Da "Il tempo di cambiare" di Paul Ginsborg

La TV, la famiglia, la comunità


Dalla presentazione di controcopertina:
"Ginsborg ci invita a ripensare le decisioni che prendiamo in famiglia, a vagliare responsabilmente il genere di beni che consumiamo, a misurare la qualità della democrazia che possiamo esercitare" .

Quella di Ginsborg è un'analisi sociologica a partire anche dalla famiglia e quindi dalla casa. C'è, nel libro, la foto di una casa ideata da Rachel Whiteread nel 1903. E' allucinante. Protetta da una cancellata in ferro, è un monoblocco di cemento. Porte e finestre sono chiuse. Lì vive una famiglia rinserrata in un familismo che si traduce in indifferenza per ciò che avviene fuori. E' vero che la televisione porta il mondo esterno dentro quella casa, ma, avverte Ginsborg, la tv ha due effetti deleteri: "Il primo è che la tv è il mezzo per eccellenza attraverso cui vengono diffuse suggestioni pubblicitarie a lungo termine...". Sono "le siringhe del moderno capitalismo consumistico, prodotti costosi e di alto livello, studiati per iniettare aspirazioni e desideri specifici nelle nostre teste". Il secondo effetto deleterio è che "la televisione ha uno straordinario potere di legare le persone al loro ambiente domestico".

Michael Young e Peter Willmott tracciarono questo quadro: "La famiglia siede ogni sera attorno allo schermo magico che troneggia in salotto. In una casa i genitori e cinque figli di tutte le età erano schierati a semicerchio alle nove di sera; il bambino di due mesi era sistemato in carrozzina di fronte al video. Sembrava di assistere ad uno strano rituale. Il padre disse, orgoglioso: 'La tele tiene unita la famiglia. Nessuno di noi ha bisogno di uscire, ormai'". Già, tutti rinserrati in casa a difendere il sacro valore della famiglia. In un esauriente studio sugli Usa, Robert Putnam rilevò come la tv rappresentasse il fattore principe per spiegare il declino del civismo americano. La società si è atomizzata. E' vero che è operante la società civile, ma familismo e società civile sono in contraddizione tra loro e sono una delle tante contraddizioni del nostro tempo.

Ginsborg dice che è tempo di cambiare. Da dove cominciamo? Ci sono tanti inizi. Uno potrebbe essere quello di uscire più spesso dalle nostre case, per incontrare più gente possibile. E aprirle, le nostre case, perché vi entrino non solo i nostri amici. Troppo pericoloso? Non sarà più pericoloso chiudersi dentro le nostre case, sbarrando porte e finestre? E' tempo di cambiare. Si, con intelligenza, fantasia, generosità, fiducia.