Il poveraccio, che vuole imitare il potente, crepa.
In un prato una rana notò il bue e, presa da
invidia per una mole così grande, gonfiò
la pelle rugosa, poi chiese ai suoi piccoli se fosse
più grossa del bue. Quelli dissero di no. Di
nuovo tese la cute con sforzo anche maggiore e in modo
analogo chiese chi fosse più grande. Quelli dissero
il bove. Alla fine, inviperita, volle gonfiarsi con
più gagliardia: ebbene, rimase a terra con il
corpo scoppiato.
Fedro, I, 24.
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