Un topolino correva sul
corpo di un leone addormentato, il quale si svegliò
e, acchiappatolo, fece per ingoiarlo. La bestiola cominciò
a supplicare di risparmiarlo e a dire che, se ne usciva
salvo, gli avrebbe dimostrato la sua riconoscenza. Il
leone scoppiò a ridere e lo lasciò andare.
Ma dopo non molto gli capitò un caso in cui dovette
davvero la sua salvezza alla riconoscenza del topolino.
Alcuni cacciatori riuscirono a catturarlo e lo legarono
con una corda ad un albero. Il topo allora udì
i suoi lamenti, accorse, rosicchiò la corda e
lo liberò, soggiungendo: "Tu quella volta,
teri fatto beffe di me, perché non immaginavi
mai di poter avere una ricompensa da parte mia. Sappi
ora che anche i topi sono capaci di gratitudine".
La favola mostra come, col mutar delle circostanze,
anche i potenti possono aver bisogno dei deboli.
(da: Jean de La Fontaine)
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