L'affondamento della "Bismarck"

Il 18 maggio 1941assieme all’incrociatore pesante Prinz Eugen, la corazzata tedesca Bismarck lascia appena si fa buio il porto di Gdynia, nel Baltico, per raggiungere l’Oceano Atlantico. Comanda il gruppo l’ammiraglio Gunther Lutjens mentre la Bismarck è affidata al capitano di vascello Ernst Lindemann e il Prinz Eugen al capitano di vascello Brinkmann. È la prima uscita della corazzata, di questo gigante del mare di 50.900 t (a pieno carico), armata con 8 pezzi da 380 mm e 19 pezzi da 152, dotata di una velocità di 20 nodi. Impostata nel 1936, varata nel ‘39 e pronta appunto nei primi mesi del ‘41, la Bismarck è quanto di meglio i cantieri tedeschi hanno saputo sfornare negli ultimi anni, una vera e propria “macchina da fuoco”, terrore delle flotte avversarie.È per questo motivo che le mosse dell’unità tedesca sono attentamente sorvegliate dall’Ammiragliato britannico tramite la ricognizione aerea e i dispacci degli informatori. La notizia che la nave lascia il porto di Gdynia mette in stato di allarme le autorità inglesi il cui primo provvedimento è di intensificare la ricognizione aerea per tenere sotto controllo la temuta unità nemica. All’alba del 20 maggio la Bismarck e il Prinz Eugen hanno risalito buona parte dello Skagerrak, il braccio del Mare del Nord tra le coste norvegesi e danesi, che mette in comunicazione il Mar Baltico con il Mare del Nord.
Il 21 maggio le due unità tedesche sono avvistate nella mattinata da ricognitori inglesi, nel porto di Bergen, importante centro della costa occidentale norvegese. La posizione viene subito comunicata al comando della squadra navale inglese (la Home Fleet), a Scapa Flow, la principale base della flotta britannica. La Home Fleet mobilita forze imponenti: ne fanno parte, al comando dell’ammiraglio sir John Tovey, le due corazzate King George V e la nuovissima Prince of Wales, gli incrociatori da battaglia Hood (armato con pezzi da 406 mm, all’insegna del vice ammiraglio L.E. Holland) e Repulse, la portaerei Victorious, gli incrociatori pesanti Norfolk e Suffolk (che pattugliano già il Canale di Danimarca) e 6 caccia. Alle ore 0,52 del 22 maggio,da Scapa Flow, con destinazione il Canale di Danimarca, salpano, agli ordini del viceammiraglio L.E. Holland lo Hood e la Prince of Wales scortati da 6 cacciatorpediniere. L’ordine è di appoggiare gli incrociatori Norfolk e Suffolk che già operano in quel settore. Un ricognitore inglese accerta che le due unità tedesche segnalate a Bergen se ne sono allontanate. Alle 20 la notizia raggiunge l’ammiraglio Tovey. Alle ore 22,45 salpa da Scapa Flow la portaerei Victorious.
Nella mattinata del 23 maggio l’incrociatore da battaglia Repulse raggiunge la squadra di Tovey.
Ore 12. La Bismarck e il Prìnz Eugen entrano nel canale di Danimarca, dopo aver doppiato a nord l’islanda. I campi di mine predisposti dagli inglesi ai largo della costa islandese, e la cui esistenza era ben nota al comando della Kriegsmarinc, costringono le due navi da guerra a passare al largo, proprio nel mezzo del canale dove il cielo è insolitarnente limpido.
Alle ore 19,22 le due unità tedesche vengono avvistate dall’incrociatore Suffolk che ne dà immediatamente notizia alle altre unità della flotta inglese.
Alle 20,22 anche l’incr. Norfolk avvista le due navi nemiche a 6 miglia di distanza e ne segnala a sua volta la posizione al comando.
Ore 20,30. La Bismarck accosta e apre il fuoco contro il Norfolk che riesce miracolosamente a sfuggire alle bordate della corazzata tedesca. A questo punto l’ammiraglio Lutjens, che comanda il gruppo, si rende conto che ogni suo piccolo mutamento di rotta e di velocità viene puntualmente registrato e segnalato al comando generale e forse si chiede se non sia il caso di abbandonare il piano di raggiungere l’Atlantico e rientrare in Germania. Decide tuttavia di proseguire.
Alle ore 24 grazie alle segnalazioni del Suffolk, il vice ammiraglio Holland calcola che il suo Hood si trova a sole 120 miglia dalla Bismarck. Intanto il Norfolk e il Suffolk interrompono improvvisamente il flusso di informazioni sulle navi nemiche che avevano fornito fino a quel momento: è successo che i due incrociatori britannici hanno perduto ogni contatto con il gruppo tedesco.
Il 24 maggio alle 2,47 il Suffolk “riacciuffa” sul suo radar le sagome delle due unità tedesche. Alle ore 4 in base alla sua rotta attuale la corazzata tedesca avrebbe incrociato lo Hood verso le 5,30, proprio allo spuntare del giorno.
Ore 5,35. Lo Hood e la corazzata Prince of Wales avvistano in direzione nord-ovest la sagoma di due navi. Si tratta proprio delle unità tedesche “ricercate”; la distanza è 17 miglia. Ore 5,52. Con il loro seguito di cacciatorpediniere la Prince of Wales e lo Hood aprono il fuoco sulla Bismarck e il Prinz Eugen. Alle 6 una granata da 381 della Bismarck trapassa la corazzatura dello Hood e va ad esplodere al centro della nave, la quale salta in aria e in breve cola a picco. Dei 1419 uomini di equipaggio (95 ufficiali e 1324 tra sottufficiali e marinai) se ne salvano solo 3. Poco dopo anche la Prince of Wales viene colpita ripetutamente e il comandante, capitano di vascello Leach, decide di abbandonare la lotta e di ritirarsi. La Bismarck non tenta nemmeno di inseguire la corazzata inglese che può cosi raggiungere indisturbata il Norfolk e il Suffolk. I due incrociatori britannici continuano infatti a controllare a distanza i movimenti della corazzata nemica che sta puntando ora verso il golfo di Biscaglia: il Prinz Eugen si è intanto staccato dalla Bismarck facendo rotta verso sud. Nel pomeriggio l’Ammiragliato britannico chiama a raccolta la portaerei Ark Royal, le corazzate Ramillies e Rodney, l’incrociatore da battaglia Renown, l’incrociatore Sheffield e 6 cacciatorpediniere, tutte unità della “Forza H” di stanza a Gibilterra. Quasi metà dell’intera flotta inglese è ora alla caccia del colosso tedesco.
Otto aerosiluranti del tipo Swordfish decollati dalla portaerei Victorious lanciano i loro siluri contro la Bismarck: uno colpisce l’unità tedesca a mezza nave senza però causare danni apprezzabili.
Il 25 maggio alle ore 3,16 il Suffolk perde il contatto con la Bismarck: la nave tedesca sembra essersi misteriosamente volatilizzata. Alle ore 8,10 si alzano in volo dalla Victorious gli Swordfish che partecipano alle ricerche della nave nemica. Inutilmente. Vane sono anche le ricerche affannose del Norfolk e del Suffolk.
Alle 10,36 del 26 maggio un idrovolante Catalina una avvista la Bismarck. La corazzata tedesca si trova a più di 700 miglia a ovest di Brest e a sole 130 miglia dalla King George V dell’ammiraglio Tovey.
Alle 14,30 quindici aerosiluranti del tipo Swordfish, decollati dalla portaerei Ark Royal, puntano in direzione della Bismarck, distante 20 miglia, per cercare di colpirla prima che l’unità tedesca riesca ad entrare sotto l’ombrello protettivo dei bombardieri tedeschi dislocati in Francia. Le condizioni atmosferiche sono pessime, una densa e bassa nuvolaglia impedisce quasi del tutto la visibilità. In un improvviso squarcio i piloti inglesi intravedono una nave e sganciano i loro siluri. Ma il bersaglio scelto non è la Bismarck bensi l’incrociatore inglese Sheffield del cui avvicinamento alla nave tedesca gli equipaggi degli aerosiluranti non erano stati avvertiti. Lo Sheffield riesce tuttavia ad evitare i siluri.
Ore 19. Gli Swordfish dell’Ark Royal sono nuovamente in volo.
Ore 19,50. Gli aerosiluranti inglesi sono addosso alla Bismarck sulla quale scaricano i loro ordigni. Un siluro colpisce la nave tedesca danneggiando gravemente il timone con la conseguenza che la corazzata deve ridurre notevolmente la velocità. Durante la notte, una squadriglia di cacciatorpediniere mantiene il contatto con il nemico.
Il 27 maggio alle ore 8,15 l’incrociatore Norfolk segnala l’esatta posizione della Bismarck alle corazzate King George V (l’ammiraglia) e Rodney che intanto sono sopraggiunte. Ore 8,47. La Rodney apre il fuoco sulla Bismarck imitata subito dopo dalla King George V e, più tardi, dagli incrociatori Norfolk e Dorsetshire. La Bismarck si difende con salve molto precise, ma la quantità di proiettili che la raggiungono ne riducono progressivamente la capacità offensiva. Alle ore 10 il colosso tedesco è ridotto a un rottame completamente muto.
Ore 10,15. L’incrociatore Dorsetshire riceve l’ordine di accostarsi alla Bismarck e di finirla con i suoi siluri.
Alle 10,40 la Bismarck si capovolge e si inabissa. Dei circa 2300 uomini di equipaggio solo 110 vengono tratti in salvo dal Dorsetshire e dal cacciatorpediniere Maori. Tra le vittime lo stesso ammiraglio Lutjens e il comandante della nave, il capitano di vascello Lindemann.
Il 1° giugno l’incrociatore pesante Prinz Eugen, sottrattosi abilmente alle ricerche inglesi, raggiunge il porto di Brest.


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