Intervista alle mediatrici dell'area 
del Maghreb, Cina e Macedonia
della cooperativa "Una casa per l'uomo" e che operano nelle nostre scuole


In generale possiamo dire che i bambini stranieri vivono una condizione di disagio/difficoltà?
Non necessariamente, anzi, la maggior parte no.
Il disagio è correlato a situazioni specifiche, particolari, che hanno poco a che fare con la cultura di origine e molto con la migrazione (es. minori non accompagnati per l'area del Maghreb, minori che vivono soli, separati dai genitori che lavorano altrove per l'area cinese…)


C'è differenza fra sessi? Sono più in difficoltà le bambine o i bambini?
Anche in questo caso non è la cultura l'aspetto più importante, piuttosto la provenienza… La differenza esiste per famiglie (macedoni, cinesi e maghrebine) che arrivano da zone rurali. In questo caso il maschio è considerato più importante in quanto forza lavoro.


I bambini stranieri hanno nostalgia del loro Paese?
Nei primi giorni sì, poi lo dimenticano (ed è una dimenticanza "tranquilla").
Ciò che manca maggiormente sono le relazioni, i legami, gli amici.
Dimenticano più facilmente se sono piccoli.
Hanno maggiori difficoltà se sono stati separati da figure significative (es. nonni..) con cui vivevano prima di arrivare in Italia.
La nostalgia dipende molto da come si svolge la vita in Italia: se la famiglia vive una situazione di disagio sociale, di povertà o emarginazione sarà molto più difficile dimenticare il Paese e non avere nostalgia o voglia di tornare.



I genitori preparano i loro figli alla migrazione?
Dipende dai genitori…non sempre, comunque…
Anche se in molti casi i bambini sanno cosa li aspetta...
Ad esempio i bambini cinesi sanno che la famiglia emigra per una questione economica, questo gli viene spiegato bene prima della partenza; i minori non accompagnati del Maghreb sanno già che verranno in Italia per lavorare…

Che idea hanno dell'Italia prima di partire?
Molto vaga (Cina) e legata alla cultura (es. città d'arte);
Abbastanza veritiera (Macedonia), grazie alla vicinanza tra i due Paesi che consente il pendolarismo e il mantenimento di legami forti;
Molto alta e poco veritiera (Maghreb) legata all'immagine idilliaca fornita dagli immigrati che tornano in patria.


Che importanza hanno per i bambini stranieri la scuola e lo studio?
Dipende dalle aspettative in merito della famiglia e, naturalmente, dal carattere del singolo bambino.
Per i bambini cinesi di solito tanta, la buona immagine di sé è molto legata al successo scolastico. Per questo molti alunni vivono male le difficoltà e l'insuccesso a scuola… un ragazzino cinese ha addirittura scelto di tornare in Cina da solo, lasciando la famiglia qui in Italia, per completare lì i suoi studi!


Come si rapportano alla loro cultura d'origine?
La dimenticano "naturalmente", se sono partiti piccoli.
Non hanno legami forti con essa se sono nati in Italia e per questo si sentono italiani a tutti gli effetti.
In altri casi scelgono di metterla da parte per non sentirsi diversi dagli altri, soprattutto quando si accorgono che la loro è una diversità …"negativa"…


Qual è la maggiore difficoltà che incontrano a scuola?
La lingua, indubbiamente!


Come sono le relazioni con i coetanei? Frequentano di più i bambini italiani o i connazionali?
Dipende… alcuni scelgono di stare solo con gli italiani, ed è soprattutto il caso di bambini nati e cresciuti in Italia, che si sentono italiani, che vogliono essere uguali agli altri…In questo caso non prendono bene l'arrivo di un bambino della loro nazionalità…lo vivono come "pericoloso" perché può ricordare ai compagni la loro diversità..
Altri scelgono di stare sempre e solo con i connazionali e lo fanno perché è più sicuro, si sentono più protetti… e poi, c'è la questione della lingua, è più facile comunicare!
C'è da notare che a volte la difficoltà di relazione con i bambini italiani è legata alla situazione economica (di povertà, marginalità sociale) della famiglia e non alla differenza culturale…
In tutti i casi molto dipende dall'atteggiamento degli adulti, dalla loro capacità di stimolare le relazioni.. un ruolo molto importante in questo senso è giocato dagli insegnanti…



Che rapporti hanno con la loro famiglia?
Qualcuno è molto arrabbiato con i genitori che l'hanno portato in Italia contro la sua volontà, ma la maggior parte ha rapporti "normali".
Le difficoltà si notano invece nei bambini ricongiunti a genitori che magari non vedono da anni: in questo caso bisogna aspettare, dare loro il tempo di abituarsi a dei genitori "sconosciuti".
In generale possiamo dire che l'immigrazione rende più adulti i bambini, diventano grandi più in fretta, sentono la responsabilità di non pesare sui loro genitori che lavorano, di contribuire alla riuscita economica della famiglia perché sanno che questo è l'obiettivo della migrazione..
In molti casi le famiglie li usano come mediatori fra sé e l'esterno, vista la loro conoscenza della lingua e per questo i bambini si sentono più bravi dei loro genitori… a volte si vergognano del loro papà o della loro mamma che non sa neanche una parola di italiano! 
E' vero che la loro conoscenza della lingua li mette in una posizione di potere ma sanno che anche i genitori hanno potere su di loro, nel senso che sono sempre i loro genitori e sono le persone che li mantengono..
Se fossero nel loro Paese le cose non starebbero così, si potrebbero permettere di essere solo bambini…