25 anni fa il 29 ottobre moriva Georges Brassens, una voce tra le più autentiche della canzone popolare. Un cantautore che ha insegnato l'impegno civile con la poesia, il gusto dello humour e della satira con grande originalità di scrittura, ma soprattutto un grande respiro di umanità: la tolleranza pur nella convinzione delle proprie idee. Tra le innumerevoli canzoni/poesie che ci ha lasciato abbiamo scelto "La chanson de l'Auvergnat". L'auvergnat è l'abitante dell'Auvergne, regione della Francia centrale. |
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Elle est à toi, cette chanson, toi l'Auvergnat qui, sans façon, M'as donné quatre bouts de bois quand, dans ma vie, il faisait froid. Toi qui m'as donné du feu quand les croquantes et les croquants, tous les gens bien intentionnés, m'avaient fermé la porte au nez... Ce n'etait rien qu'un feu de bois, mais il m'avait chauffé le corps, et dans mon âme il brûle encor' a la manièr' d'un feu de joi'. Toi, l'Auvergnat, quand tu mourras, Elle est à toi, cette chanson, Toi, l'Hôtesse, quand tu mourras, Elle est à toi, cette chanson, Toi, l'Etranger, quand tu mourras, |
È dedicata a te questa canzone: tu, l’Alverniate, che senza farlo pesare, mi hai dato quattro pezzi di legna quando nella mia vita faceva freddo. Tu, che mi hai dato del fuoco quando la gente ipocrita, tutte le persone benpensanti, mi avevano sbattuto la porta in faccia... Non era nient’altro che un fuoco di legna ma mi aveva scaldato il corpo e nella mia anima vive ancora come un grande falò. Tu, Alverniate, quando morirai, quando il becchino ti porterà via, che ti conduca attraverso il cielo dal Padreterno. È dedicata a te questa canzone: tu, Ostessa, che senza farlo pesare, mi hai dato quattro pezzi di pane quando nella mia vita c’era la fame. Tu, che mi apristi la madia quando la gente ipocrita, tutte le persone benpensanti, si divertivano a vedermi digiunare... Non era nient’altro che un po’ di pane, ma mi aveva scaldato il corpo e nella mia anima vive ancora come un grande banchetto. Tu, l’Ostessa, quando morirai, quando il becchino ti porterà via, che ti conduca attraverso il cielo dal Padreterno. È dedicata a te questa canzone: tu, lo Straniero, che senza farlo pesare, con aria triste mi hai sorriso quando i gendarmi mi hanno preso. Tu, che non hai applaudito quando la gente ipocrita, tutte le persone benpensanti, ridevano nel vedermi portar via... Non era nient’altro che un po’ di miele, ma mi aveva scaldato il corpo e nella mia anima vive ancora come un grande sole. Tu, Straniero, quando morirai, |