Dal 25 Luglio all'8 Settembre
Nell’estate del 1943, con il susseguirsi
delle sconfitte militari dell’Italia e
l’invasione della Sicilia da parte degli
Alleati, cresce la sfiducia e l’opposizione
verso Mussolini ed emerge una crisi latente, che porterà alla caduta del regime
fascista. I principali dirigenti politici e militari del paese,
con il determinante appoggio del re, si convincono che solo
allontanando Mussolini dal potere si potrà evitare il crollo definitivo dell’italia.
Nella riunione del Gran consiglio del fascismo, che si conclude alle prime ore del
mattino del 25 luglio 1943, viene
approvato un ordine del giorno presentato da Dino Grandi (presidente della Camera dei
fasci e delle corporazioni), con il quale si
decide “l’immediato ripristino di tutte le
funzioni” delle istituzioni statali e si conferisce al sovrano l’effettivo
comando delle forze armate. Nel pomeriggio il re comunica a Mussolini
di aver deciso di sostituirlo con il generale Pietro Badoglio; il
duce viene arrestato dai carabinieri.Alle
22.45 la radio dà la notizia della destituzione di Mussolini e trasmette il
comunicato di Badoglio che annuncia il proseguimento della guerra accanto
all’alleato tedesco. Folle esultanti si riversano per le
strade, acclamando il re e Badoglio ma
chiedendo in molti casi pace e libertà.I
simboli del regime vengono abbattuti, i fascisti sembrano scomparsi. Un decreto di
Badoglio scioglie il Partito nazionale fascistae abolisce il Gran consiglio
e ilTribunale speciale.
Il governo intende riaffermare la continuità dello stato prefascista e
della monarchia sabauda: è ormai chiaro che il colpo di stato contro Mussolini rischia di
trasformarsi in un’operazione di ricambio
interna al gruppo dirigente.
Temendo che le manifestazioni popolari sfocino in moti
rivoluzionari, il capo di stato
maggiore dell’esercito, generale Mario Roatta,
ordina all’esercito di aprire il fuoco su
qualsiasi manifestazione che
violi lo stato d’assedio: le vittime saranno numerose.
Mentre i partiti antifascisti (i
comunisti, i socialisti, la Democrazia cristiana erede del
Partito popolare, gli azionisti
di Giustizia e libertà) si riorganizzano, il governo avvia
trattative segrete con gli Alleati. Il 5 settembre, a
Cassibile, in Sicilia, viene firmato
l’armistizio con gli angloamericani, che verrà reso noto
dalla radio solo l’8 settembre.Vittorio Emanuele e la famiglia reale, Badoglio e i
generali compiono una fuga ìgnominiosa
dalla capitale verso Pescara, prima di imbarcarsi per Brindisi, lontani dalle truppe
tedesche.
L’esercito viene lasciato senza ordini, il
paese è abbandonato in balia delle truppe
naziste, che il 9 settembre varcano il
Brennero. Lo stesso giorno gli antifascisti
danno vita al Comitato di liberazione nazionale, chiamando il popolo “alla lotta e
alla resistenza”. Per
l’esercito italiano
l’annuncio dell’armistizio è uno sfacelo:
60.000 fra morti e
dispersi, 550.000 deportati in Germania;
fra i superstiti, molti
fuggono verso casa,
molti danno vita a
bande partigiane
che animeranno la
Resistenza.Il 10 settembre i tedeschi ottengono la resa dei
contingenti italiani posti a difesa di Roma.
Il 12 settembre un reparto di paracadutisti tedeschi, comandato dal maggiore
Otto Skorzeny, libera Mussolini, che era stato confinato sul Gran Sasso, e lo conduce
in Germania.
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