Il decalogo di Vandana Shiva,

Scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, è oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi.
Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006]

1. La democrazia della vita di tutte le specie.
Siamo tutti membri della comunità terrestre. Abbiamo tutti il dovere di difendere i diritti e il benessere di tutte le specie e di tutti i popoli. Gli esseri umani non hanno il diritto di abusare dello spazio ecologico di altre specie e di altri popoli, o di trattarli con crudeltà e violenza.

2. Il valore intrinseco di tutte le specie.
Tutte le specie, gli umani, le culture e il pianeta hanno un valore intrinseco. Sono soggetti, non oggetti da manipolare o di cui appropriarsi. Gli umani non hanno il diritto di appropriarsi di altre specie, di altri popoli o della conoscenza di altre culture mediante brevetti, diritti di proprietà intellettuale, o in ogni altro modo.

3. La diversità in natura e nella cultura.
Difendere la diversità biologica e culturale è compito di tutti noi. La diversità è di per se stessa un fine, un valore, una fonte di ricchezza sia materiale che culturale.


4. I diritti naturali alla sussistenza.
Tutti i membri della comunità terrestre, inclusi gli umani, hanno diritto alla sussistenza - al cibo e all'acqua, ad un habitat sano e pulito, alla sicurezza dello spazio ecologico. Questi diritti sono diritti naturali; sono diritti innati, dati dal fatto di esistere sulla Terra, e sono protetti nel migliore dei modi dai diritti della comunità sui beni comuni. Non sono concessi dagli stati o dalle multinazionali, e non possono essere estinti da uno stato o da una multinazionale. Nessuno stato o multinazionale ha il diritto di requisire o compromettere questi diritti naturali, o di sottrarre i beni comuni necessari alla vita mediante privatizzazione o controllo monopolistico. Si tratta di diritti inalienabili.

5. L'economia della Terra
La democrazia della Terra si base sulla democrazia economica. Nella democrazia della Terra i sistemi economici proteggono gli ecosistemi e la loro integrità, proteggono i mezzi di sussistenza delle persone, e provvedono ai bisogni essenziali di tutti gli esseri. Nell'economia della Terra non ci sono specie o persone a disposizione o non indispensabili. L'economia della Terra è un'economia vivente. Si basa su sistemi sostenibili, diversi, pluralistici che proteggono la natura e le popolazioni, che sono scelti dalle persone, a vantaggio del bene comune.

6. Le economie locali.
La conservazione delle risorse della Terra e la creazione di adeguati e soddisfacenti mezzi di sussistenza si realizza molto più agevolmente, creativamente, efficientemente ed equamente a livello locale. La localizzazione dell'economia è un imperativo sociale ed ecologico. Solo beni e servizi che arricchiscono davvero i nostri mezzi di sussistenza e che non possono essere prodotti localmente usando risorse e conoscenze locali, possono venire importati da distanze maggiori. La democrazia della Terra si basa su economie locali elastiche e vivaci, che sostengono le economie nazionali e quella globale. L'economia globale non deve scontrarsi e distruggere le economie locali.
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7. La democrazia vivente.
La democrazia della Terra si fonda sulla democrazia locale vivente, dove le comunità locali sono organizzate in base al principio dell'inclusione, della diversità e della responsabilità sociale ed esercitano la più alta autorità sulle decisioni riguardanti l'ambiente, le risorse naturali, la sostenibilità e i mezzi di sussistenza delle persone. Questa autorità può essere delegata a livelli di governo più distanti sulla base del principio di sussidiarietà. La democrazia della Terra è una democrazia vivente.

8. La conoscenza vivente.
La democrazia della Terra è basata su sistemi di conoscenza che hanno al loro centro la Terra e la comunità. La conoscenza vivente è la conoscenza che conserva e rinnova i processi viventi e contribuisce alla salute ed al benessere del pianeta e delle persone. E' conoscenza vivente anche quella che s'incarna nella natura e nella società, che non è astratta, riduzionista e contraria alla vita. La conoscenza vivente è un bene comune: appartiene collettivamente alla comunità che la crea e la mantiene in vita generazione dopo generazione. Tutti gli umani hanno il dovere di condividere la conoscenza tra loro. Nessuna persona o impresa ha il diritto di requisire, monopolizzare, brevettare o appropriarsi in via esclusiva (come proprietà intellettuale) della conoscenza vivente.

9. Bilanciare i diritti con le responsabilità.
Nella democrazia della Terra i diritti derivano e sono bilanciati dalle responsabilità. Quelli su cui ricadono le conseguenze delle decisioni e delle azioni, sono anch'essi soggetti che decidono.

10. Globalizzare la cura e la compassione.
La democrazia della Terra collega le persone in circuiti di cura, di cooperazione e di compassione anziché dividerle con la competizione, il controllo e il conflitto. La democrazia della Terra globalizza la compassione, non l'avidità; la pace, non la guerra.

 

La fotografia raccolta dal satellite Envisat dell'agenzia spaziale europea ci mostra la distribuzione e la concentrazione del biossido di azoto secondo un valore medio uscito dalla continua osservazione condotta nelle ultime due stagioni invernali e durante l'estate.

Una foto impressionante. Tante macchie rosso fuoco: è lì che la Terra è malata. E la malattia coincide con le regioni più industrializzate del mondo. C’è anche la Pianura Padana.