L'identità individuale (e culturale) si costruisce solo con la relazione. E' quanto afferma Gad Lerner e all'ultimo suo libro "Tu sei un bastardo" in cui denuncia la fiera delle appartenenze, le identità pret-a-porter e la mistica che ne deriva. L'identità che divide invece di unire (identità viene da identico, uguale, ciò che accomuna). Segno di debolezza per qualcuno che, in mancanza d'altro, si aggrappa a qualcosa che appare "degno" e segno di potenza per qualcun altro che gioca su queste debolezze per costruire muri, paure e carriere. Noi tutti invece siamo, consapevoli o meno, portatori di identità doppie, triple, plurime. Siamo il risultato provvisorio di un numero incredibile di storie.

  • C'è un mucchio di gente che colleziona spezzoni di identità. li fa propri fino a dar luogo a un'identità mescolata e variopinta. C'è poi altra gente in cerca di sicurezza che alle presunte identità si aggrappa, le trasforma in appartenenza e magari entra in guerra per difenderla. Questi preferiscono guardare indietro piuttosto che in avanti: hanno cominciato a cercare il senso della loro esistenza scavando alla rinfusa dentro alle loro presunte origini.

  • Trovo un ché di osceno in questo rovistare nel passato, col pretesto della ricerca delle radici. Altro che religiosità, sento puzza di necrofilia pagana: tutti lì a scavare nella discarica dei conflitti dimenticati per diseppellire il falso mito necessario a odiare qualcun altro.

  • Nel medioevo contemporaneo c'è un evidente fattore depressivo in questo patologico rivolgersi al passato come armatura delle nostre fragili identità.

  • Quanta gente ha mentito e si è scannata e ha scannato nel nome dell'identità.

L'eredità più preziosa che ci ha lasciato la sedimentazione delle diverse culture europee è lo spirito critico: non lasciamolo inaridire.