Avevamo a disposizione un fornello elettrico (che usa solo la
maestra), una pentola, una caraffa, un termometro e dell’acqua.
Abbiamo
misurato la temperatura dell’ambiente: il termometro alla parete segnava 20°.
Siamo
andati a prendere acqua dal rubinetto in bagno e l’abbiamo messa, un po’
nella caraffa e un po’ nella pentola che poi abbiamo messo sul fornello
acceso.
L’acqua
misurava 16° .
Marialuisa
ha detto che secondo lei , dopo un po’ l’acqua della caraffa sarebbe stata a
20° come la temperatura della stanza; infatti aveva ragione.
Abbiamo aspettato alcuni minuti e abbiamo introdotto il termometro nella pentola. Era difficile leggere la temperatura perché si appannava tutto.
Misurava 60° e si sollevava una nuvoletta di vapore. Dopo un po’ il termometro ha raggiunto i 100°.
Abbiamo aspettato ancora ma non andava più su. Abbiamo coperto la pentola con un coperchio e quando la maestra l’ha sollevato, era tutto bagnato e cadevano goccioline d’acqua. Il vapore aveva cercato di uscire ma non ci era riuscito e si era di nuovo trasformato in acqua.
La maestra ha portato a scuola quattro pezzi di ghiaccio di misure diverse. Aveva fatto congelare acqua in recipienti di grandezze differenti.
Domanda:
in aula, sul tavolo, i quattro pezzi di ghiaccio si scioglieranno
contemporaneamente?
Abbiamo
aspettato e osservato.
Risposta:
più il ghiaccio è grande, più tempo impiegherà a sciogliersi. Dipende dalla
grandezza e dalla forma.
Noi
avevamo indovinato!
Altra
domanda: e se ho tre ghiaccioli uguali, come quelli che si mettono nelle bibite,
ma li metto in posti diversi, per esempio 1 sul tavolo, 1 sul termosifone
tiepido, 1 in mano a un compagno, quale si scioglierà prima?
Abbiamo
provato e la risposta è che: in mano a Joco si è sciolto subito, sul termo in
pochi minuti, sul tavolo in più tempo.
ABBIAMO
USATO IL TERMOMETRO PER MISURARE LA TEMPERATURA
Messo
in mezzo ai ghiaccioli, il termometro segnava 0°.
L’aria
della stanza misurava 24°.
Nell’acqua
prodotta dai ghiaccioli appena sciolti segnava 5°.
0
gradi Celsius rappresentano la
temperatura del ghiaccio.
100
° C rappresentano la temperatura dell’acqua quando bolle.
Nel
termometro, il mercurio (o il liquido colorato) scende lungo la colonnina
graduata quando è al freddo, mentre sale quando viene messo in un posto più
caldo.
La
scala graduata serve per indicare (
in gradi centigradi o Celsius) la temperatura calda o fredda dell’aria
nell’ambiente in cui ci troviamo o la temperatura di un corpo o di un oggetto.
Lo
0 indica la temperatura alla quale l’acqua comincia a gelare. Le temperature
inferiori allo 0 vengono indicate con il segno -; quelle superiori allo 0
vengono indicate con il segno +.
Ci
siamo divertiti a registrare la temperatura di diversi punti della nostra aula.
Qualcuno pensava che il termometro segnasse dappertutto la stessa temperatura,
altri erano dubbiosi.
Abbiamo
disegnato nel quaderno la mappa dell’aula e registrato le temperature lette in
14 punti diversi della stanza.
-
Abbiamo scoperto che la temperatura varia, anche di molti gradi, da un punto
all’altro.
-
Le temperature non sono tutte uguali.
-
A seconda della posizione, cambia.
-
Dove c’è più caldo, la temperatura si alza.
- E’ sembrato strano che sotto il banco di Francesca segnasse 18°, poggiato su carta e, sotto il banco di Giulia, poggiato direttamente sul ripiano di metallo, segnasse 21°.
- Forse dipende dal fatto che il banco di Francesca è vicino alla
portafinestra da dove entrano spifferi di aria fredda.
-
Se sposti il termometro, la temperatura può cambiare.
-
Verso la parete esterna, con le finestre, la temperatura è più bassa.
-
Vicino alle aperture, c’è dispersione di calore.
-
Noi contribuiamo a scaldare la stanza perché il nostro fiato è caldo.
-
In alto le temperature erano maggiori perché il caldo va in su.
Osserviamo
dei cibi.
Cosa
succede se li scaldiamo?
La
maestra ha versato acqua calda in tre bacinelle e, in ognuna, ha messo due
vaschette di alluminio con dentro le seguenti sostanze:
BURRO,
ZUCCHERO, FORMAGGIO, MIELE, MARMELLATA, CIOCCOLATO.
Abbiamo
provato a prevedere quello che sarebbe successo.
o
Alessandro: secondo i miei calcoli e le mie conoscenze, il
formaggio e il cioccolato si scioglieranno un po’, il burro del tutto.
o
Chiara: il cioccolato è solido, lo zucchero polveroso, il miele
lucido e gelatinoso come la marmellata. Penso che il cioccolato non si scioglierà,
il burro sì, lo zucchero in parte.
o
Marialuisa: il cioccolato è fondente e duro, il formaggio un
po’ morbido, il burro si sta già sciogliendo; sembra duro ma non lo è. Lo
zucchero ha piccoli granelli come batuffolini, la marmellata sembra “pacciolosa”.
Per me la cioccolata sarà l’ultima a sciogliersi, il burro il primo.
o
Joco: il cioccolato è solido e grosso, il formaggio è tagliato a
fettine sottili, il burro è grande e secondo me non si scioglierà.
o
Angelica: il burro si sta sciogliendo ancora prima di essere messo
nell’acqua calda.
o
Sara: il miele è appiccicoso e comincia a sciogliersi; quando ho
messo il dito sul burro, è sprofondato e quando l’ho tolto era un po’ unto;
la cioccolata è dura.
o
Mattia: marmellata e miele rimarranno sostanze appiccicose, lo
zucchero non si scioglierà ma rimarranno dei pezzetti attaccati, il cioccolato
è duro ma con il calore dell’acqua si scioglierà.
Abbiamo
osservato per circa mezz’ora quello che succedeva nelle vaschette.
La
maestra ha aggiunto ancora acqua calda perché si stava raffreddando.
Ecco
le nostre osservazioni.
Ø
Alessandro: lo zucchero non si è sciolto. Penso che ci vorrà più
tempo. Il miele ha cambiato forma.
Ø
Chiara: il burro, come sapevamo tutti, si è sciolto. Lo zucchero
si è “aggrumato” e il formaggio, beh, si è lucidato!
Ø
Marialuisa: il miele è diventato liquido, il cioccolato si sta
sciogliendo pian piano, il burro in un minuto si è sciolto, il formaggio è
come morto.
Ø
Joco: lo zucchero non si vuole sciogliere; la marmellata fa il
succo, come il miele; col calore la cioccolata diventa più bassa.
Ø
Sara e Angelica: il burro si è sciolto e forse evaporerà.
Ø
Mattia: ho verificato che ci sono state delle trasformazioni. Il
ciocclato si è sciolto sui bordi, il formaggio è diventato lucido e
appiccicoso. Se togliessimo i cibi dall’acqua e li mettessimo in freezer,
diventerebbero di nuovo duri ma con un’altra forma.
Ø
Nicolò: quando la maestra Vanna ha messo la cioccolata
nell’acqua calda, ho potuto osservare veramente: il cioccolato è grosso,
perciò si scioglie con difficoltà. Nello zucchero i granellini si sono un
po’ attaccati.
Ø
Simone P.: lo zucchero non ha avuto nessuna evoluzione; la
marmellata sta colando.
Ø
Davide O.: il miele si è sciolto e si è attaccato alla
vaschetta.
Ø
Marco: lo zucchero è diventato appiccicoso e si formano dei
grumetti.
Ø
Matteo: mi ha colpito il burro che, in pochi secondi, si è
sciolto completamente. Penso che se avessimo messo le stesse sostanze sul fuoco,
il cambiamento sarebbe stato diverso.
Proviamo
a mettere le vaschette con i cibi in frigo. Molti pensano che le sostanze che si
sono ammorbidite si induriranno, ma in forma diversa da quella originaria.
Prenderanno la forma del fondo dello stampino.
Verifichiamo:
Il
burro si è solidificato; al tatto è liscio e scivoloso.Non ha più la forma di
prima.
Il
cioccolato era un cubetto e ora si è abbassato e allargato.
Il
miele è più denso.
Concludiamo
che ogni prodotto ha le sue caratteristiche e la stessa regola non vale per
tutti. Il calore fa trasformare molte sostanze.
Forse,
però, maggior calore avrebbe prodotto trasformazioni diverse.
Lo
zucchero non si è sciolto, ma cosa succede se lo mettiamo sul fuoco? Se,
cioè, aumentiamo il calore?
Veronica:
Il giorno dopo la maestra è arrivata a scuola con una larga padella e ci ha
portato in mensa.
Ha
versato abbondante zucchero nella padella e l’ha messa sul fornello acceso.
Lo
zucchero pian piano si è sciolto ed è diventato trasparente e poi marrone.
Tolto
dal fuoco, si è solidificato.
Non
si può farlo ritornare zucchero a granelli come era prima.
Chiara:
prima era colante, liquido e bianco, poi è diventato marrone chiaro e poi duro.
Giulia
B.: lo zucchero è diventato molle, poi marrone: è diventato caramello.
È
cambiato!
Martina:
sembra una pozzanghera di vetro.
Marco:
dopo un po’ si è solidificato.
Simone
P.: è diventato una sostanza marrone, irriconoscibile; sembra unta, come
olio bruciato.
Giulia
C.: è diventato liquido e trasparente.
Davide
R.: è diventato duro come vetro cristallizzato. La maestra ha aggiunto
mandorle e pinoli e l’abbiamo mangiato.
Francesca:
la maestra ha verificato che, con più calore, anche lo zucchero cambia. Diventa
liquido e, quando si raffredda, si solidifica. Non torna più zucchero!