Scuola Toniolo

Visita ad un pastificio

(testi e disegni dei bambini delle classi seconde)


A tutti noi piace mangiare la pasta: al sugo, al ragù o semplicemente al burro. E’ un alimento genuino, che fa bene; aiuta chi compie lavori pesanti e chi studia.

Per conoscere meglio questo prodotto, giovedì 14 marzo siamo andati a visitare un pastificio in provincia di Treviso.

Siamo partiti al mattino, dalla scuola, con la corriera e, dopo un’ora di viaggio, siamo giunti a Castello di Godego. Siamo scesi in un piazzale davanti al pastificio, un grande edificio grigio e, dopo una breve attesa, eccoci riuniti in una saletta dove un’esperta ci dato molte informazioni interessanti.

Il grano utilizzato proviene da una regione italiana: la Puglia, dove il sole caldo fa maturare le spighe, e da uno Stato lontano dell’America del Nord: il Canada. Dalla pellicina dorata e leggera che avvolge il chicco, si ricava la crusca, dall’albume, più interno, si ottengono invece le farine vegetali che servono a nutrire gli animali erbivori negli allevamenti. Per fare la pasta viene adoperato il “cuore” del chicco, cioè la parte più saporita.

Abbiamo toccato alcuni semi: erano ovali, piccoli, duri, color oro. Vestiti come dei veri mugnai, con cappello e mantellina bianchi, in fila indiana, abbiamo poi percorso i corridoi dei vari ambienti dell’azienda.

Dal mulino, in funzione però solo di notte, dove il grano viene prima pulito, quindi macinato e setacciato, 28 volte in un minuto, per arrivare alla semola, siamo passati a visitare il pastificio vero e proprio. Qui dei grandi macchinari mescolano la farina con l’acqua fino ad ottenere un impasto giallo e morbido.

La lavorazione continua. L’impasto passa nelle trafile dove viene, prima compresso in cilindri, quindi spinto verso delle lunghe lastre circolari bucherellate. Acquista così varie forme, più di cento, ispirate spesso alla natura: stelline, farfalle, vermicelli, conchiglie…

I fili di pasta, raccolti su canne mobili, proseguono il loro viaggio dentro i tunnel dell’essiccazione dove rimangono 45minuti, alla temperatura di 60°. La pasta viene poi lasciata raffreddare lentamente, per un tempo che va dalla 15 alle 30 ore, secondo il formato, per mantenere integre le qualità proteiche.

Infine i vari tipi di pasta, chiusi in pacchetti, vengono accatastati da un braccio meccanico e sistemati in un magazzino, in attesa di essere caricati sui camion che li porteranno nei vari punti vendita: negozi e supermercati.

Il viaggio della pasta finisce solo quando, ancora fumante, viene portata in tavola. Allora è davvero una festa!

I BAMBINI DELLE CLASSI  2° A - B

 

buon appetito!

 

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