire si
levano dall’aeroporto di Saigon alcuni aerosiluranti: non riusciranno a
localizzare il nemico.
10 dicembre
Estremo Oriente.Reparti nipponici
sbarcano nell’Isola di Guam e la
conquistano in poche ore.
Filippine.All’alba, i giapponesi sbarcano all’estremità settentrionale di
Luzon, presso Aparri e Gonzaga, e
sull’Isola di Camiguin. Abbastanza
energica, ma vana, la resistenza americana.
Possente attacco aereo nipponico
sulle installazioni portuali di Cavite.
1 cacciatorpediniere, 2 sommergibili
e 1 dragamine americani sono danneggiati.
2 dragamine e i sommergibile nipponici di scorta alla forza
di invasione sono affondati.
Malesia.La Prince of Wales e il Repulse sono affondati da
bombardieri e aerosiluranti giapponesi.
Africa settentrionale.I britannici liberano il presidio di Tobruk.
11 dicembre
Mussolini dal balcone di Palazzo Venezia e Hitler dal Reichstag
dichiarano guerra agli Stati Uniti d’America.
Fronte sovietico.I sovietici annunciano la liberazione di 400 località
nella zona di Mosca, comprese Solnecnogorsk e Istra, e la distruzione
di 17 divisioni tedesche, di cui 7 corazzate e 3 motorizzate.
Anche Rogacev e Stalinogorsk sono state riconquistate.E' il momento migliore
della controffensiva russa.
Estremo Oriente.Cina. Il presidio
americano di Pechino è fatto prigioniero dai nipponici.
Hanno inizio le operazioni nipponiche contro la colonia britannica di
Hong Kong nella Cina meridionale,
comprendente l’isola omonima e i
cosiddetti “nuovi territori” sulla terraferma cinese. Sotto la violenza del
bombardamento aereo e di artiglieria, gli 11.300 soldati scozzesi,
canadesi e indiani della guarnigione devono abbandonare la terraferma
e ritirarsi sull’isola, lasciando in mano
al nemico grandi quantità di armi e
munizioni.
Wake.Una squadra giapponese al
comando dell’amm. Sadamichi Kajioka, proveniente dalle Isole
Marshall e formata dall’incrociatore leggero Yubari, da 6 caeciatorpediniere,
2 navi pattuglia e due navi trasporto truppe, si presenta
davanti all’Isola di Wake per occuparla. Gli americani aprono il fuoco delle artiglierie
e fanno decollare gli aerei quando la
forza d’invasione si trova a soli 4500
metri dalla costa. 2 cacciatorpediniere giapponesi
(Hayate e Kisaragi) sono affondati, e I’amm. Kajioka ordina il ripiegamento generale. Da quel
giorno pesanti incursioni aeree prepareranno la strada all’invasione.
Filippine.3000 soldati nipponici
sbarcano a Aparri, nella parte nord
di Luzon, unendosi a quelli già sbarcati. Altri contingenti sbarcano a
sud-est di Manila, a Legaspi.
12 dicembre
Le navi francesi all’ancora nei porti
statunitensi vengono requisite dalle
autorità di Washington.
Estremo Oriente.Aerei giapponesi
martellano duramente Hong Kong,
gli aeroporti delle Filippine e in particolare la zona della Baia di Subic
(a ovest di Manila).
13 dicembre
Estremo Oriente.Hong Kong. Un
parlamentare giapponese si reca sull’isola e presenta al governatore
Young una proposta di resa, che gli
inglesi respingono nella speranza che
la 7à armata cinese di Chiang Kaishek, distante una
cinquantina di chilometri, possa venire in loro
soccorso. Ma ciò non avverrà.
Borneo.Un distaccamento di truppe
indiane distrugge gli impianti petroliferi nel Sarawak orientale e nel Brunei
occidentale, quindi si ritira a Kuching, capitale di Sarawak, per difendere il
locale aeroporto.
Birmania.Gli inglesi evacuano Vietoria Point (nella parte meridionale
del paese al confine con la Thailandia, nell’istmo di Kra) ritirandosi a
nord nella regione del Tenasserim.
Hawaii.Una squadra navale amencana al comando del contramm. F. J.
Fletcher salpa da Pearl Harbor per
portare soccorso all’isola di Wake.
14 dicembre
Estremo Oriente.Il Giappone stipula un trattato di alleanza con
la Thailandia, che di li a poco più di un mese, il 25 gennaio 1942, dichiarerà
guerra agli Stati Uniti e alla Gran
Bretagna, allineandosi al Giappone.
Filippine.Nuovo sbarco nipponico
a Legazpi nell’Isola di Luzon, con
l’appoggio di 2 incrociatori pesanti
(Myoko e Nachi) e di 2 cacciatorpediniere.
A Parigi, i tedeschi fucilano 100
ostaggi.
14-22 dicembre
Primo insuccesso degli U-Boote. Con
la tattica del “branco di lupi” viene
lanciato un lungo attacco contro il
convoglio HG 76, a ovest di Gibilterra. I tedeschi affondano 1
cacciatorpediniere,1 nave cisterna e 3 mercantili, ma perdono 5 sommergibili.
15 dicembre
Estremo Oriente.Birmania. Una brigata giapponese penetra nel paese
attraverso l’Istmo di Kra.
Malesia.Hanno inizio le operazioni
decisive dei giapponesi contro Singapore, l’inespugnabile fortezza che
ha il torto di essere tale solo dalla
parte del mare, e non dal retroterra.
Fronte sovietico.Nel settore settentrionale, i sovietici che hanno
passato il Volchov stabiliscono una testa di ponte profonda 50 km oltre
questo fiume. Nella zona di Schlusselburg (Petrokrepost)
diventa precaria la situazione dei tedeschi che assediano Leningrado.
Nel settore centrale, a nord di Mosca i sovietici liberano Klin e
avanzando verso Kalinin, a sud della capitale liberano da ogni minaccia la
città di Tula.
16 dicembre
Estremo Oriente.Ricognitori americani avvistano un convoglio di oltre
100 navi giapponesi nel Mar Cinese
Meridionale.
Borneo.I giapponesi sbarcano a Minello stato di Brunei. La “corsa al
petrolio” da parte del Sol Levante
si fa più serrata.
Fronte sovietico.I russi riconquistano Kalinin e Ruga.
Africa settentrionale.Nella notte
Rommel inizia la ritirata nel settore
di Tobruk: negli scontri delle settimane precedenti le forze dell’Asse
hanno avuto circa 38.000 morti contro i circa 18.000 degli
inglesi e perduto 300 carri armati contro 278
perduti dal nemico.
17 dicembre
Mediterraneo.Nel Golfo della Sirte
si incrociano casualmente un convoglio italiano diretto in Libia e
scortato da tutta la forza navale italiana
(le corazzate Littorio, Doria, Cesare e Duilio, 5 incrociatori e 20
cacciatorpediniere) al comando dell’amni. Iachino e
un convoglio inglese diretto a Malta la cui scorta,
al comando dell’amm. Vian, è formata da 6 incrociatori e 16 cacciatorpediniere. Lo scontro, iniziatosi
alle 17,40 dopo un lungo)“studio a
distanza”, dura pochi minuti e non
ha conseguenze.
18 dicembre
Estremo Oriente.A Hong Kong, sotto la protezione di un poderoso fuoco di
sbarramento, i nipponici sbarcano sull’isola, occupandone oltre la
metà nel giro di 24 ore.
Borneo.A Miri, il CT nipponico Shinonome affonda a causa di una mina.
18-19 dicembre
Mediterraneo.La squadra dell’amm.
Vian incappa in uno sbarramento di
mine davanti a Tripoli e perde l’incrociatore Neptune e 1 CT.
La notte sul 19,3 siluri a lenta corsa
italiani (i “maiali”) pilotati da Durand de la Penne-Bianchi,
Marceglia-Schergat e Martellotta-Marino
penetrano nel porto di Alessandria e
fanno saltare in aria le navi da battaglia Valiant e Queen Elizabeth (da
31.000 t), il CT Jervis e la petroliera
norvegese Sagona. Un durissimo colpo per gli inglesi.
Fronte sovietico.Hitler costringe von
Brauchitsch a rassegnare le dimissioni e assume personalmente l’OKH
(il comando supremo dell’esercito).
C’è una vera rivoluzione negli alti
comandi: lo Heeresgruppe Centro è
affidato a von Kluge in sostituzione
di von Bock; lo Heeresgruppe Nord
passerà il 15 gennaio 1942 da von
Leeb a von Kuchler; il 18 gennaio
il comando dello Heeresgruppe Sud
sarà assegnato a von Bock in sostituzione di von Reichenau, deceduto
per colpo apoplettico.
Africa settentrionale.Le truppe italo-tedesche hanno ripiegato
ordinatamente su Derna.
20 dicembre
Filippine.Sbarco giapponese a Davao nell’isola di Mindanao.
Gli invasori incominciano immediatamente
a trasformare l’isola in una grande
base fortificata.
21 dicembre
Filippine.Il convoglio avvistato il 16
da ricognitori americani nel Mar Cinese Meridionale si presenta nel
Golfo di Lingayen, a nord di Manila
nell’Isola di Luzon, portando 43.000
soldati nipponici al comando del gen.
Masaharu Homma.E' l’intera 14à armata: l’invasione incomincia.
22 dicembre
Filippine.Alle ore 1, i giapponesi
sbarcano a Bauang, Aringay e Agoo,
60 km più a nord del punto previsto
da MacArthur e dove questo ha concentrato il grosso delle artiglierie
disponibili. Alle 11, la testa di ponte nipponica
è già saldamente stabilita ed è stato effettuato il congiungimento con le truppe sbarcate
dal giorno 10 presso Aparri e Gonzaga.
Wake.Ore 23,30: i giapponesi sbarcano sull’isola.
Questa volta, per evitare un nuovo smacco,
hanno mandato forze imponenti: 2 portaerei e
2 incrociatori pesanti con i relativi
cacciatorpediniere, al comando dell’amm. Kajioka.
Due cacciatorpediniere trasformati in trasporti truppe
veloci sbarcano i primi contingenti.
La lotta è impari e breve.
Stati Uniti.Roosevelt e Churchill discutono la situazione a Washington.
Si decide l’istituzione di uno Stato
Maggiore Combinato anglo-americano.
23 dicembre
Estremo Oriente.Wake. L’amm.
Kajioka sbarca, accetta la resa della
guarnigione americana e prende ufficialmente possesso dell’isola,
ribattezzandola “Isola degli Uccelli”. La
flotta di soccorso (Task Force 14)
inviata da Pearl Harbor si trova ancora a 425 miglia di distanza e viene
dirottata su Midway.
Africa settentrionale.
Filippine.A Luzon, MacArthur trasferisce il proprio quartier generale
nell’isola fortificata di Corregidor,
all’imboccatura della Baia di Manila. Altri 10.000 giapponesi sbarcano
nella Baia di Lamon.
Hong Kong.Nonostante la tenace
difesa, cui collaborano anche volontari civili, i giapponesi spezzano in
due il dispositivo britannico.
24 dicembre
Filippine.Le forze nipponichc sbarcate nella Baia di Lamon, nel Sud
dell’isola di Luzon, conquistano Atimonan e Siain, poi avanzano per
congiungersi con i reparti della zona
di Legazpi nell’estremo sud di Luzon. Avanzano rapidamente anche le
forze sbarcate nel Nord dell’isola. Le
truppe americane e filippine si ritirano verso la penisola di Bataan, a
ovest di Maoila sia dal Sud che dal
Nord dell’isola; quelle provenienti da
nord cercano di contrastare il passo al nemico sulla linea del fiume
Agno.
Arcipelago di Sulu.Truppe nipponiche occupano
praticamente senza incontrare resistenza l’isola di Jolo,
capoluogo dell’arcipelago filippino di
Sulu, a breve distanza dal Borneo.
Le Indie Olandesi sono cosi' minacciate sempre più da vicino.
Borneo.Un convoglio nipponico, nonostante gli attacchi di aerei inglesi
e olandesi e di sommergibili olandesi, riesce a sbarcare un
contingente di truppe nella zona di Kuching, nello Stato di Sarawak. La
guarnigione locale, che ha già provveduto a distruggere l’aeroporto,
chiede di poter raggiungere il Borneo olandese, ma le viene ordinato
di rallentare il più possibile l’avanzata nemica. Gli olandesi ritirano le
loro forze aeree dal Borneo, trasferendole a Sumatra.
Malesia.L’11à divisione indiana organizza una linea difensiva in
profondità nella zona del fiume Slim e
della città di Kampar, al centro
della penisola malese a nord di Kuala Lumpur, sul lato
occidentale della penisola stessa.
Birmania.I nipponici danno inizio
a una serie di violenti attacchi aerei
contro Rangoon per garantirsi la supremazia nei cieli.
Tali attacchi proseguiranno fino alla fine di febbraio
del 1942.
25 dicembre
Africa settentrionale.L’8à armata
britannica entra a Bengasi. Grossi
reparti sono rimasti tagliati fuori a
Bardia e a Sollum.
Atlantico.Forze navali della Francia
Libera, al comando dell’amm. Muselier, occupano le isole St.Pierreet-Miquelon,
fra Terranova e la Nuova Scozia.
Il gen. George C. Marshall, capo di S.M. USA,
propone alla conferenza anglo-americana
dell’Arcadia, che si svolge a Washington, che
le forze alleate in Estremo Oriente
operino sotto un comando unificato.
Filippine.Il contrammiraglio F.W.
Rockwell è incaricato di dirigere tutte le attività delle forze
navali americane nelle Filippine. I nipponici,
avanzando da nord, riescono ad attraversare il fiume Agno in un punto
in cui la linea americana non è consolidata. Le forze americane
che presidiavano la parte meridionale dell’isola si ritirano verso la penisola
di Bataan, inseguiti da presso dai nipponici, che occupano i centri
di Sampoloc e Pagbilao.
Nell’arcipelago di SuIu, i nipponici
completano la conquista di Jolo.
Borneo.Dopo aspri combattimenti
presso l’aeroporto di Kuching, nel
Sarawak, la guarnigione indiana si
ritira verso il Borneo olandese.
Cina.Hong Kong.Ore 9: i giapponesi intimano nuovamente
la resa alla guarnigione britannica, offrendo
una tregua di 3 ore. Non avendo avuto risposta,
alle 12 riaprono il fuoco. Alle 15,30, riconoscendo inutile
il massacro, il comando inglese dirama l’ordine di resa.
Questa è effettiva alle 17,30. La popolazione cinese dell’isola, con antica saggezza e
anche sotto l’influenza della propaganda giapponese a proposito della
“sfera di prosperità comune asiatica”, accoglie in trionfo i vincitori
sventolando bandierine del Sol Levante prudentemente preparate.
Nella Cina continentale, i giapponesi
iniziano un’offensiva contro Changsha, nella provincia dello Hunan.
Fronte sovietico.I russi iniziano una
serie di violenti attacchi contro le posizioni nemiche nel settore
meridionale, in particolare nel settore tenuto dal Corpo di spedizione italiano
e nella Crimea orientale.
26 dicembre
Filippine.Manila è dichiarata città
aperta, ma i bombardamenti giapponesi continuano.
L’amm. Rockwell sposta le difese navali a Corregidor. Le forze terrestri
americane e filippine abbandonano
il fiume Agno arretrando sulla linea Santa Ignacia-Guimba-San José.
Quelle provenienti dal Sud dell’isola
organizzano una linea di difesa a
ovest di Sariaya.
Malesia.La città di lpoh viene evacuata dall’11à div. indiana.
Norvegia.Commandos britannici effettuano rapide incursioni
contro basi tedesche sulle isole costiere di
fronte alla Norvegia.
St.-Pierre-et-Miquelon.La popolazione riconosce attraverso
un plebiscito il cambiamento di regime (da
quello di Vichy, per intenderci, a
quello di De Gaulle). La cosa non è
gradita a Washington, che ancora
non ha riconosciuto la legittimità
gaullista e intrattiene rapporti diplomatici con Vichy.
Fronte sovietico.I Panzer tedeschi
evacuano Kaluga, a sud-ovest di Mosca, a breve distanza dalla ferrovia
che collega la capitale a Brjansk.
27 dicembre
Estremo Oriente.Il ten. gen. britannico sir Henry Pownall subentra al
mar. dell’Aria sir Robert BrookePopham nel comando in capo delle
forze britanniche dislocate in Estremo Oriente.
Filippine.Calma a Luzon, dove i
giapponesi consolidano il loro schieramento sul fiume Agno. I reparti
americani e filippini di Luzon settentrionale si attestano sulla linea
Tarlac-Cabanatuan.
Malesia.I giapponesi minacciano
Kampar (ovest) e Kuantan (sulla costa orientale della penisola).
Norvegia.Commandos britannici attaccano nuovamente alcune
isole costiere norvegesi.
28 dicembre
Filippine.I giapponesi riprendono
l’offensiva in grande stile nell’isola
di Luzon. Superato il fiume Agno,
attaccano verso Cabanatuan. Nel
sud dell’isola, le truppe filippine
ripiegano verso Manila e Bataan.
29 dicembre
Incontro Stalin-Eden a Mosca.
Filippine.La pressione giapponese a
Luzon e sempre più massiccia. Per
la prima volta, aerei nipponici attaccano l’isola
fortificata di Corregidor, a sud della pen. di Bataan, ove
si è trasferito il Q.G. USA.
Malesia.La XII brigata dell’11à div.
indiana deve abbandonare la posizione di Kampar, non più tenibile, e
ripiegare su Bidor
Borneo.La guarnigione indiana ritiratasi da Kuching
raggiunge il Borneo olandese a Sanggau, ed è posta
sotto comando olandese.
Birmania.Sotto la pressione dei britannici, i giapponesi si ritirano da
Bokpyin rientrando in Thailandia.
30 dicembre
Filippine.Premuti a nord dai nipponici, le truppe americane e filippine
abbandonano la linea Tarlac-Cabanatuan e si ritirano sull’ultima linea
predisposta a difesa prima di Bataan.
Fronte sovietico.Mentre l’Heeresgruppe Sud continua
l’offensiva contro Sebastopoli,
truppe russe provenienti dal Caucaso
attaccano con operazione anfibia la Crimea orientale,
occupando Kerè e Feodosia. Sul fronte
centrale, i tedeschi devono ritirarsi
sotto la spinta della controffensiva
dei sovietici, che entrano a Kaluga.
31 dicembre
I partecipanti anglo-amerieani alla
conferenza dell’Arcadia, a Washington,
ordinano l’istituzione di un comando unico ABDA (Australian,
British, Dutch, American) per l’Estremo Oriente, affidato al
gen. britannico Wavell, dal quale dipenderanno appunto le forze australiane,
britanniche, olandesi e americane
operanti nel settore.
Filippine.Completata da parte degli
americani e filippini l’evacuazione di
Manila. Alcune posizioni chiave, come il ponte di Calumpit,
sono rafforzate per contenere il nemico e
consentire il concentramento dei difensori nella penisola di Bataan. Alle
17,45, i primi giapponesi entrano
a Manila in fiamme. MacArthur ha
già perduto 30.000 uomini; gliene rimangono 80.000,
di cui 15.000 americani, il resto filippini,
ormai sfiduciati e quasi privi di armi.
Malesia.Le truppe indiane cercano
di contenere il nemico nelle zone di
Kampar e Kuantan, rispettivamente
a ovest e a est della penisola. Ma ormai i britannici hanno abbandonato
al nemico una regione che produce
il 38% del caucciù e il 58% dello
stagno consumati nel mondo.
Fronte sovietico.Nel settore meridionale, i tedeschi interrompono le
operazioni contro Sebastopoli per
bloccare le minacciose puntate russe
da Kerè e Feodosia. A metà dicembre le truppe tedesche combattenti in
URSS si sono ridotte di 775.000 uomini, ossia di poco meno del 25%
rispetto alla consistenza iniziale.
Nel settore centrale, la controffensiva dei sovietici davanti a Mosca si
conclude con la rioccupazione di
Kozelsk.
Australia.Il gen. americano Brett,
proveniente dalla Cina, assume il comando delle Forze
americane in Australia (USFIA). L'amm. Chester W.
Nimitz è designato al comando dell’Asiatic Fleet americana.
HOME
|