Articolo riguardante la nostra esibizione al concerto degli "Amici della Musica"

La Stampa Sabato 3 giugno 2006

Nel segno di W. A. Mozart e di D. Shostakovich

Concerto del quarantennale degli Amici della Musica

La sera del 13 maggio si è conclusa, al teatro comunale, la stagione musicale 2005/06 degli Amici della Musica di Oleggio con un concerto promosso per festeggiare il quarantesimo anno di fondazione dell'Associazione. Con l'occasione non si è tralasciato di ricordare altri due importanti anniversari in campo musicale: W A. Mozart per il 250° della nascita e D. Shostakovich per il 100° della nascita con l'esecuzione di loro brani affidati al quartetto "Aurea" composto da Adriana Marmo, 1° violino, Alessandra Dalla Barba 2° violino, Fabio Francia, viola e Valentina Giocosa, violoncello, tutti laureati presso il conservatorio "N. Paganini" di Genova.
Va pure menzionata, nell'intervallo tra la prima e la seconda parte del concerto, l'esibizione di un coro di alunni della quinta elementare della scuola "Rodari" nell'aria "Là ci darem la mano" dall'opera "Don Giovanni" di Mozart.
L'apertura è per due Divertimenti, il primo in rè maggiore K 136, il secondo in fa maggiore K 138 di W A. Mozart che sono significativi del suo linguaggio e che nonostante l'apparente staticità della loro natura si presentano in continua evoluzione e senza che mai il progresso sembri il frutto di un artificio; ed è in questo contesto che il compositore diede un nuovo sviluppo alla tecnica della variazione portandola ad una estrema raffinatezza che supera i limiti stilistici del "barocco", ampliando il re

pertorio di formule melodiche ove il mutamento di pochissime note, una lieve sfumatura armonica, uno spostamento ritmico danno come risultato nuove occasioni di un'eccezionale forza espressiva e di una affascinante originalità.
Per la seconda parte, come da programma, il "Quartetto n. 3" in fa maggiore op. 73 di Dimitri Shostakovich, con il quale il compositore russo per creare quella progressiva congestione fonico-dinamica, che è peculiare per i suoi sviluppi, si serve, nel movimento iniziale (Allegretto) del meccanismo contrappuntistico della fuga; anche in questo quartetto si avvale della formula da scena drammatica ed effusione melodica che nel quarto movimento (Adagio) da' vita ad una passacaglia dal carattere trenodico (canto fùnebre o meglio lamentazione); gli altri tre movimenti presentano invece un accentuato carattere ritmico.
Le sue scelte stilistiche, l'intensa drammaticità, lo "humour" corrosivo, le sue lugubri estasi liriche sono i suoi mezzi di autodifesa artistica dall'influenza degli eventi politici della storia sovietica che lo conducono in ultima analisi ad una esclusiva e continua meditazione sul tema della morte quale atto finale, lucidamente disperato, di sopravvivenza creativa e spirituale.
Se è pur vero che l'arte musicale di Shostakovich fu condizionata moltissimo da tali avvenimenti e che la comunicazio
ne musicale soggiaceva a fortissime pressioni in tal senso, è altresì vero che la sua arte non è stata consacrata unicamente all'impegno civile e al mascheramento della sfera emotiva e spirituale, ma che nell'uno e nell'altro aspetto, sia pure in modo drammatico e contraddittorio, hanno agito in modo incisivo certi nuclei fantastici e profondi che hanno caratterizzato, quelli sì veramente, la sua concezione creativa.
Il quartetto "Aurea" ha reso omaggio ad ogni lato di questi prismi creativi con autorevolezza, anche virtuoslstica, esaltandone le esuberanze ritmiche, le contrazioni espressionistiche e quella "vitalistica nostalgia" che percorre le partiture: e una volta superato l'impatto iniziale il quartetto prende confidenza con un equilibrio davvero rimarchevole: con una viola capace di cantabili commoventi, un violoncello, anche se munito di un suono tendenzialmente coperto, caldo ed espressivo e con due violini viceversa taglienti, con propensione alla secchezza, si rimane comunque incantati dall'intesa e da un dinamismo senza ammicchi, senza esteriorità.
Tutto è stato essenziale e misurato, senza indugi, senza retorica: la massima economia di mezzi espressivi per un risultato di grande incisività che il pubblico presente ha apprezzato riservando ad ogni esecuzione calorosi ed incondizionati applausi.
paolo minoli