Di invalsi, voti ed esami: insomma di valutazione

 

Con il ritorno dei voti, della prova nazionale, della "sufficienza obbligatoria", torna la discussione sulla valutazione. Significativa per tutti, ma soprattutto per chi, come gli alunni arrivati in Italia da poco (ma non solo per loro), viene attivato un percorso individualizzato.
E' possibile adoperare la stessa taglia di vestito per tutti? E' possibile, come dice Gilberto Bettinelli, mettere l'asticella del salto in alto alla stessa altezza, quando la rincorsa è diversa? Il sistema scolastico fa ancora una volta emergere la rigidità del suo apparato formativo (la valutazione infatti non è accessorio accidentale, ma fondamentale in pedagogia) a far fronte alle sfide delle individualità, delle specificità e del fluire dei processi cognitivi, emotivi, evolutivi.
Gli alunni, figli di immigrati, soprattutto se di recente arrivo in Italia, abbisognano di percorsi personali scanditi da tempi diversi e da dispositivi specifici e mirati. Gli insegnanti, al tempo di scrutini ed esami, diventano ansiosi, non sapendo come conciliare norma e realtà, prove oggettive e percorsi individuali specifici. Formulano domande sul controllo dei processi, su indicazioni operative immediatamente spendibili
. Vogliono evitare "il falso in atto pubblico", ma non vogliono essere responsabili di bocciature pedagogicamente improprie, con conseguenti forme di demotivazione e abbandono.
Gilberto Bettinelli ha affrontato spesso questo tema, collegandolo anche alla prova Invalsi. Nel nostro sito un suo intervento in materia che si muove dai "fondamentali" pedagogici alla normativa che è spesso contraddittoria in materia.

L'equiparazione tout-court anche agli allievi neo arrivati, delle prove Invalsi, con conseguenti risultati insoddisfacenti può indurre qualcuno (come l'on Aprea) a sostenere che è la dimostrazione della necessità delle classi-ponte e di percorsi formativi (??) segnati dalla separazione. Noi pensiamo che dimostrino, invece, la necessità di maggiori risorse alle scuole per avviare percorsi di sostegno linguistico all'interno della struttura unitaria e unificante: la voglia di imparare nasce dalla voglia di incontrare l'altro.

Rimandando alla lettura dell'intervento di Bettinelli, diciamo subito che nel Regolamento sulla valutazione, il DPR n. 122 del 22 giugno 2009 vi è il richiamo al principio dell’autonomia delle scuole per quanto riguarda l’esercizio della valutazione. Inoltre per la Scuola primaria e la Secondaria di 1° grado si afferma che la promozione può essere deliberata “in presenza di carenze relativamente al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento”. E' un evidente varco per piani personalizzati pluriennali. In questo caso “la scuola provvede ad inserire una specifica nota al riguardo nel documento individuale di valutazione e trasmettere quest’ultimo alla famiglia”.