Cosenza è un comune italiano di 69.131 abitanti, capoluogo
dell’omonima provincia, la più estesa e popolosa della Calabria.
Città tra le più antiche della regione, capofila di una conurbazione
di circa 270.000 abitanti nella rappresentazione estesa nel cui
perimetro (Rende) è ubicata l’Università della Calabria (Unical), il
più grande campus universitario italiano e una delle migliori
università d’Italia tra i grandi atenei secondo la classifica
stilata dal Censis.
Il territorio cosentino è proiettato da anni verso la fusione con i
comuni dell’area urbana cosentina nell’interpretazione ristretta (Castrolibero
e Rende) che darà vita ad una città unica, il nodo centrale di un
sistema urbano complesso, policentrico e dinamico. Cosenza è
identificata anche come Atene della Calabria per via del suo passato
culturale; l’Accademia Cosentina, ad esempio, è la seconda del Regno
di Napoli e una delle primissime accademie fondate in Europa. Ancora
oggi resta una città in cui arte e cultura affondano bene le proprie
radici, non a caso nel mese di ottobre del 2008 è stata riconosciuta
come Città d’arte dalla Regione Calabria con una delibera volta ad
evidenziare il patrimonio storico-artistico della città, con
importanti ricadute sull’aspetto commerciale (fiore all’occhiello
dell’economia cittadina) e turistico del territorio. Il 12
ottobre 2011 il Duomo di Cosenza è stato dichiarato
dell’UNESCO “patrimonio testimone di una cultura e di pace”; si
tratta del primo riconoscimento assegnato dall’organizzazione
in Calabria.
Università:
L’Università della Calabria, fondata nel 1972, è la maggiore delle
università calabresi e una delle migliori tra le università italiane
di grandi dimensioni. Tra i fondatori vi furono Beniamino Andreatta,
Giorgio Gagliani e Paolo Sylos Labini. L’ateneo è situato sulle
colline di Arcavacata, frazione del comune di Rende nell’area urbana
di Cosenza ed ha delle sedi didattiche anche a Crotone e Vibo
Valentia. All’anno 2009/2010 gli studenti iscritti sono stati
quasi 35.000. L’Unical può vantare il primo e più grande campus
universitario in Italia, adiacente alla struttura universitaria.
Rai:
Cosenza è sede della Rai regionale (TG Regione), di un museo
all’aperto, dell’Ufficio Anas per l’Autostrada A3 e rappresenta uno
dei principali poli regionali da un punto di vista economico,
urbanistico, culturale, sociale, organizzativo e di servizio.
Cultura:
Le radici di Cosenza si perdono nel IV secolo a.C. quando i Bruzi si
insediarono sul colle Pancrazio. Nota come l’Atene della Calabria,
fu patria del grande umanista Aulo Giano Parrasio, iniziatore
dell’Accademia Cosentina. Inoltre ha dato i natali nel 1508 al
filosofo Bernardino Telesio , primo pensatore non-aristotelico e
perciò detto “Primo degli Uomini Nuovi”, il titolo che gli diede
Bacone.
Turismo:
l
turismo, che è essenzialmente di passaggio e commerciale (nel 2010
sono state 50.000 le presenze registrate in città per soggiorni in
media di due giorni), non trova sufficiente valorizzazione economica
in relazione alle potenzialità di Cosenza che è città d’arte dal
2008, a causa di gestioni amministrative che hanno incentivato poco
e male questo settore. La città di Telesio, storicamente nota come
Atene della Calabria per il suo fermento culturale, è situata in una
posizione strategica e di cerniera, al centro tra i flussi turistici
del Mar Tirreno noto come “Tirreno Cosentino” a ovest dove tra le
località costiere più rinomate vanno segnalate Praia a Mare, Scalea,
Diamante, Belvedere Marittimo, Cetraro, Paola, Fiumefreddo Bruzio
(uno dei borghi più belli d’Italia) ed Amantea e dell’altopiano
della Sila cosentina nota come Sila Grande a est dove spiccano
Camigliatello Silano e il villaggio turistico Lorica sede del Parco
nazionale della Sila. Questi centri marittimi e montani sono ben
collegati al capoluogo grazie alla SS 107 e alle linee ferroviarie
Cosenza ,Paola e Camigliatello.
Gli albanese italiani:
Gli arbereshe, ovvero gli albanesi italiani, si sono insediati in
particolare nel Sud fra i secoli XV e XVIII e ancora oggi, a
distanza di tutto questo tempo, queste popolazioni hanno mantenuto
la loro lingua e le loro tradizioni. La Calabria è stata la regione
italiana che più di tutte è stata protagonista dell'emigrazione
albanese, specie a partire dalla fine del'400, infatti, la nostra è
la regione che conta il maggior numero di presenza arbereshe, pari a
circa 30mila persone. E particolare attenzione, infatti, è riservata
dalla Calabria alle etnie arbereshe, ad esempio, l'Università della
Calabria ha istituito nel 1975 una sezione di “albanologia” grazie
al professore Francesco Solano, oggi diretta dal docente Francesco
Altimari. L'attenzione calabrese nei confronti di questa cultura
d'origine balcanica è testimoniata dalle diverse associazioni che
conservano e valorizzano questa cultura, in particolare nelle
provincie di Cosenza e Crotone. La Lingua arbereshe, ad esempio, è
parlata in alcune stazioni radiofoniche private, riviste ed
emittenti televisive locali. La minoranza arbereshe è stata
legalmente riconosciuta dallo Stato Italiano, con la Legge Quadro
482/99. I paesi calabresi appartenenti alla cosiddetta Arberia, sono
per la maggior parte nella provincia di Cosenza, dove si contano ben
33 comuni d'origine albanese: Acquaformosa, Castroregio, Cerzeto,
Cervicati, Civita, Falconara Albanese, Firmo, Frascineto, Lungro,
Mongrassano, Plataci, San Basile, San Benedetto Ullano, San Cosmo
Albanese, San Martino di Finita, Santa Caterina Albanese, Santa
Sofia d'Epiro, Spezzano Albanese, Vaccarizzo Albanese, San Demetrio
Corone e San Giorgio Albanese.
Gli albanesi sono arrivati in Italia Meridionale fra il XV e il
XVIII secolo, principalmente in auto delle popolazioni locali, come
uomini di armi, chiamati da re Alfonso d'Aragona per combattere le
ribellioni provocate dai baroni, così si è rivolto al capo degli
arbereshe, Giorgio Castriota Scandenberg. A fine battaglia il re
aragonese ha ricompensato il popolo albanese concedendogli alcune
terre.
Enogastronomia:
La cucina cosentina è semplice e saporita. Si caratterizza per i
gusti decisi e genuini.
La tradizione gastronomica di questi
luoghi è quella silana, che ha come specialità i "cuddrurieddri",
ovvero ciambelle salate, che vengono preparate durante la festa
dell'Immacolata, e poi durante tutto il periodo natalizio.
I "cuddrurieddri" vanno consumati caldi, preferibilmente
accompagnati da un bicchiere di vino rosso locale.
Gli antipasti sono molto gustosi, capicollo e prosciutto crudo
calabrese, la sopressata di Calabria, la salsiccia, i funghi, le
melanzane e le olive sott'olio, le polpette di carne e di melanzana,
le frittelle di verdura, i formaggi e i latticini vari. Tra i primi
piatti troviamo la pasta e patate, al forno. La caratteristica di
questa pietanza è di venire cotta a crudo, con tutti gli
ingredienti, penne a candela, patate, sugo parmiggiano grattuggiato,
aglio, origano e sale. Sempre tra i primi troviamo i fusilli alla
cosentina, che insieme a diversi tipi di pasta fresca, lavorata in
casa, secondo le vecchie tradizioni vengono conditi con innumerevoli
varietà di sughi: manzo, vitello, maiale, agnello, tutti con un
elemento comune, ovvero la cottura in un passato di pomodoro, olio
d'oliva. Questi di solito vanno ad accompagnare delle ottile
tagliatelle larghe, preparate in casa, a base di ceci, condite con
soffritto di aglio, olio e peperoncino. Da provare anche la pasta
fresca, con funghi della Sila. Tra i secondi piatti, troviamo i "Vracculi"
di rapa e "sazzizza", ovvero broccoli di rapa, fritti con olio
d'oliva, sale e peperoncino, insieme alla salsiccia cosentina.
Ancora, le costolette di agnello, accompagnate da pomodori, peperoni
e olive verdi, le patate "'mpacchiuse", un piatto tipico
caratterizzato da patate fritte appiccicate con la cipolla, il
peperoncino a pezzetti e sale e le mazzacorde, preparate con
interiora di agnello e condite con peperoncino rosso piccante. Altro
piatto molto gustoso è il soffritto di maiale, a base di guanciale.
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