Un gatto chiamato Rodilardo
faceva tale strage di topi che non se ne vedevano quasi
più intorno, tanto grande era il numero di quelli
che aveva mandato alla sepoltura. I pochi rimasti.,
mancando loro il coraggio di lasciare i rifugi in cui
si celavano, erano ridotti a non mangiare nemmeno il
quarto di ciò che occorreva loro per sfamarsi
e Rodilardo era considerato fra quella povera gente,
non un gatto, ma un vero e proprio demonio.
Un giorno però, quel gatto si mise in viaggio
per certe sue private faccende e, approfittando di questa
lontananza, i topi superstiti si riunirono a congresso
per discutere e trovare un rimedio al grande pericolo
che li sovrastava. Dichiarata aperta la seduta, il decano,
vecchio topo noto per la sua prudenza, espose che, a
suo parere, si sarebbe dovuto trovare il modo di attaccare
al più presto un sonaglio al collo di Rodilardo.
Così, quando costui si sarebbe avviato alla solita
caccia di roditori, i topi, preavvertiti dal suono avrebbero
fatto in tempo a rifugiarsi nei loro buchi. Non sapeva
suggerire altro ripiego migliore di questo e tutti i
congressisti condivisero il saggio parere del signor
decano.
La difficoltà consisteva nel fatto di riuscire
ad appendergli il sonaglio al collo:
Uno disse:
"Io non ci vado; fossi pazzo!".
Un altro mormorò:
"Non me ne sento capace".
La seduta fu sciolta senza venire a capo di nulla.
Ne ho visti anch'io di simili congressi che si sono
riuniti per non approdare ad un bel niente. Congressi
non di topi, ma di scienziati, e persino capitoli di
canonici. Non mancano i buoni consiglieri quando si
deve discutere, ma se si tratta di eseguire le decisioni
prese, allora tutti si ritraggono indietro con qualunque
pretesto.
(da: Jean de La Fontaine)
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