LA PROPAGAZIONE DEL CALORE IN MATERIALI DIVERSI
L’anno scorso abbiamo
verificato la capacità di alcuni materiali di scaldarsi anche se lontani da una
fonte di calore. Avevamo messo in una pentola d’acqua bollente cucchiai di
materiali diversi e abbiamo constatato che alcuni si scaldavano fin sulla punta
del manico, mentre altri, come il cucchiaio di legno, si potevano
tranquillamente toccare senza scottarsi.
Anche quest’anno abbiamo
voluto fare un esperimento per verificare la propagazione del calore in
materiali solidi.
Ci siamo procurati diversi
bastoncini di: acciaio, legno, plastica,rame e alluminio.
Abbiamo attaccato con la
cera calda dei semi di zucca o di pepe, a distanze regolari, lungo le aste, che
abbiamo appoggiato a dei sostegni, preparati in modo che sotto ci stesse una
candela accesa.
La fiamma doveva scaldare
il bastoncino e, se il materiale fosse stato un buon conduttore, il calore si
sarebbe propagato lungo l’asta, fino a far colare la cera e a far cadere i
semi.
Purtroppo non abbiamo
trovato aste tutte uguali per lunghezza e spessore; quelle di rame erano cave e
una più sottile dell’altra.
Abbiamo registrato i tempi:
da quando è stata accesa la candela sotto l’asta, a quando erano caduti tutti
i semi. In alcune sbarre non sono caduti, o solo in parte.
Abbiamo posto la fiamma
sempre alla stessa distanza dalla sbarra.
Tubo di rame del diametro di un cm, più corto degli altri
Tubo di rame sottile ( diametro 5 mm)
Tubo di acciaio non cavo
Non siamo riusciti a fare
l’esperimento con l’asta di legno e il tubo di plastica rigida perché, a
contatto con la fiamma della candela, bruciavano ( il legno si è infiammato e
la plastica colava).
Allora abbiamo ripetuto
l’esperimento mettendo i due bastoncini di legno e plastica, con un’estremità,
in acqua bollente.
Dopo mezz’ora, i semi di
zucca, attaccati su tutta la lunghezza, resistevano e le due sbarre non erano
per niente scaldate.
Ci siamo così convinti che
plastica e legno sono pessimi conduttori, ma buoni isolanti.
LE NOSTRE OSSERVAZIONI
Tommaso – Le due aste di
rame hanno lasciato passare subito il calore e i semi attaccati sono caduti
quasi subito; i tubi si sono riscaldati fino all’estremità opposta alla
fiamma ( come immaginavo).
Lo spiedo di alluminio,
invece, non ha condotto bene il calore ( contrariamente alle previsioni).
Aggiungendo un’altra fiamma, il calore si è propagato un po’ ma non è
arrivato fino in fondo.
L’asta di acciaio conduce
il calore meglio dell’alluminio, ma peggio del rame.
Ho notato che i semi, prima
di cadere, scivolano verso il basso, perché il tubo è tondo.
Andrea G – Ho capito che
il rame è veramente un buon conduttore di calore mentre pensavo lo fosse di più
l’alluminio.
Angela – Il calore che si
propaga non dipende solo dallo spessore del bastoncino, ma anche da come è
messa la fiamma sotto. Quando abbiamo aggiunto una candela sotto la sbarra di
alluminio, sono caduti altri due semi ( anche se non tutti fino in fondo).
Silvia – L’alluminio è
lento a far passare il calore; il rame è veloce; nella plastica e nel legno non
passa.
Mattia – Nella sbarra di
alluminio sono caduti i primi semi, ma poi si è bloccato. Nel rame i semi sono
caduti tutti molto presto. Nell’acciaio ci ha impiegato un po’ di più.
Ho capito che i metalli non
hanno lo stesso tempo di conduzione del calore.
Andrea O – Lo spiedo di
alluminio, all’estremità opposta rispetto alla fiamma, era freddo.
Ilenia – L’alluminio è
stato il più lento. All’inizio cadeva un seme ogni 4-5 minuti, poi il suo
andamento si è rallentato e si è bloccato.
L’acciaio sembrava un
cronometro: cadeva un seme a ogni minuto che passava. Poi anch’esso ha
diminuito il suo ritmo.
Possiamo mettere
i materiali in scala, a seconda della conducibilità del calore:
1° rame
sottile 2° rame
grosso 3°
acciaio 4°
alluminio |
Scaldando il filo di rame, questo si
dilata leggermente diventando più lungo.
Abbiamo conficcato un pezzo
di filo di ferro lungo 10 cm , un
filo di rame della stessa lunghezza e uno stecchino di legno in una candela.
Sotto l’estremità più
lontana dalla candela abbiamo acceso un lumino che scaldava il materiale.
In pochi secondi il flo di
rame si è scaldato, fino a riuscire a colare la cera in cui era conficcato e
così è caduto. Lo stesso è successo con il ferro, ma ci è voluto un po’ pìù
di tempo. Il legno invece non si è scaldato, ma è cominciato a bruciare.
Il rame e il ferro si
sono, ancora una volta, dimostrati buoni conduttori di
calore.
La maestra ha posto, sul
fornello acceso, un recipiente di vetro resistente al calore, pieno d’acqua.
Dentro abbiamo gettato semi di mela, di limone e arancia.
Abbiamo aspettato finchè
l’acqua ha cominciato a bollire.
Allora i semi di mela, più piccoli degli altri, si sono
sollevati, poi hanno cominciato a muoversi lentamante quelli di arancia e limone
che si sono uniti agli altri in una specie di altalena.
Hanno continuato a salire e, quando erano in alto scendevano
da un’altra parte disegnando come un ovale nell’acqua.
Si erano create delle
correnti nell’acqua.
I semi sembravano spinti in
alto. Salivano anche molte bollicine dal fondo.
In questo esperimento i
semi salgono dal bordo e scendono al centro, mentre, quando abbiamo fatto la
stessa esperienza con la segatura, quella saliva al centro e scendeva ai lati.
Forse è successo perché il recipiente è stretto e alto.
Quando si è spento il
fornello, il movimento si è pian piano rallentato e poi fermato, lasciando i
semi sul fondo.
Abbiamo verificato che
l’acqua, messa a scaldare, non sta ferma, ma si muove: l’acqua più vicina
alla fonte di calore si scalda e sale e il suo posto è preso dall’acqua che
stava sopra.
La maestra ci ha fatto
toccare un blocco di ferro. È di colore grigio scuro e ha un buco nel mezzo.
Il blocco, al tatto, ci
sembra freddo e pesante.
Abbiamo discusso e
formulato delle ipotesi sulla sua temperatura. Alcuni hanno ipotizzato che fosse
freddo, ma molti sostenevano che la temperatura fosse uguale a quella
dell’ambiente.
Allora abbiamo introdotto
nel foro che c’era su uno dei lati, un termometro: segnava la stessa
temperatura dell’ambiente circostante: 21°C.
Abbiamo più volte
constatato che un oggetto tende a raggiungere sempre la stessa temperatura
dell’ambiente in cui si trova.
Dalla conversazione:
Ilenia: quando ho le mani
calde, sento fredde le cose che tocco; sento freddo il blocco di ferro, ma deve
essere a temperatura ambiente perché era qui in aula.
Tommaso: la temperatura del
ferro si è senza dubbio livellata con quella dell’aria.
Silvia: noi abbiamo la
nostra temperatura corporea e siamo vestiti; il blocco di ferro sente di più la
temperatura ambiente.
Diego M.: la temperatura
del ferro è minore di quella del nostro corpo, per questo lo sentiamo freddo.
Angela: il ferro mi
sembrava freddo forse perché la mia mano era calda. Mi succede sempre che,
quando ho la mano fredda, sento le cose calde; quando ho la mano calda, sento
freddo.
La maestra ci ha fatto
toccare anche un cubo di legno, anch’esso con un buco per permettere
l’introduzione di un termometro. Nessuno l’ha sentito freddo. Perché?
Diego B.: abbiamo pensato
che il legno è un isolante e perciò non trattiene il freddo. Le nostre mani
erano calde e così hanno sentito il ferro più freddo.
Gianluca: il legno è un
isolante, mentre il ferro prende il caldo dalle nostre mani e ci dà una
sensazione di fresco. Anche se sentivo freddo il ferro, ho pensato subito che
avesse la stessa temperatura dell’ambiente. Ho capito che la nostra mano ha
sentito freddo il ferro perché è un buon conduttore e ha preso un po’ di
calore dalla nostra mano e così noi lo sentiamo freddo.
Abbiamo riscaldato il
blocco di ferro, ponendolo sopra il fornello elettrico acceso.
Abbiamo registrato la
temperatura raggiunta fino a quando ha raggiunto quasi la massima temperatura
segnata sul termometro e allora la maestra l’ha tolto perché non scoppiasse.
Era arrivato a 141°C in 23 minuti.
ora |
Temperatura |
9,20 |
18 |
9,25 |
34 |
9,30 |
77 |
9,35 |
100 |
9,37 |
110 |
9,40 |
123 |
9,42 |
133 |
9,43 |
141 |
A quel punto la maestra ha
preso il blocco con delle presine e l’ha messo in una pentola dove c’era un
litro d’acqua a 17°C.
Si è sentito uno
sfrigolio; si è sollevata una nuvoletta di vapore e…la temperatura
dell’acqua è salita a 29°C subito e a 36°C dopo 2 minuti.
L’acqua era in parte
evaporata.
Anche questa prova ci ha
fatto capire che il ferro aveva ceduto parte del calore all’acqua; c’era
quindi stato un trasferimento di calore.
Abbiamo provato anche con
il cubo di legno, ma questo non si è scaldato. Il fondo cominciava a bruciare
ed è uscita un po’ di resina che ha prodotto fumo e puzza.