La
sera del 13 maggio si è conclusa, al teatro comunale,
la stagione musicale 2005/06 degli Amici della Musica di Oleggio
con un concerto promosso per festeggiare il quarantesimo anno
di fondazione dell'Associazione. Con l'occasione non si è
tralasciato di ricordare altri due importanti anniversari in
campo musicale: W A. Mozart per il 250° della nascita e
D. Shostakovich per il 100° della nascita con l'esecuzione
di loro brani affidati al quartetto "Aurea" composto
da Adriana Marmo, 1° violino, Alessandra Dalla Barba 2°
violino, Fabio Francia, viola e Valentina Giocosa, violoncello,
tutti laureati presso il conservatorio "N. Paganini"
di Genova.
Va pure menzionata, nell'intervallo tra
la prima e la seconda parte del concerto, l'esibizione di un
coro di alunni della quinta elementare della scuola "Rodari"
nell'aria "Là ci darem la mano" dall'opera
"Don Giovanni" di Mozart.
L'apertura è per due Divertimenti, il primo in rè
maggiore K 136, il secondo in fa maggiore K 138 di W A. Mozart
che sono significativi del suo linguaggio e che nonostante l'apparente
staticità della loro natura si presentano in continua
evoluzione e senza che mai il progresso sembri il frutto di
un artificio; ed è in questo contesto che il compositore
diede un nuovo sviluppo alla tecnica della variazione portandola
ad una estrema raffinatezza che supera i limiti stilistici del
"barocco", ampliando il re
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pertorio
di formule melodiche ove il mutamento di pochissime note, una
lieve sfumatura armonica, uno spostamento ritmico danno come risultato
nuove occasioni di un'eccezionale forza espressiva e di una affascinante
originalità.
Per la seconda parte, come da programma, il "Quartetto n.
3" in fa maggiore op. 73 di Dimitri Shostakovich, con il
quale il compositore russo per creare quella progressiva congestione
fonico-dinamica, che è peculiare per i suoi sviluppi, si
serve, nel movimento iniziale (Allegretto) del meccanismo contrappuntistico
della fuga; anche in questo quartetto si avvale della formula
da scena drammatica ed effusione melodica che nel quarto movimento
(Adagio) da' vita ad una passacaglia dal carattere trenodico (canto
fùnebre o meglio lamentazione); gli altri tre movimenti
presentano invece un accentuato carattere ritmico.
Le sue scelte stilistiche, l'intensa drammaticità, lo "humour"
corrosivo, le sue lugubri estasi liriche sono i suoi mezzi di
autodifesa artistica dall'influenza degli eventi politici della
storia sovietica che lo conducono in ultima analisi ad una esclusiva
e continua meditazione sul tema della morte quale atto finale,
lucidamente disperato, di sopravvivenza creativa e spirituale.
Se è pur vero che l'arte musicale di Shostakovich fu condizionata
moltissimo da tali avvenimenti e che la comunicazio
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ne
musicale soggiaceva a fortissime pressioni in tal senso, è
altresì vero che la sua arte non è stata consacrata
unicamente all'impegno civile e al mascheramento della sfera emotiva
e spirituale, ma che nell'uno e nell'altro aspetto, sia pure in
modo drammatico e contraddittorio, hanno agito in modo incisivo
certi nuclei fantastici e profondi che hanno caratterizzato, quelli
sì veramente, la sua concezione creativa.
Il quartetto "Aurea" ha reso omaggio ad ogni lato di
questi prismi creativi con autorevolezza, anche virtuoslstica,
esaltandone le esuberanze ritmiche, le contrazioni espressionistiche
e quella "vitalistica nostalgia" che percorre le partiture:
e una volta superato l'impatto iniziale il quartetto prende confidenza
con un equilibrio davvero rimarchevole: con una viola capace di
cantabili commoventi, un violoncello, anche se munito di un suono
tendenzialmente coperto, caldo ed espressivo e con due violini
viceversa taglienti, con propensione alla secchezza, si rimane
comunque incantati dall'intesa e da un dinamismo senza ammicchi,
senza esteriorità.
Tutto è stato essenziale e misurato, senza indugi, senza
retorica: la massima economia di mezzi espressivi per un risultato
di grande incisività che il pubblico presente ha apprezzato
riservando ad ogni esecuzione calorosi ed incondizionati applausi.
paolo minoli
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