L'AFRICA CHE RESISTE
di JEAN LEONARD TOUADI

Una riflessione importante, quella di Jean Léonard Touadi


Giornalista e ricercatore congolese, autore di programmi della Rai e collaboratore di Nigrizia e di Cittadini - nel suo libro "Africa, la pentola che bolle - Politica, economia e società" (Emi edizioni, 6.00 euro) specie in questo momento di colpevole disattenzione nei confronti delle cose africane
La solitudine geopolitica dell'Africa e la sua marginalità rispetto ai fenomeni di globalizzazione economica rappresentano una realtà che spinge numerosi osservatori a decretare l'agonia del continente. Africanisti più o meno aggiornati, esperti di progetti di cooperazione prèt-à-porter, 'sviluppatori' di professione incapaci di autocritica sul proprio operato, volontari poco fiduciosi nelle capacità degli africani di risollevarsi, aspettano sul greto del fiume di vedere passare il cadavere dell'Africa. Ma nonostante l'instabilità politica, i fallimenti dei modelli economici, le guerre e le carestie, il cadavere non è ancora passato e i popoli africani hanno distolto lo sguardo dal cielo degli aiuti per rivolgerlo verso la valorizzazione della loro terra. Hanno rilanciato il progetto dell'Unione Africana, sognato dai panafricanisti dell'epoca delle indipendenze, e il NEPAD (Nuovo Piano per lo Sviluppo dell'Africa), tracciando la strada per una modernizzazione che punta alla soddisfazione dei bisogni primari e allo sviluppo delle infrastrutture di base.
Ma è l'irruzione dei poveri, in quanto soggetto collettivo di resistenza e di rinnovamento, il "segno dei tempi" dell'attuale momento sociopolitico. Da essi bisogna ripartire per capire che l'Africa non è morta ma, come già diceva Jean-Marc Ela, è "una pentola che bolle". Nonostante la nostra indifferenza, che possiamo riassumere in un dato, registrato un paio di anni fa da un gruppo di ricercatori della Facoltà padovana di Scienza Politiche: in sei mesi il telegiornale di Canale 5 ha dedicato all'intero "continente nero" lo stesso spazio attribuito a... Julia Roberts.

da "Cittadini dappertutto"