EDUCAZIONE ALLA LEGALITA'
L'educazione alla legalità ha per oggetto la natura e la funzione delle regole nella vita sociale, i valori della democrazia, l'esercizio dei diritti di cittadinanza. Educare alla legalità significa elaborare e diffondere la cultura dei valori civili, consente l'acquisizione di una nozione più profonda dei diritti di cittadinanza, partendo dalla consapevolezza della reciprocità fra soggetti dotati della stessa dignità. Essa aiuta a comprendere come l'organizzazione della vita personale e sociale si fondi su un sistema di relazioni giuridiche, sviluppa la consapevolezza che condizioni quali dignità, libertà, solidarietà, sicurezza non possano considerarsi come acquisite per sempre, ma vanno perseguite, volute e, una volta conquistate, protette.

Oltre ad essere una premessa culturale indispensabile, si pone come un sostegno operativo quotidiano, perché solo un'azione di lotta radicata saldamente nelle coscienze e nella cultura dei giovani, potrà acquisire caratteristiche di duratura efficienza, di programmata risposta all'incalzare del fenomeno criminale.



CHE COS'E'
Ha per oggetto: la natura e funzione delle regole nella vita sociale, i valori della democrazia, l'esercizio dei diritti di cittadinanza.

Nella definizione della circolare ministeriale del Ministero Pubblica Istruzione, 302 del 1993:

" Educare alla legalità significa elaborare e diffondere un'autentica cultura dei valori civili. Si tratta di una cultura che .-intende il diritto come espressione del patto sociale, indispensabile per costruire relazioni consapevoli tra i cittadini e tra questi ultimi e le istituzioni; -consente l'acquisizione di una nozione più profonda ed estesa dei diritti di cittadinanza, a partire dalla consapevolezza della reciprocità fra soggetti dotati della stessa dignità; -aiuta a comprendere come l'organizzazione della vita personale e sociale si fondi su un sistema di relazioni giuridiche; - sviluppa la consapevolezza che condizioni quali dignità, libertà, solidarietà, sicurezza, non possano considerarsi come acquisite per sempre, ma vanno perseguite, volute e, una volta conquistate, protette".

"L'educazione alla legalità si pone non soltanto come premessa culturale indispensabile ma anche come sostegno operativo quotidiano, poiché soltanto se l'azione di lotta sarà radicata saldamente nelle coscienze e nella cultura dei giovani, essa potrà acquisire caratteristiche di duratura efficienza, di programmata risposta all'incalzare temibile del fenomeno criminale."

Il rispetto delle leggi non comporta tuttavia un atteggiamento acritico e passivo, ma nasce dalla consapevolezza che, se ingiuste o non più rispondenti alle esigenze del momento, regole, norme e leggi possono essere modificate.

Infatti, educare alla legalità vuol dire in primo luogo praticarla: le regole non devono essere presentate come puri comportamenti obbligatori, ma devono essere vissute con consapevolezza e partecipazione.

Per recuperare e per affermare il valore della cultura della legalità, occorre promuovere il concetto di cittadinanza fondato:
sulla coscienza di due principi essenziali: quello del "diritto" e quello del "dovere", sul rispetto dell'altro, delle regole e delle leggi.


A COSA SERVE
Buona parte dei problemi che minacciano la convivenza pacifica o la tutela dell'ambiente, sono attribuibili non solo a fattori economici, naturali, storici, ma anche a interventi nella sfera pubblica che trascurano l'interesse della collettività o l'ambiente per privilegiare interessi particolari. Il principio di legalità in democrazia rappresenta un mezzo di prevenzione a questi rischi. L'educazione alla legalità tende a facilitare la partecipazione responsabile alla vita sociale, sviluppando la concezione del diritto come espressione del patto sociale, valorizzando la nozione di interesse comune.

L'Educazione alla legalità ebbe formale origine nel contesto storico 1992-'93, quando gravi eventi (le stragi di Capaci e via D'Amelio, gli attentati di Milano, Firenze, Roma) resero forte la percezione di una minaccia al sistema democratico; l'onda emotiva che ne seguì portò ad un proliferare di iniziative della società civile, che indussero ad un nuovo impulso nella promozione della cultura democratica, quale mezzo di contrasto a fenomeni, come quello mafioso, permeati della cultura della prevaricazione, violenza e tendenzialmente totalitaria.

Così, il Ministero della Pubblica Istruzione emanò il 25 ottobre 1993, la Circolare n. 302, che introduce l'Educazione alla Legalità, tesa a valorizzare il ruolo della scuola nella comunità civile.


QUANDO E COME NASCE
Prende le mosse, storicamente e teoricamente, dalla conoscenza del fenomeno mafioso ("un'emergenza speciale della nostra società", citando la circolare).

"La lotta alla mafia rappresenta (.), oltre che un'occasione specifica di traduzione in termini concreti dell'educazione alla legalità, anche una verifica operativa di un processo formativo che è destinato a creare, in tutti i cittadini, una forte cultura civile e ad inserire nel circuito democratico persone sempre più coscienti dell'importanza che, per la vita del Paese, rivestono la correttezza dei rapporti giuridici, la salvaguardia dei diritti individuali, il rifiuto di qualsiasi forma di contiguità tra società del diritto e società della sopraffazione." (circ. min. 302/1993)

Per rispondere al carattere organizzato della criminalità occorre un' azione altrettanto organica e continuativa, un impegno assunto da tutti e su tutti i fronti con decisione e responsabilità.

Evoluzione nel corso del tempo

C'è stata un'evoluzione nel corso del tempo, per quanto riguarda l'approccio metodologico: le primissime esperienze consistevano nella realizzazione di cineforum o di incontri con esperti, a carattere prevalentemente informativo (le c.d. "attività del guardar fuori "), ma, a fronte del rischio di favorire atteggiamenti di delega dell'impegno a chi apparisse "in prima linea", ci si è orientati vieppiù ad attività che prevedano il coinvolgimento attivo dei discenti nell'attuazione di pratiche democratiche nel quotidiano, nelle relazioni interpersonali (le c.d. "attività del guardarsi dentro" ).

Oltre dunque ad attività come gli incontri con esperti, i cineforum, si annoverano ricerche sul territorio, ricerche bibliografiche, scambi culturali e gemellaggi, laboratori sulla gestione del conflitto, attività sull'autogestione cooperativa, fino a forme di partecipazione attiva dei ragazzi alla vita culturale e politica del territorio. Sull'altro versante, prosegue la formazione e l'aggiornamento di educatori e docenti.

Dal punto di vista teorico, le tematiche affrontate si può dire afferiscano ai seguenti aspetti:

- memoria;
- sensibilizzazione verso rischi presenti o emergenti;
- conoscenza sui principi di legalità, Diritti Umani, Costituzione della Repubblica Italiana;
- pratiche di democrazia, di affermazione dei principi di legalità.




 

LEGGI NAZIONALI IN MATERIA
Circolare Ministro della Pubblica Istruzione n. 302 del 25 ottobre 1993,

Direttiva n. 58 dell'8 febbraio 1996 del Ministro della Pubblica Istruzione.

Protocollo di intesa del 5 giugno 1998 fra Dipartimento per gli Affari Sociali della Presidenza del Consiglio, Ministero della Pubblica Istruzione e Commissione Parlamentare Antimafia



IL PANORAMA ATTUALE
I rischi maggiori in questo campo si ravvisano nella frammentarietà delle ipotesi progettuali.

L'Educazione alla legalità va progressivamente ampliando l'ambito di intervento verso la tematica della cittadinanza attiva, recependo altresì le questioni poste dal fenomeno della globalizzazione; così da sviluppare la tematica delle forme di criminalità organizzata transnazionale, ed intrecciarsi a tematiche quali la pace, l'interculturalità, la tutela dell'ambiente, il consumo critico, nuove forme di partecipazione.

Inoltre, dal punto di vista della metodologia educativa, promettenti sviluppi sono ravvisabili nella tensione alla democratizzazione dell'apprendimento.


CHI SE NE OCCUPA IN ITALIA
La principale organizzazione è Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, al cui interno è possibile contattare il gruppo Libera Scuola.

LIBERA, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
Via Marcora 18, Roma
Tel. 06.69.77.03.01


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SITOGRAFIA:

www.centroimpastato.it/
Il sito del Centro di Documentazione Giuseppe Impastato, contiene interessanti documenti tematici on line; altri possono essere richiesti al fornitissimo Centro.

www.democrazialegalita.it/
Periodico on line promosso da Elio Veltri, offre accurati aggiornamenti sulle principali inchieste su mafia e corruzione, commenti e l'indicazione di iniziative.

www.antimafiaduemila.com/
L'omonima rivista mensile su "Cosa Nostra e organizzazioni similari", ha anche un sito web, con aggiornamenti dettagliati; utile per comprendere l'evoluzione del fenomeno in base alle risultanze processuali.

www.narcomafie.it/
E' un mensile di informazione, analisi e documentazione che si trova in libreria. Sul sito, news e alcuni articoli della rivista.
La prospettiva si estende ad altri Paesi.

www.terrelibere.it/
Alla sezione "Antimafia", inchieste giornalistiche approfondite, curate da esponenti della società civile.

www.libera.it/
Il sito di Libera, Associazioni nomi e numeri contro le mafie dedica ampi spazi alle campagne e iniziative in corso, ai progetti di Libera Scuola ed a quelli di riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati alle mafie.

www.ragazzidipaolo.it/
Un gruppo di ragazzi si è riunito attorno alla figura del magistrato Paolo Borsellino. Il sito offre una presentazione delle idee del magistrato.

www.antoninocaponnetto.it/
La Fondazione Antonino Caponnetto proietta, qui, le idee del magistrato nel futuro: articoli, campagne e iniziative sui temi della legalità e della giustizia.

www.fondazionefalcone.it/index2.htm
La Fondazione Giovanni e Francesca Falcone offre qui, oltre a estratti su pensieri e idee del magistrato, documenti tematici tratti da seminari e indicazione di iniziative.

www.cittadinanzattiva.it
Cittadinanzattiva è un movimento di partecipazione civica , nato nel 1978 con il nome di Movimento federativo democratico, che opera in Italia e in Europa per la promozione e la tutela dei diritti dei cittadini e dei consumatori.

www.aciap.it/federazione.htm
E' la Federazione delle associazioni Antiracket Italiane, ha sede a Roma in via Nazionale - Tel. 06 4725422
E-mail: antiusura@libero.it
Essa raccoglie tutte le Associazioni Antiracket e Antiusura d'Italia iscritte negli appositi albi prefettizi. Il ruolo di Presidente Nazionale della F.A.I. è attualmente ricoperto da Lino Busà. L'on. Tano Grasso, storica figura di riferimento del movimento antiracket, è attualmente Presidente Onorario della F.A.I.

www.addiopizzo.org
Movimento che ha redatto e promosso il " manifesto del cittadino/consumatore per la legalità e lo sviluppo"

www.legambiente.it
In particolare, da visitare la parte dedicata all'Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità, con informazioni importanti sull'annuale Rapporto Ecomafia.