Storia di un acero campestre

Era una brutta giornata, fredda, di autunno ed ero un piccolo semino di acero dentro una samara. Siccome ero maturo stavo per staccarmi dal ramo e avevo tanta paura di staccarmi dalla mia mamma albero. Arrivò un forte vento che mi lasciò cadere per terra e dopo un po’ arrivò un uccellino che mi prese nel becco e volò lontano, lontano. Mi sentivo ancora più triste perché volevo tanto bene ai miei fratellini e a mia mamma. Io scivolai per terra in un prato. Rimasi nel prato e arrivò la pioggia che mi bagnò. Le foglie mi coprirono, dopo un po’ mi nacquero le radici. Dopo tanti giorni mi svegliai che ero più grosso e mi spuntò un bel germoglio verde. Dopo alcuni mesi ero diventato una pianta e poi arrivò un vecchietto che mi prese con le mie radici e mi mise in un vaso pieno di terra. Mi portò da un bambino chiamato Alessandro che aveva tanto desiderato una piantina come me perché a lui piacevano tantissimo le piante. Da allora vivo sempre con lui e non mi sento più solo.

Federica


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