SAMIRA E IL GINN
(Algeria)

Samira, giovane ragazza, un giorno scomparve dal suo villaggio e tutti si convinsero presto che a rapirla fosse stato un Ginn.
I Ginn erano piccoli uomini che abitavano boschi, grotte e montagne e tutti sostenevano che fossero dispettosi e birbanti.

I genitori erano disperati e il fratello di Samira il giorno dopo partì alla ricerca della sorella. Attraversò torrenti, superò montagne, percorse sentieri, superò mille pericoli e incontrò mille persone, ma della ragazza non si trovò nessuna traccia e nessun indizio.

Una sera, stanco e scoraggiato, era seduto  presso un ruscello dopo una giornata faticosa e inutile, quando alle sue spalle si avvicinò Samira comparsa come dal nulla dal fianco della montagna.

"Non ti preoccupare per me, io sono felice col mio Ginn. Non mi fa mancare niente e se solo volessi mi lascerebbe tornare a casa. Mi dispiace solo che voi abbiate tanto sofferto. Porta questo sacco a casa, è un regalo del mio Ginn per voi, ma mi raccomando non aprirlo prima di essere arrivato a casa."

Tranquillizzato il giovane, dopo aver abbracciato la sorella, si caricò il sacco sulle spalle e si diresse rapidamente verso casa.
Il sacco conteneva certo tante meraviglie e vinto dalla curiosità lo aprì, ma dentro non vi scorse che cenere. Deluso e amareggiato maledisse il Ginn che gli aveva fatto quello scherzo.

Svuotò il sacco e, tornato a casa, raccontò la storia ai genitori mostrando il sacco. Il padre rivoltò il sacco vuoto e, meraviglia, la poca polvere che vi era rimasta era, in verità, polvere d'oro. S'infuriò col figlio che rapidamente ritornò sui suoi passi per recuperare la cenere che aveva abbandonato.

Non trovò niente, si sentì però prendere a calci e tanti pizzicotti lo tormentarono: ma attorno a lui non c'era nessuno. Forse era il Ginn dispettoso di Samira che lo puniva per la sua curiosità.