COME PROGETTARE
UNITA' DI APPRENDIMENTO INTERDISCIPLINARI
A PARTIRE DALLE EDUCAZIONI
Marina Medi - Cres, Milano
1. Le Educazioni alla base dei Piani di Studio Personalizzati
Le Educazioni costituiscono un ottimo selettore del lavoro scolastico per quanto riguarda sia i contenuti, sia le finalità, sia le scelte metodologiche perché suggeriscono temi/problemi centrali nell'esperienza e motivanti, utilizzano e sviluppano competenze disciplinari, favoriscono nello studio modalità attive e interattive.
Questo vuol dire che le Educazioni possono essere prese come punto di partenza per progettare le Unità di Apprendimento che andranno a costituire i Piani di Studi Personalizzati. In questo modo sarà possibile rispettare alcuni dei principi di fondo presenti nelle Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Personalizzati e cioè:
- la centralità dello studente, delle sue caratteristiche psicologiche e dei suoi bisogni formativi
- il carattere ologrammatico della conoscenza, rispetto a una visione astratta e segmentata dei saperi
- il valore centrale dell'esperienza e delle metodologie del problem solving anche quando si voglia far passare gli studenti al mondo delle categorie formali
- la responsabilità dei docenti, nel concreto della propria storia e del proprio territorio, di mediare, interpretare, ordinare, distribuire ed organizzare gli obiettivi specifici di apprendimento negli obiettivi formativi, nei contenuti, nei metodi e nelle verifiche delle singole Unità di Apprendimento.
2. Una proposta di progettazione centrata su UdA interdisciplinari
Sulla base di esperienze realizzate in alcuni Istituti comprensivi, abbiamo costruito una progettazione verticale dalla scuola dell'infanzia alla secondaria di primo grado in cui gran parte della proposta formativa è relativa a un'area denominata del vissuto e della scoperta, in cui sono inserite Unità di Apprendimento centrate su temi/problemi direttamente vissuti dallo studente o presenti nella realtà familiare o locale di cui ha esperienza e consapevolezza. Questi temi/problemi vengono organizzati intorno a tematiche ricorrenti, cioè argomenti ricchi di valenze informative e formative che possono essere affrontate in un ordine di complessità e difficoltà crescente nei diversi anni.
Questa proposta è nata pensando al curricolo verticale di area geo-storico-sociale, ma, dato che le tematiche ricorrenti sono centrate intorno a un oggetto problematico e non intorno a uno spezzone disciplinare, il loro taglio ha un carattere interdisciplinare, nel senso che vengono utilizzati tutti i contenuti e gli strumenti delle discipline che possono servire nell'analisi dell'argomento, esercitandone quindi le competenze: quelle spaziali, temporali e sociali, ovviamente, ma poi anche quelle scientifico-tecnologiche, matematiche o linguistico-espressive.
Dal punto di vista metodologico le UdA di questa parte del curricolo sono particolarmente attente alla motivazione, agli stili cognitivi, alle preconoscenze e alle implicazioni soggettive da parte degli studenti, utilizzano modalità didattiche attive e interattive ed esercitano continuamente le diverse competenze trasversali.
3. Le Tematiche ricorrenti
Una tematica ricorrente è un tema/problema, presente e importante nell'esperienza degli studenti, che può dare spunto a diversi tipi di riflessione e analisi su se stessi e sulla realtà sociale.
Esempi di questi temi possono essere l'identità personale e culturale nella relazione con il diverso, il gioco, l'alimentazione. Questi temi, infatti, possono essere analizzati a partire da domande e da punti di vista diversi (soggettivo, storico, antropologico ecc.) e la loro ricchezza formativa consiste proprio nella varietà degli approcci che permettono e nella complessità delle relazioni che li caratterizzano.
Ma proprio questa ricchezza rende ciascun tema da una parte troppo vasto per essere affrontato in un unico percorso modulare (riteniamo infatti che la durata ottimale di un'Unità d'Apprendimento debba essere di due-tre settimane, non solo per non ingenerare stanchezza e noia negli studenti, ma anche per non far loro perdere il filo logico e il senso del lavoro), dall'altra troppo complesso per essere colto pienamente se non dai ragazzi più maturi. Se infatti, per esempio nel caso del gioco, il tema permette non solo di parlare dei propri gusti ed emozioni collegati ai giochi o di come maschi e femmine giochino in modo diverso, ma anche del consumismo dei giocattoli indotto dai mass media, del lavoro minorile nella produzione di giocattoli, del rapporto tra gioco e guerra e così via, come è possibile affrontarlo se non quando i ragazzi sono più grandi? E lo stesso vale per tutti i temi. Ma questo vorrebbe dire che l'insegnante dell'ultimo anno della scuola secondaria di primo grado, già fin troppo impegnato nei grandi problemi della storia del Novecento, dovrebbe dedicare tempo anche a questi temi legati alla società attuale e all'esperienza dei ragazzi.
La soluzione che abbiamo trovato consiste nel dividere la complessità del tema in una serie di Unità d'Apprendimento modulari tematizzate su singoli aspetti, via via più complessi in relazione alle capacità degli studenti, e di proporle in un percorso che va crescendo di anno in anno sullo stesso argomento generale, ma rivisto da angoli visuali e problematiche differenti. E' appunto l'idea della tematica ricorrente che può ritrovare il suo filo logico e la sua dimensione di complessità in un prodotto (un quadernone con gli anelli con sempre nuovi capitoli, un cd.rom a cui si aggiunge ogni anno una nuova "finestra", una mostra con sempre più pannelli ecc.) che i ragazzi vedono crescere di anno in anno con i contributi di ogni nuova unità.
4. Le Educazioni nella scelta delle tematizzazioni
Proprio perché la tematica parte da problemi reali e non dalle discipline, è un modo ideale per dare spazio ad approcci interdisciplinari e alle valenze formative delle Educazioni.
Per esempio, tra le tematiche ricorrenti una particolarmente importante è quella che abbiamo chiamato Il luogo dove vivo. Se infatti nelle esperienze delle scuole non mancano quasi mai analisi del paese o del quartiere in cui si vive, ricerche sulle feste e sulle tradizioni locali, interessanti iniziative di storia locale magari per il recupero di monumenti o spazi geografici, il fatto di organizzare queste attività nel quadro di una tematica ricorrente permette di dare continuità e coerenza alle diverse iniziative.
Una tematica sulla dimensione locale è ovviamente ricca di implicazioni interdisciplinari: il territorio può essere infatti esplorato e descritto dal punto di vista geografico, se ne può ricostruire la storia o vedere in esso le tracce del passato, è lo scenario di comportamenti e problemi sociali e culturali, può essere narrato dal punto di vista soggettivo o descritto con varie forme espressive.
Come orientarsi nella quantità di possibili approfondimenti? Come scegliere, tra i tanti, quelli più significativi e ricchi di valenze formative e di contenuti disciplinari? La soluzione, come abbiamo detto più sopra, è quella di ricorrere alle Educazioni.
LE EDUCAZIONI COME SELETTORI DISCIPLINARI:
IL CASO DELLA STORIA
1. Filoni ricorrenti anche nell'area delle discipline
Le Educazioni possono essere utilizzate come uno dei criteri di selezione anche nella seconda area del curricolo verticale che abbiamo delineato: l'area delle discipline.
Nel caso della storia, in particolare, di fronte al proliferare dei contenuti e degli approcci che la storiografia del Novecento ha provocato, diventa una necessità imprescindibile trovare ed esplicitare criteri di scelta degli argomenti di studio e uno di questi può essere offerto proprio dalle Educazioni.
Se infatti la storia, come afferma il Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del Primo Ciclo di istruzione, si inserisce tra gli strumenti culturali per leggere e governare l'esperienza, le Educazioni con la loro attenzione ai grandi problemi del presente possono garantire quadri di senso e tematiche generali di riferimento all'interno dei quali si possono inserire momenti specifici di approfondimento disciplinare.
In quest'ottica un utile criterio metodologico può essere quello del filone tematico .
Il filone tematico può essere definito come una successione di due o più Unità di Apprendimento che sviluppano aspetti differenti di un unico tema a carattere storico; le UdA del filone sono collocate in momenti differenti della programmazione e sono unite, oltre che dal tema, da un insieme omogeneo di finalità. Utilizzando questo criterio ordinatore, l'insegnante può decidere di assumere un tema come oggetto di approfondimento sviluppandolo da diversi punti di vista, in diversi momenti della programmazione. Il filone, insomma, è un modo sia per mettere a fuoco le scelte tematiche e concettuali del curricolo della materia, sia per dare coerenza verticale alle stesse.
I filoni devono rispondere a finalità significative dal punto di vista sia disciplinare sia formativo-didattico. Infatti permettono di sviluppare competenze specifiche dell'area geostorico-sociale e affrontano problemi culturalmente e socialmente rilevanti che sono percepiti come tali dagli studenti, rispondendo quindi ai loro bisogni di formazione e gettando un ponte tra la formazione scolastica e la formazione extrascolastica.
Lavorando nelle diverse UdA, ovviamente, l'insegnante deve tener viva l'attenzione dello studente sul filone, ricollegandosi alle unità precedenti e ai concetti già analizzati, e deve utilizzare le tecniche più appropriate (visualizzazioni grafiche, produzioni scritte, ipertesti ecc) per non far perdere il filo conduttore che lega i diversi temi affrontati nel corso del filone, anche se a distanza di tempo l'uno dall'altro.
2. Tre grandi filoni per organizzare lo studio del passato
Un possibile modo per organizzare lo studio della storia a filoni è quello di individuare grandi ambiti problematici (dei macro-filoni, diremmo), che servano da filo conduttore e riorganizzatore di senso per lo studio dei singoli momenti del passato.
Ne abbiamo individuati tre, ciascuno dei quali fa riferimento a una o più Educazioni e può essere ulteriormente articolato in filoni minori:
1) Identità culturali, conflitti e scambi (riferimenti all'Educazione interculturale, alla cittadinanza e alla pace)
L'ottica di questo filone è quella di ricercare nelle vicende storiche quei momenti in cui si è andata costituendo l'identità culturale dei gruppi umani (a livello settoriale, locale, nazionale o sovranazionale) nello scontro o nello scambio con l'"altro". Obiettivo generale è ovviamente quello di aiutare a riflettere sulla propria identità, i suoi valori e le sue contraddizioni; sulla varietà di apporti che hanno contribuito e continuamente contribuiscono a formarla, rendendo discutibile ogni pretesa di purezza o di superiorità; sulla relatività delle scelte culturali di fronte a problemi che però tendono a riproporsi molto simili in ogni popolo. Un filo conduttore del filone può essere la ricerca della formazione dell'idea di Europa prima e di mondo occidentale poi nella successiva contrapposizione con vari "diversi" e nel progressivo allargamento del proprio "spazio" a territori e popoli sempre più ampi.
Possibili filoni specifici possono essere quello sull'identità e la differenza di genere; quello che riflette sugli spostamenti di popolazioni che da sempre hanno accompagnato la storia dell'umanità; quello che ricostruisce una storia delle guerre, magari partendo dai film.
2) Risorse, popolazioni e territori (riferimenti all'educazione allo sviluppo e all'educazione all'ambiente)
L'ottica di questo filone è ricercare le diverse modalità con cui le società umane nella storia hanno interagito con l'ambiente in cui si sono trovate a vivere, sfruttandolo in base ai propri bisogni ma anche essendone condizionate, dominandolo ma anche trasformandolo al di là delle proprie capacità di controllo.
Filoni specifici possono essere i tentativi di comprensione e controllo della natura attraverso magia, scienza e tecnica; il dibattito sui concetti di progresso, sviluppo e sui suoi limiti.
3) Individuo e istituzioni (riferimenti all'Educazione alla cittadinanza, all'Educazione alla pace a all'Educazione ai diritti)
L'ottica di questo filone è vedere diverse modalità di convivenza che i gruppi umani si sono dati, in particolare rispetto alla gestione del potere e alla divisione sessuale e sociale del lavoro, e analizzare i rapporti tra il singolo e la collettività. Obiettivo fondamentale è riflettere sulla propria responsabilità sociale e prendere coscienza dei diritti e dei doveri propri e degli altri.
Possibili filoni specifici possono essere la storia della famiglia e in particolare dell'infanzia; modelli di gestione del potere; diverse generazioni di diritti.