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9. Carne Mangia Carne?
by Dani

 

Il tema del vegetarianesimo è uno dei temi più discussi negli ultimi anni. Sempre più gente sembra orientata a diffidare della purezza della carne animale, o a rifiutarla per motivi ideologici, o per rispetto per gli animali, o per altri motivi.

Ma quanto conviene non mangiare carne? E' veramente così terribile per la salute? No, non è terribile. Anzi, a molta gente serve mangiare carne. Perché? Perché simile attira simile, e finché si hanno in sé pensieri di distruzione estrema, di abuso, di violenza e di morte allora è necessario mangiare carne. E' necessario mangiarla perché altrimenti non si possono trascendere quei pensieri. Perché? Perché la realtà è fatta di pensieri. Ed anche la forma quindi è fatta di pensieri. E molta gente ha ancora dentro di sé tali pensieri negativi, e quindi ha molta voglia di carne.

Se non si dà alla forma ciò di cui ha bisogno data la sua composizione di pensieri momentanea, allora la forma non può essere in salute. Solo nel momento in cui si trascendono tutti i pensieri che attirano la carne come cibo nella propria realtà, allora in quel momento la propria forma non avrà alcun più desiderio di carne. Ed oltretutto, fino a quel momento la propria forma non sarà pronta per una dieta vegetariana. Quindi se si cerca di forzare la propria evoluzione adottando una dieta vegetariana quando la propria forma richiede ancora carne (cioè si ha voglia di mangiare carne), non si fa altro che autodanneggiarsi.

Mangiare carne quindi è necessario fino ad una certa fase dell'evoluzione. E quando non sarà più necessaria, il corpo ve lo farà capire, poiché non avrà più voglia di carne. La parte non semplice sta nel riuscire a percepire ciò che il corpo richiede. Spesso i pensieri inviati dai media e da altre parti influenzano molto il proprio pensiero.

Per ascoltare il proprio corpo, è sufficiente allontanare tutti i pensieri che interferiscono nella comunicazione tra mente e corpo e sentire quello di cui si ha voglia. Le "voglie" rappresentano di solito ciò che il corpo desidera in quel momento, e cioè ciò di cui ha bisogno. E' importante quindi ascoltare il proprio corpo riguardo la propria alimentazione. E comprendere che una dieta vegetariana forzata può essere solo dannosa alla forma se non è pronta a sostenerla.

La dieta vegetariana comporta solitamente l'esclusione dalla propria dieta di carne animale (ed anche umana, per i cannibali!) e pesce. Di solito si chiama vegana la dieta che esclude anche uova, latte e derivati. Che dire di questi ultimi?

Mi sembra chiaro che nel prelevare il latte dalla mucca o da altro animale non ci sia distruzione. Vi è solamente l'appropriazione impropria di un qualcosa che non è proprio. E di certo la mucca non offre il latte, perché se lo offrisse spontaneamente allora lo farebbe da sola senza che qualcuno debba mungerla! Quindi anche qui vi è dietro un pensiero da trascendere, ed è quello della appropriazione impropria di una proprietà altrui. Cioè senza che quell'altro lo offra spontaneamente, si prende qualcosa di suo personale.

Qui bisogna distinguere tra possesso e proprietà. Per possesso intendo un oggetto che non fa parte dell'essere stesso, ma è un qualcosa che è "nelle proprie mani". Per proprietà invece intendo ciò che costituisce l'essere stesso. Ad esempio, io posseggo un orologio ma sono proprietario del mio braccio e del mio sangue. Quindi, data questa distinzione, c'è differenza se mi approprio di una proprietà o di un possesso altrui. Nel caso della mucca, il latte è sua proprietà. E si danneggia la forma stessa. Nel caso invece di un oggetto la situazione è diversa. Perché? Perché posso ridarglielo. Posso cioè ribilanciare dare ed avere. Ad esempio, prendo una penna perché mi serve dalla scrivania del mio collega e poi la ripongo dov'era. E quando torna gli dico che l'ho utilizzata. Glielo dico per correttezza. E ribilancio il prestito a livello energetico, attraverso un semplice "grazie".

Non posso forse ringraziare la mucca o altro animale per la carne o il latte che mi dona e quindi ribilanciare a livello energetico dare ed avere? No. Perché? Perché la benedizione o ringraziamento vale come bilanciamento automatico a livello energetico solo se vi sono pensieri puri in gioco. Negli altri casi, non vale. Bisogna vivere i propri pensieri negativi, viverli e trascenderli.

Sarebbe come uccidere una persona, chiederle scusa e quindi cavarsela così. O, come fa la chiesa cattolica attraverso la confessione, confessarsi a qualcuno per ciò che si ha fatto, recitare due preghiere e tutto è a posto. Se così fosse, dove sta l'evoluzione? Se mi si perdona sempre tutto e non sperimento mai le conseguenze delle mie azioni (cioè di ciò che penso), che senso avrebbero l'evoluzione e l'apprendimento?

Quando penso qualcosa, che sia frutto di mio ragionamento o di manipolazione, tendo poi a manifestarlo nella realtà. Ma come faccio a capire che sbaglio se mi si perdona sempre tutto? Cioè se non mi si fa capire che sbaglio? Sperimentare la conseguenza delle proprie azioni significa comprendere perché una cosa è sbagliata o meno. Se si ha dentro il pensiero di uccidere un altro essere, allora attireremo persone che hanno dentro questo stesso pensiero, e che quindi tenderanno ad uccidere noi stessi! Capite quindi come il pensiero che si ha dentro attiri le proprie esperienze?

Il ringraziamento è una sorta di benedizione. Ringraziando una persona, la si grazia, cioè la si benedice. Ed in questo modo, si riequilibrano le energie tra dare ed avere, senza dover contraccambiare a livello fisico. Questo metodo di riequilibrio attraverso la benedizione è necessario per mantenere tutto in equilibrio, dato che altrimenti sarebbe molto difficile mantenere il tutto in equilibrio a livello fisico. Quando non si può, si ringrazia, e quindi si benedice l'altro e si bilancia il tutto. Semplice, no? Per questo da sempre sin da bambini si insegna ai piccoli a ringraziare sempre. Perché in realtà è una forma di benedizione, cioè di ringraziamento.

Quindi, se si utilizza un possesso altrui senza chiedere il permesso, o perché ci si dimentica o perché non è fisicamente possibile, si può ribilanciare tranquillamente tutto anche a posteriori se lo si ringrazia. Questo tipo di appropriazione non è negativo, fa parte della vita quotidiana. E non è necessario trascendere alcun pensiero particolare, perché non è un atteggiamento da eliminare. Fa parte della vita. E si possono ribilanciare le energie senza problemi.

Quindi è normale che, una volta trascesi i pensieri di appropriazione di una proprietà altrui, allora anche il desiderio del latte e dei suoi derivati verrà meno. Semplicemente perché la forma non avrà più in sé tali pensieri e quindi non avrà più bisogno di latte e derivati per rimanere in salute.

Che dire invece delle uova? Nel caso delle uova, vi è distruzione. Perché si mangia comunque un essere vivente. Si mangia in sostanza un essere in crescita non ancora completamente formato. E' come mangiare un feto umano. E quindi? Anche qui lo stesso discorso della carne. Una volta trasceso il pensiero della distruzione di un altro essere in crescita allora il corpo non avrà più alcun desiderio né bisogno di mangiare uova.

Quindi cosa si mangia quando si trascendono tutti questi pensieri? Si mangia ciò che viene offerto dall'ambiente in cui viviamo. E le uniche cose che sono esplicitamente offerte sono frutta, verdura e cereali. Questo è tutto ciò che offre la Terra, che è la nostra casa ed il nostro giardino. E che dobbiamo quindi curare con tutto il nostro amore.

Con tale cibo offerto dalla Terra e dalla natura stessa per nutrirci, abbiamo tutto ciò di cui il nostro corpo necessita. E con questo cibo, si posso creare un'infinita di pietanze prelibate! L'unico limite può essere solo la creatività umana.

Si arriverà mai un giorno a vivere d'aria? Potenzialmente sì, ma è difficile che ciò avverrà mai. Perché mangiare è un piacere. Ed è anche un modo per le persone e le altre specie di ritrovarsi, stare vicini e vivere in comunità. E dato che frutta, verdura e cereali sono semplici forme fisiche che sono state create proprio per nutrire forme più complesse, non vi è alcun pensiero distruttivo legato al mangiare tale cibo.

Anche il fare esperienza di essere mangiati da forme più complesse è comunque un'esperienza che insegna, se viene fatta spontaneamente e con amore. Frutta, verdura e cereali sono forme che, pur non avendo una mente sviluppata, hanno un corpo emotivo molto sviluppato. Percepiscono le energie di ciò che sta attorno. La consapevolezza pura (Dio) creò tali forme fisiche per fare una forte esperienza emotiva, concentrandosi cioè sulla ricezione di tutte le energie che si percepiscono attraverso l'interazione con l'ambiente. Per questo sono forme estremamente sensibili.

Perché si fanno mangiare? Perché tali forme non sono altro che le forme che vengono prima degli animali e degli uomini nella scala evolutiva. E quindi si fanno mangiare da loro per cominciare a fare esperienza indiretta di che cosa sia una forma più complessa. Allo stesso modo esse si nutrono di vermi e terra. E di acqua. Gli elementi terra, acqua, fuoco e aria sono forme di vita ancora più semplici. E così sempre più in basso fino ad arrivare alle particelle elementari che sono la forma più semplice esistente.

Ora, se così è, perché allora anche gli animali che, nella scala evolutiva vengono prima dell'essere umano, non si lasciano mangiare per fare esperienza di una forma più evoluta? Perché gli animali sono forme che furono create immortali, come l'essere umano. E quindi non sono create per morire. Quindi mangiarle significa incorporare in sé il pensiero della distruzione e della morte. Le piante, invece, non furono create per essere immortali. E quindi mangiarle non implica incorporare in sé pensieri di morte e distruzione. Anzi, vi è una benedizione reciproca: si ringraziano le piante per offrirsi come cibo, ed allo stesso modo le piante ringraziano per offrire loro la possibilità di sperimentare forme più complesse.

Tutto è consapevolezza. Quindi mangiando qualcosa assorbiamo la sua consapevolezza. E quindi tale consapevolezza può giovare dello sperimentare una forma più complessa. Tali consapevolezze rimangono per sempre dentro di noi una volta mangiate? No, vi rimangono fintantoché non le eliminiamo attraverso le feci e l'urina corporei.

Questo vi dà una visione completamente nuova delle feci e dell'urina, no? Le feci e l'urina non dovrebbero scaricare tossine o cibo di scarto, ma soltanto quelle sostanze che contengono la consapevolezza di ciò che si mangia. E queste sostanze tornano alla terra. E quindi la terra le ridona alle specie di piante mangiate che quindi, reincorporando la consapevolezza entrata nelle forme animali ed umane, porta nuova esperienza e comprensione. E così evolvono.