IN ITALIA 500 MILA MINORI
SFRUTTATI NEL MONDO DEL LAVORO
(ansa)
In Italia ben 480-500 mila minori lavorano e sono impegnati, illegalmente,
nel mondo del lavoro. Circa 410 mila riguarda minori italiani, la restante
parte minori immigrati. La stima, relativa all'anno in corso, e' della Cgil.
Il dato - erano 300 mila due anni fa - risente dell' abbandono scolastico
che fra i minori italiani e' del 20% sull' intera popolazione scolastica ma
sale al 30% fra gli immigrati.
La Cgil nel terzo rapporto dell'Ires sulle discriminazioni degli immigrati
nel mondo del lavoro - stima inoltre che al momento siano ancora 500 mila
gli immigrati irregolari che ''alimentano la vergogna del nostro paese, il
lavoro sommerso''. Il sindacato chiede al governo una regolarizzazione
immediata di questi lavoratori e propone il permesso di soggiorno preventivo
per trovare lavoro.
La Cgil ha precisato che le domande relative al decreto flussi di quest'anno
sono state 350 mila a fronte di 159 mila entrate previste. Si tratta di
persone - ha osservato Piero Soldini, responsabile immigrazione della Cgil -
''che gia' si trovano qui e che hanno gia' un lavoro. Il governo dovrebbe
quindi riaprire i termini della regolarizzazione. Si tratta di un'emergenza.
Se non lo fa permette l'utilizzazione di manodopera in modo illecito''.
Anche per Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, ''la
clandestinita' non e' una scelta'' ma una conseguenza delle politiche del
governo e della legge Bossi-Fini, una ''legge barriera'' che il sindacato
vorrebbe ''cancellare e sostituire con una legislazione che guardi al
futuro''. Sulla dispersione scolastica, il sindacalista ha sottolineato che
almeno centomila ragazzi immigrati, con eta' fra i 14 e 18 anni, non sono
intercettati e non possono quindi essere oggetto di interventi preventivi.
Sugli immigrati, la Cgil lancia una vertenza nazionale quale investimento
nel mondo del lavoro in generale. La Cgil propone, percio': la
regolarizzazione degli immigrati ancora irregolari; la possibilita' di avere
il permesso di soggiorno anche per cercare lavoro; la chiusura dei cpt;
l'istituzione di un coordinamento centrale che gestisca le politiche del
settore; il trasferimento di risorse dallo stato alle economie locali;
politiche per la formazione e per la sicurezza (nel 2003 c'erano 44
infortunati fra gli italiani ogni mille occupati mentre fra gli immigrati
57; nel 2004 sono stati, rispettivamente, 42 e 65).
|