COMPETENZE
INTERCULTURALI
Milton Bennet (fondatore dell'Istituto di Comunicazione interculturale di Portland in Oregon, volontario per il Peace Corps in Micronesia e professore di comunicazione alla Portland State University) è un ricercatore che da oltre 15 anni lavora sul tema delle abilità degli individui e dei gruppi a confrontarsi con la diversità. Bennet distingue sei modelli o stadi della competenza interculturale: tre di questi sono detti etnocentrici (rifiuto, difesa, minimizzazione) e tre etnorelativi (accettazione, adattamento, integrazione). Fasi etnocentriche:
Ho paura e sto bene da solo
L'altro è cattivo e sbaglia perché non ci assomiglia
Come intervenire: offrire opportunità di ricerca e confronto, facendo emergere le differenze che vanno capite, discusse e comprese. lavoro sulla propria identità culturale e sulla capacità di ascoltare attivamente l'altro. Siamo tutti uguali, non ci sono differenze. Fasi etnorelative
Competenze richieste: distinzione tra relativismo culturale e relativismo etico. Avvio di esperienze guidate di rapporti interculturali. Flessibilità cognitiva Sono curioso e voglio vedere...
Competenze richieste :empatia, gestione delle dinamiche relazionali, flessibilità, comprendere le ansie prodotte da shock culturale e conflitti di identità Mi trovo bene da una parte e dall'altra
Accetto e capisco, senza necessariamente condividere. Prendo il meglio da ogni parte. --------------------
per approfondire:Bennet - Principi di comunicazione interculturale - Franco Angeli editore, 2002 Miltenburg, Surian - Apprendimento e competenze interculturali (2o giochi e attività per insegnanti ed educatori) - EMI editrice, 2002 Cambi - Intercultura: fondamenti pedagogici - Carocci editore, 2001 ---------------------------------
DALLA
VISIONE ETNOCENTRICA ALLA VISIONE ETNORELATIVA:
L'ESPERIENZA DI "INTERCULTURA onlus" L'Associazione "Intercultura" (http://www.intercultura.it) è una onlus con lo scopo di "costruire il dialogo interculturale". Fa parte di un'organizzazione che coinvolge 54 Paesi e che cura l'accoglienza e la frequenza di allievi delle scuole superiori in altri contesti linguistici e culturali per un intero anno scolastico. Ogni anno sono circa 10 mila i ragazzi che si immergono in questa esperienza che coinvolge anche Paesi del sud del mondo. Le famiglie ospitanti e i ragazzi vengono testati utilizzando gli strumenti di rilevazione costruiti da Bennet con risultati eccellenti. I ragazzi che "partono" rispetto ai coetanei che restano, risultano avere interessi verso altri mondi, capacità di accettarne gli stili di vita, la conoscenza e l'apprezzamento di un'altra cultura, la capacità di comunicare efficacemente nella lingua straniera, l'adattabilità a situazioni nuove ed inattese, il senso di appartnenza ad una comunità globale. I ragazzi risultavano inoltre essere meno conformisti, meno materialisti con più capacità di comunicare in pubblico e una maggiore consapevolezza delle proprie radici culturali. |