Stefano Allievi - docente all'Università di Padova
(dal libro "L'islam in Italia" - Einaudi - "Gli struzzi")


É improprio parlare di civiltà superiori. Le civiltà, per definizione, sono incomparabili. Come i gusti estetici. Come la musica. Come i cibi. Che senso ha dire che gli spaghetti sono più buoni del cuscus, e la trota del sushi? Più buoni perché, per chi?. Com'è che allora ci piace e ci arricchisce, assaggiare altro, e non mangiare sempre la stessa cosa? Altro che "Polenta si cuscus no": andate a dirlo ai nostri nonni...
Possibile che non si voglia nemmeno ipotizzare che vale per le culture come per le religioni, come per i modi di mangiare e di vestirsi, quanto abbiamo imparato a comprendere per la biodiversità: che la pluralità è un bene di per sé?...
La "riduzione di complessità" mediante la sparizione delle culture altrui e assorbimento nella nostra, che poi diventerebbe appiattimento sottoculturale, nemmeno omologazione, non è interesse di nessuno. Anche perché di ciascuna, inclusa la nostra (ammesso che sia una e che siamo in grado di delinearla e separala con chiarezza dalle altre) possiamo scegliere il meglio e buttare il peggio, cercando di migliorarci.
Sarebbe triste un mare con un solo pesce o un cielo con un solo uccello... Pensiamo a un mondo dove ci sia un solo tipo di uomo o di donna: tutti biondi o bruni, tutti bianchi o neri o gialli, tutti alti o tutti grassi. Possibile che non si riesca proprio ad accettare che può essere lo stesso anche per le culture e le religioni? Che si impara precisamente dal confronto e dalla comparazione tra modelli e mondi diversi, che non a caso è il metodo base di qualsiasi analisi scientifica? ... Solo l'insieme dell'orchestra riesce a trasmetterci quell'insieme sinfonico (e anche la verità, diceva un grande teologo cattolico, è sinfonica) che gli archi da soli o i fiati non potrebbero mai darci.
E i custodi delle ortodossie possono stare tranquilli: affinché il concerto riesca non c'è bisogno di cambiar musica. Si deve anzi continuare a suonare la propria, con rinnovato impegno. Ma stando ad ascoltare gli altri, e tenendone conto. E così a poco a poco si migliorerà la performance...