TESTE BEN FATTE
“La prima finalità dell’insegnamento è stata
formulata da Montaigne: è meglio una testa ben fatta che una testa ben
piena”.
Cosa significa “una testa ben piena” è chiaro: è una testa nella quale il
sapere è accumulato, ammucchiato, e non dispone di un principio di selezione
e di organizzazione che dia senso. Una” testa ben fatta” significa che
invece di accumulare il sapere è molto più importante disporre allo stesso
tempo di:
- un’attitudine generale a porre e a trattare i problemi;
- principi organizzatori che permettano di collegare i saperi e di dare loro
senso.”
Inizia così il secondo capitolo del libro “LA TESTA BEN FATTA: Riforma
dell’insegnamento e riforma del pensiero” di Edgar Morin.
In esso l’autore invita tutti a riflettere sull’attuale stato dei saperi e
sulle sfide che caratterizzano la nostra epoca. Epoca connotata da
un’interdipendenza planetaria, irreversibile , tra le economie, le
politiche, le religioni, le conoscenze delle società umane e dai problemi
che questa interdipendenza pone alla convivenza umana.
Morin ci dice che per affrontare le molteplici sfide occorre una
riorganizzazione dei saperi e una riforma dell’insegnamento e
dell’educazione che sviluppino il pensiero complesso; l’unico tipo di
pensiero in grado di affrontare problemi che richiedono approcci
multidisciplinari.
E’ un testo indispensabile per una scuola che intenda, riconoscendo tutte le
differenze, sviluppare l’attitudine a problematizzare e favorire il
collegamento tra le conoscenze. |