La
Decostruzione
Accanto alla narrazione, il metodo della decostruzione
costituisce uno dei cardini dell'intercultura. Decostruire vuol dire allora educarsi al dissenso democratico, al pensiero divergente, assumendo il punto di vista dell'altro. Ciò porterà a mettersi in discussione, a ripensarsi e a ripensare le proprie idee e le proprie convinzioni e ciò porterà anche l'altro a fare lo stesso in uno scambio di reciprocità e di punti di vista. La decostruzione deve avvenire prima nella sfera individuale, poi in quella sociale e infine in quella educativa. Erich Fromm sostiene che molte persone vivono con ansia e disagio la libertà di pensiero: è più facile infatti obbedire e appoggiarsi a qualcuno. Il primo passo quindi è quello di "osare" e prendere le distanze da modelli forti. Il secondo passaggio è quello di guardare con atteggiamento critico il sistema culturale (filosofia, politica, economia, giustizia, etica, religione...), altrimenti non si farà altro che rafforzarlo. Infine è necessario che la scuola si ripensi e che riprenda quella funzione profetica di cui parla don Milani: la scuola deve adattarsi alla realtà o può immaginare anche di poterla modificare? Riprenderemo l'argomento nel prossimo notiziario, ma se l'argomento vi incuriosisce e volete costruire dei percorsi didattici sulla decostruzione vi consigliamo la lettura di "Decostruzione e intercultura" di Antonio Nanni della collana CEM della EMI edizioni. |