NU SHU

Il Nu Shu é un linguaggio inventato circa 1000 anni fa in una regione remota della Cina; la sua esistenza era conosciuta solo da donne che se ne tramandavano la conoscenza di generazione in generazione e lo utilizzavano in segreto. Alle donne cinesi era proibito un'educazione formale. Così esse per comunicare tra di loro svilupparono questo linguagio segreto che esse tyramandavano da madre in figlia. Il messaggio veniva scritto nei vestiti e negli addobbi femminili (vedi il ventaglio nella foto). Fu scoperto per caso negli anni ’60 e le autorità presero a perseguirne severamente l’uso, condannandolo all’oblio. Da qualche anno invece il governo cinese ha deciso di riabilitare il Nu Shu, che oggi viene addirittura insegnato in scuole apposite.
Il Nu Shu è la dimostrazione che, anche nelle circostanze peggiori, le persone trovano il modo per comunicare, per esprimere loro stesse, magari con un alfabeto e un linguaggio segreti.

“ All'invenzione del Nu Shu si legano un gran numero di leggende in ciascuna delle quali è presente un tratto specifico di esaltazione del potere liberatorio proprio della parola scritta e del riscatto per chi ne fa uso. E almeno per le donne che raccontano di averlo studiato e praticato, il Nu Shu è stato sostanzialmente questo. Il Nu Shu nasce dalla trascrizione di versi e canzoni tradizionali che le donne Yao delle contee di Jianyong e Yongming (Hunan) usavano cantare durante i lavori di tessitura. Il supporto inizialmente più usato per scrivere in Nu Shu era la stoffa, e la forma stessa dei caratteri che lo componevano indicava una stretta relazione con il ricamo, attività in cui le donne Yao eccellevano. Il classico della letteratura Nu Shu resta tuttavia il Sanzhaoshu, il Libro del terzo giorno, una raccolta di poesie e canzoni che le donne del villaggio usavano donare alle giovani spose in occasione della cerimonia d'addio che avveniva a tre giorni dal loro matrimonio, e che, dato il vigente regime di patrivirilocalità, sanciva il loro definitivo allontanamento dal villaggio natio. Un libro interamente tessuto e ricamato a mano che aveva il compito di alleviare il sentimento di dolorosa solitudine che colpiva le donne, improvvisamente private della compagnia dei loro affetti più cari. L'occasione privilegiata per praticare il Nu Shu era nei laotong, o brigate femminili, piccole comunità di villaggio all'interno delle quali vigeva un codice di mutua assistenza. Questi gruppi erano normalmente composti da sei-sette donne, per lo più coetanee, accomunate dal medesimo stato civile di nubili o di vedove. La fequentazione di un laotong era vincolata a un complesso rituale di accoglienza, al termine del quale la nuova arrivata entrava davvero a far parte del gruppo. L'usanza dei laotong ha avuto un ruolo fondamentale nella diffusione di questo codice.”

da Il Manifesto in occasione della morte di Yang Huanyi, l'ultima voce del Nu Shu, di Marta Marsili