Ospite a Montebelluna il 4 dicembre scorso
Jamila Hassoune
La "libraia militante"

E' cosi' che ama definirsi Jamila Hassoune, proprietaria dal 1994 di una libreria vicino all'Universita' di Marrakech, in Marocco.

Un giorno Hassoune ha capito che se i giovani marocchini provenienti dai villaggi di campagna non andavano nel suo negozio a cercare i libri, erano i libri che dovevano andare da loro.
Ha caricato la sua auto con alcuni dei migliori testi di letteratura locale e si e' diretta verso i villaggi piu' poveri del paese. Questa signora passa interi giorni a mostrare i suoi tesori su carta in luoghi dove non c'e' acqua corrente ed elettricita', circondata da ragazzi e bambini incuriositi. Dal suo progetto e' nata una ong, le "Club du livre et de la lecture", grazie a cui organizza, oltre alla lettura, corsi di scrittura, di poesia, rappresentazioni teatrali e dibattiti con artisti e intellettuali.
Ora sta lavorando a un nuovo progetto, in collaborazione con l'Italia, per un cinema itinerante.

(Fonte: GEO di ottobre 2006)

"C'è chi ha un grande interesse economico a tenere alta la tensione e proporre una continua guerra di civiltà. Ci sono armi da vendere e ricerche scientifiche a carattere  militare che hanno bisogno vitale di zone di guerra. E allora bisogna coltivare tensioni e conflitti ideologici. Il fondamentalismo islamico è funzionale a questo progetto. E' l'altra faccia del bellicismo americano"

 

Di seguito alcune considerazioni di Jamila Hassoune fatte nell'incontro di Montebelluna e di altri appuntamenti in Italia (Torino, Montepulciano, Riccione...)

"Solo la conoscenza può aprire varchi di conoscenza e di speranza ed è questo lo scopo della Caravan Civique ed è anche per questo che a qualcuno da fastidio"

“La situazione attuale in Iraq è direttamente legata a una cattiva pianificazione dell’intervento Usa. Lasciando il paese intero per mesi in preda all’anarchia, per di più con un paese fondamentalista come l’Iran come vicino, gli Stati Uniti hanno offerto ai fondamentalisti occasioni insperate per radicarsi e per estendere la loro influenza. Si sta uccidendo una popolazione innocente e distruggendo una civiltà e si dice che si sta salvando un paese. Si sta invece preparando il nido agli estremisti”.

"L’Europa deve intervenire a tutti i costi per rilanciare il dialogo e fare da contrappeso. Sono necessari progetti sociali ed economici. La gente deve uscire dall’odio ma in molti dei nostri paesi non è pronta alla globalizzazione, non capisce, ha paura e si rifugia nella religione. Spaventare le persone significa consegnarle nelle mani dei fondamentalisti.

“I fondamentalisti vincono le elezioni perché si appellano al sentimento piuttosto che alla ragione, all’appartenenza piuttosto che all’efficacia.  La democrazia è come un albero: lo pianti, lo curi, ne raccogli i frutti dopo qualche anno. E non bisogna mai smettere di piantare alberi”.