Di invalsi, voti ed esami: insomma di valutazione
Con il ritorno dei voti, della prova nazionale, della
"sufficienza obbligatoria", torna la discussione sulla
valutazione. Significativa per tutti, ma soprattutto per chi,
come gli alunni arrivati in Italia da poco (ma non solo per
loro), viene attivato un percorso individualizzato. L'equiparazione tout-court anche agli allievi neo arrivati, delle prove Invalsi, con conseguenti risultati insoddisfacenti può indurre qualcuno (come l'on Aprea) a sostenere che è la dimostrazione della necessità delle classi-ponte e di percorsi formativi (??) segnati dalla separazione. Noi pensiamo che dimostrino, invece, la necessità di maggiori risorse alle scuole per avviare percorsi di sostegno linguistico all'interno della struttura unitaria e unificante: la voglia di imparare nasce dalla voglia di incontrare l'altro. Rimandando alla lettura dell'intervento di Bettinelli, diciamo subito che nel Regolamento sulla valutazione, il DPR n. 122 del 22 giugno 2009 vi è il richiamo al principio dell’autonomia delle scuole per quanto riguarda l’esercizio della valutazione. Inoltre per la Scuola primaria e la Secondaria di 1° grado si afferma che la promozione può essere deliberata “in presenza di carenze relativamente al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento”. E' un evidente varco per piani personalizzati pluriennali. In questo caso “la scuola provvede ad inserire una specifica nota al riguardo nel documento individuale di valutazione e trasmettere quest’ultimo alla famiglia”. |