Il portfolio del ministro Moratti
Una delle novità della riforma Moratti è il portfolio.
Non tutti forse sanno che l'inventore del portfolio degli studenti è stato il pedagogista americano Howard Gardner che lo teorizzò negli anni '90. Il suo portfolio nasceva dopo la sua brillante intuizione delle intelligenze multiple. Gardner sosteneva che la scuola dovrebbe riuscire a scandagliare tutte le capacità dei suoi allievi per scoprirne le attitudini e le abilità spesso nascoste (perché non rientrano tra le abilità oggi più ricercate). Se un ragazzo ha il pallino della matematica è fortunato, facilmente le sue abilità verranno notate ed apprezzate. Non così avviene se il ragazzo è particolarmente abile nel lavorare l'argilla, nel giocare a scacchi o nell'orientarsi nello spazio: è un inconveniente che può segnare questo allievo. Infatti, sostiene Gardner, si potrebbe puntare su questa sua abilità per accrescerne tutte le altre. E' l'effetto Pigmalione: il ragazzo acquistando fiducia in se stesso, accresce la sua autostima che, sappiamo, è la molla essenziale per crescere in tutte le direzioni.
C'entra in qualche modo Gardner nella riforma scolastica? Si direbbe di no. Il suo portfolio nasceva dalla necessità di individuare le intelligenze multiple, mentre la riforma parla di contenuti disciplinari comuni e valutazioni nazionali sulle varie discipline: tutto ciò appiattisce le intelligenze non le amplia.
Un'altra differenza è data dal fatto che il portfolio della riforma dovrà contenere verifiche, test, anche con esiti negativi. Gardner sosteneva invece che il portfolio, come il book dei grandi fotografi dovrà contenere solo gli scatti migliori.