DI

Calandruccio Davide, Calogero Francesca, Cupitò Nadia Rosa,
Mumoli Emilia,
Trungadi Sabrina

 

Cosenza è un comune italiano di 69.131 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia, la più estesa e popolosa della Calabria. Città tra le più antiche della regione, capofila di una conurbazione di circa 270.000 abitanti nella rappresentazione estesa nel cui perimetro (Rende) è ubicata l’Università della Calabria (Unical), il più grande campus universitario italiano e una delle migliori università d’Italia tra i grandi atenei secondo la classifica stilata dal Censis.

Il territorio cosentino è proiettato da anni verso la fusione con i comuni dell’area urbana cosentina nell’interpretazione ristretta (Castrolibero e Rende) che darà vita ad una città unica, il nodo centrale di un sistema urbano complesso, policentrico e dinamico. Cosenza è identificata anche come Atene della Calabria per via del suo passato culturale; l’Accademia Cosentina, ad esempio, è la seconda del Regno di Napoli e una delle primissime accademie fondate in Europa. Ancora oggi resta una città in cui arte e cultura affondano bene le proprie radici, non a caso nel mese di ottobre del 2008 è stata riconosciuta come Città d’arte dalla Regione Calabria con una delibera volta ad evidenziare il patrimonio storico-artistico della città, con importanti ricadute sull’aspetto commerciale (fiore all’occhiello dell’economia cittadina) e turistico del territorio. Il 12 ottobre 2011 il Duomo di Cosenza è stato dichiarato dell’UNESCO “patrimonio testimone di una cultura e di pace”; si tratta del primo riconoscimento assegnato dall’organizzazione in Calabria.

Università:
L’Università della Calabria, fondata nel 1972, è la maggiore delle università calabresi e una delle migliori tra le università italiane di grandi dimensioni. Tra i fondatori vi furono Beniamino Andreatta, Giorgio Gagliani e Paolo Sylos Labini. L’ateneo è situato sulle colline di Arcavacata, frazione del comune di Rende nell’area urbana di Cosenza ed ha delle sedi didattiche anche a Crotone e Vibo Valentia. All’anno 2009/2010 gli studenti iscritti sono stati quasi 35.000. L’Unical può vantare il primo e più grande campus universitario in Italia, adiacente alla struttura universitaria.

Rai:
Cosenza è sede della Rai regionale (TG Regione), di un museo all’aperto, dell’Ufficio Anas per l’Autostrada A3 e rappresenta uno dei principali poli regionali da un punto di vista economico, urbanistico, culturale, sociale, organizzativo e di servizio.

Cultura:
Le radici di Cosenza si perdono nel IV secolo a.C. quando i Bruzi si insediarono sul colle Pancrazio. Nota come l’Atene della Calabria, fu patria del grande umanista Aulo Giano Parrasio, iniziatore dell’Accademia Cosentina. Inoltre ha dato i natali nel 1508 al filosofo Bernardino Telesio , primo pensatore non-aristotelico e perciò detto “Primo degli Uomini Nuovi”, il titolo che gli diede Bacone.

Turismo:
l turismo, che è essenzialmente di passaggio e commerciale (nel 2010 sono state 50.000 le presenze registrate in città per soggiorni in media di due giorni), non trova sufficiente valorizzazione economica in relazione alle potenzialità di Cosenza che è città d’arte dal 2008, a causa di gestioni amministrative che hanno incentivato poco e male questo settore. La città di Telesio, storicamente nota come Atene della Calabria per il suo fermento culturale, è situata in una posizione strategica e di cerniera, al centro tra i flussi turistici del Mar Tirreno noto come “Tirreno Cosentino” a ovest dove tra le località costiere più rinomate vanno segnalate Praia a Mare, Scalea, Diamante, Belvedere Marittimo, Cetraro, Paola, Fiumefreddo Bruzio (uno dei borghi più belli d’Italia) ed Amantea e dell’altopiano della Sila cosentina nota come Sila Grande a est dove spiccano Camigliatello Silano e il villaggio turistico Lorica sede del Parco nazionale della Sila. Questi centri marittimi e montani sono ben collegati al capoluogo grazie alla SS 107 e alle linee ferroviarie Cosenza ,Paola e Camigliatello.

Gli albanese italiani:
Gli arbereshe, ovvero gli albanesi italiani, si sono insediati in particolare nel Sud fra i secoli XV e XVIII e ancora oggi, a distanza di tutto questo tempo, queste popolazioni hanno mantenuto la loro lingua e le loro tradizioni. La Calabria è stata la regione italiana che più di tutte è stata protagonista dell'emigrazione albanese, specie a partire dalla fine del'400, infatti, la nostra è la regione che conta il maggior numero di presenza arbereshe, pari a circa 30mila persone. E particolare attenzione, infatti, è riservata dalla Calabria alle etnie arbereshe, ad esempio, l'Università della Calabria ha istituito nel 1975 una sezione di “albanologia” grazie al professore Francesco Solano, oggi diretta dal docente Francesco Altimari. L'attenzione calabrese nei confronti di questa cultura d'origine balcanica è testimoniata dalle diverse associazioni che conservano e valorizzano questa cultura, in particolare nelle provincie di Cosenza e Crotone. La Lingua arbereshe, ad esempio, è parlata in alcune stazioni radiofoniche private, riviste ed emittenti televisive locali. La minoranza arbereshe è stata legalmente riconosciuta dallo Stato Italiano, con la Legge Quadro 482/99. I paesi calabresi appartenenti alla cosiddetta Arberia, sono per la maggior parte nella provincia di Cosenza, dove si contano ben 33 comuni d'origine albanese: Acquaformosa, Castroregio, Cerzeto, Cervicati, Civita, Falconara Albanese, Firmo, Frascineto, Lungro, Mongrassano, Plataci, San Basile, San Benedetto Ullano, San Cosmo Albanese, San Martino di Finita, Santa Caterina Albanese, Santa Sofia d'Epiro, Spezzano Albanese, Vaccarizzo Albanese, San Demetrio Corone e San Giorgio Albanese.
Gli albanesi sono arrivati in Italia Meridionale fra il XV e il XVIII secolo, principalmente in auto delle popolazioni locali, come uomini di armi, chiamati da re Alfonso d'Aragona per combattere le ribellioni provocate dai baroni, così si è rivolto al capo degli arbereshe, Giorgio Castriota Scandenberg. A fine battaglia il re aragonese ha ricompensato il popolo albanese concedendogli alcune terre. 


Enogastronomia:
La cucina cosentina è semplice e saporita. Si caratterizza per i gusti decisi e genuini.
La tradizione gastronomica di questi luoghi è quella silana, che ha come specialità i "cuddrurieddri", ovvero ciambelle salate, che vengono preparate durante la festa dell'Immacolata, e poi durante tutto il periodo natalizio.
I "cuddrurieddri" vanno consumati caldi, preferibilmente accompagnati da un bicchiere di vino rosso locale.
Gli antipasti sono molto gustosi, capicollo e prosciutto crudo calabrese, la sopressata di Calabria, la salsiccia, i funghi, le melanzane e le olive sott'olio, le polpette di carne e di melanzana, le frittelle di verdura, i formaggi e i latticini vari. Tra i primi piatti troviamo la pasta e patate, al forno. La caratteristica di questa pietanza è di venire cotta a crudo, con tutti gli ingredienti, penne a candela, patate, sugo parmiggiano grattuggiato, aglio, origano e sale. Sempre tra i primi troviamo i fusilli alla cosentina, che insieme a diversi tipi di pasta fresca, lavorata in casa, secondo le vecchie tradizioni vengono conditi con innumerevoli varietà di sughi: manzo, vitello, maiale, agnello, tutti con un elemento comune, ovvero la cottura in un passato di pomodoro, olio d'oliva. Questi di solito vanno ad accompagnare delle ottile tagliatelle larghe, preparate in casa, a base di ceci, condite con soffritto di aglio, olio e peperoncino. Da provare anche la pasta fresca, con funghi della Sila. Tra i secondi piatti, troviamo i "Vracculi" di rapa e "sazzizza", ovvero broccoli di rapa, fritti con olio d'oliva, sale e peperoncino, insieme alla salsiccia cosentina. Ancora, le costolette di agnello, accompagnate da pomodori, peperoni e olive verdi, le patate "'mpacchiuse", un piatto tipico caratterizzato da patate fritte appiccicate con la cipolla, il peperoncino a pezzetti e sale e le mazzacorde, preparate con interiora di agnello e condite con peperoncino rosso piccante. Altro piatto molto gustoso è il soffritto di maiale, a base di guanciale.