GRAZIE ALLA VITA

Violeta Parra fu pittrice, poetessa, musicista, ricercatrice e interprete di canzoni della cultura popolare cilena.
Nata nel 1917 da padre professore di musica e madre contadina, muore suicida nel 1967.

Eduardo Galeano in "Memoria del fuoco" così la ricorda: "... quella cantante contadina, dalla voce flebile, che nelle sue canzoni provocatorie seppe celebrare i misteri del Cile. Violeta era peccatrice e piccante, amava la chitarra, le chiacchiere e l'innamoramento, e spesso, per ballare e fare la buffona, le si bruciavano le empanadas. 'Grazie alla vita, che mi ha dato tanto', cantò nella sua ultima canzone; e un sussulto d'amore la sbalzò nella morte".

Gracias a la vida, que me ha dado tanto.
Me dio dos luceros, que cuando los abro,
Perfecto distingo lo negro del blanco,
Y en el alto cielo su fondo estrellado,
Y en las multitudes el hombre que yo amo.

Gracias a la vida, que me ha dado tanto.
Me ha dado el oído que, en todo su ancho,
Graba noche y día grillos y canarios
Martillos, turbinas, ladridos, chubascos,
Y la voz tan tierna de mi bien amado.

Gracias a la vida, que me ha dado tanto,
Me ha dado el sonido y el abecedario.
Con él las palabras que pienso y declaro,
"Madre,", "amigo," "hermano," y los alumbrando
La ruta del alma del que estoy amando.

Gracias a la vida, que me ha dado tanto.
Me ha dado la marcha de mis pies cansados.
Con ellos anduve ciudades y charcos,
Playas y desiertos, montañas y llanos,
Y la casa tuya, tu calle y tu patio.

Gracias a la vida que me ha dado tanto
Me dio el corazón, que agita su marco.
Cuando miro el fruto del cerebro humano,
Cuando miro al bueno tan lejos del malo.
Cuando miro el fondo de tus ojos claros.

Gracias a la vida que me ha dado tanto.
Me ha dado la risa, y me ha dado el llanto.
Así yo distingo dicha de quebranto,
Los dos materiales que forman mi canto,
Y el canto de ustedes que es el mismo canto.

Y el canto de todos que es mi propio canto.
Gracias a la vida que me ha dado tanto.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto:
mi ha dato due stelle che, quando le apro,
io vedo e distinguo il nero dal bianco
e nell'alto cielo il fondo stellato,
e in mezzo alla folla l'uomo che amo.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto:
mi ha dato l'udito che in tutto il suo raggio
sente notte e giorno grilli e fringuelli,
martelli, turbine, latrati, tempeste
e la dolce voce di colui che amo.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto:
mi ha dato il suono e l'abecedario,
come le parole che penso e proclamo,
figlio, madre, amico e sentiero chiaro
che mi porta al cuore di chi sto amando.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto:
mi ha dato la marcia dei miei piedi stanchi;
con essi ho varcato pozzanghere e spiagge,
città e deserti, montagne e pianure,
e la strada tua, la casa, il cortile.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto:
mi ha dato il cuore che vuole fuggire
quando guardo i frutti del cervello umano,
quando vedo il bene lontano dal male,
quando vedo dentro il tuo sguardo chiaro.

Grazie alla vita, che mi ha dato tanto:
mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto;
così io distinguo la pena e la gioia,
i due elementi che fanno il mio canto,
che e' il vostro canto, il mio proprio canto,

e il canto di tutti, il mio stesso canto.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto.