POIRINO

 

 

 

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IL PAESAGGIO NATURALE E LE ATTIVITA' PRODUTTIVE:
LA TINCA
La tinca dorata del pianalto di Poirino

Appartenente alla famiglia dei ciprinidi, la Tinca (Tinca tinca) è oggi difficilmente reperibile essendo in forte rarefazione sul territorio italiano.

La zona che si estende tra le province di Asti, Cuneo e Torino, geologicamente nota come altopiano di Poirino in quanto caratterizzata da una tipica argilla rossa pleistocenica, è tradizionalmente nota per l’allevamento e il consumo di una varietà di Tinca dalla forma gibbosa e dalla livrea dorata.Per gli abitanti del posto la Tinca ha sempre rappresentato una non trascurabile fonte alimentare, avendo carni gustose e morbide, non grasse e non ricche di miospine, un tegumento sottile e dal gusto delicato.Presentando rinomate qualità organolettiche, la Tinca è consumata tradizionalmente fritta, in carpione o utilizzata come condimento nel risotto, cucinandola dopo averne lasciato asciugare le carni in lembi di tela per almeno 24 ore.Le tradizioni economiche alimentari, legate alle attività agricole, imponevano la cattura di

tinche adulte in primavera, per avere proteine fresche dopo l’inverno e ridurre l’eccesso dell’imminente riproduzione, successivamente, alla fine della stagione calda, si eseguiva la pesca che procurava il materiale da consumare in carpione nei mesi freddi.Queste tradizioni sono rimaste e ancora oggi, sul Pianalto, si usa consumare la tinca da maggio a ottobre.La tinca è molto astuta tanto che riesce persino a illudere i pescatori professionisti: anziché mangiare l’esca come tutti gli altri pesci la succhia.In questo modo il galleggiante si muove sino ad andare sott’acqua e il pescatore tira la canna, ma senza esito perché la tinca non ha l’esca in bocca.

Questo pesce vive in acque calme o lente piene di vegetazione sommersa;può raggiungere i 45 cm di lunghezza e i 5 kg di peso.

La tinca si nutre principalmente di vermi, bigattini, mais e impasti vari.Le tecniche migliori per pescarla sono quelle di fondo e galleggiante.