LA NORMALITA' E' CHE DA VICINO SIAMO TUTTI DIVERSI
L'espressione “disabilità” sottolinea il deficit, ciò che manca
rispetto a un' “abilità”, rispetto alla “normalità”, alla
“norma”. Rispetto ad uno standard medio di funzionamento si evidenzia, in
negativo, la disabilità. Una persona fa male qualcosa, o non la sa fare
affatto: non ci vede, non parla, cammina male, ragiona lentamente, ecc.,
rispetto all'idea di “normalità”. Ma quale? Esiste una normalità, una
persona “normale”?
Si potrebbe dire che proprio riconoscendo ed enfatizzando le differenze, tutte
le varie differenze, si modifica l'immagine della norma. La normalità diventa
pluralità di differenze, non iniformità fissa, definita attraverso standard Su
questo versantye molti studiosi di intelligenza e personalità si trovano
d'accordo. Pensa a Gardner, con le sue nove forme di intelligenza (linguistica,
logico-matematica, spaziale, musicale, corporea, naturalistica, intrapersonale,
interpersonale ed esistenziale), quando scrive: “Anche se tutti possediamo
l'intera gamma delle intelligenze, forse non esistono due persone che abbiano
esattamente le stesse intelligenze, nello stesso grado e nella stessa
combinazione: nemmeno i gemelli omozigoti sono così. Si aggiunga che la
configurazione delle intelligenze e i loro rapporti mutano nel tempo per effetto
delle esperienze che gli individui vivono e del senso che danno (o non danno)
loro”.
Andrea Canevaro e Dario Ianes "Diversabilità", Erickson 2003
Dario Ianes - Docente di Pedagogia Speciale e Didattica speciale / Scienze della Formazione Primaria / Bressanone / Università di Bolzano - Fondatore e anima culturale del Centro Studi Erickson di Trento
Andrea Canevaro, insegna a Bologna (Scienza dell'Educazione). Ha all'attivo
una vasta attività di ricerca, che ha prodotto un numero alto di pubblicazioni.
E' membro di associazioni scientifiche internazionali e nazionali, direttore di
collane editoriali, e nel comitato scientifico di alcune riviste nazionali e
internazionali. Ha collaborato e collabora a progetti in Cambogia, in Bosnia, in
Rwanda.
Qualche settimana fa Canevaro e Ianes si sono dimessi dall'Osservatorio sull'Integrazione scolastica del Ministero della Pubblica Istruzione. La lettera di dimissioni al Ministro Gelmini ionizia così "Questa nuova politica scolastica fatta di tagli, economie presunte, annunci e smentite, rigore, disciplina, ordine, divise, autorità, voto in condotta, bocciature, selezione produce in tutti ulteriore insicurezza, diffidenza e conflitti. Queste politiche scolastiche sonoevidentemente gestite da finalità economicistiche, per risparmiare: ma questo avverrà sulle spalle delle famiglie, sulla pelle degli alunni esulla credibilità della Scuola pubblica, come la vuole la nostra Costituzione.In questo clima di "produzione sociale di ostilità, diffidenza, tensione", anche la Pedagogia subisce un violento attacco. ..."
A loro va la nostra simpatia e solidarietà. Mancheranno al Miur due voci autorevoli di pedagogia applicata.