Il movimento femminile Ni putes ni soumises (né puttane né sottomesse), è nato nel 2003 in Francia, in seguito all'omicidio di Sohane Benziane (una ragazza di 17 anni bruciata viva dal suo ragazzo);

L'associazione, rivela sin dal nome la volontà di ribaltare lo stereotipo che definisce e discrimina le donne in base al binomio moralità-sessualità, e di opporsi alla emarginazione a cui nei quartieri-ghetto delle periferie sono costrette le donne, emigrate di seconda e terza generazione, in prevalenza di origine maghrebina.
Fondato da Fadela Amara, attivista per i diritti umani di origine algerina, il movimento nasce nel 2003, in continuità con la “Marcia delle donne contro i ghetti e per l'eguaglianza” che dopo avere attraversato la Francia arriva a Parigi l'otto marzo accolta da oltre 30.000 manifestanti. A ispirarne la nascita, gli innumerevoli episodi di violenza quotidiana contro le donne, vittime del maschilismo, dell’integralismo islamico e del degrado dei quartieri in cui vivono.

«La disoccupazione e l'abbandono scolastico tra i giovani sono altissimi. La mancata integrazione dei cittadini stranieri radicalizza meccanismi di identificazione comunitaria e religiosa, costringe gli immigrati a reazioni di chiusura e di difesa e favorisce l'integralismo islamico». E a pagarne il prezzo più alto sono le donne. Denunciare le violenze subite le sottopone a un doppio ricatto che le costringe al silenzio, da un lato la paura di subire l'ostracismo della comunità e ulteriori violenze, dall'altro l'uso strumentale che una parte della società francese, quella più oltranzista e xenofoba, fa delle loro sofferenze.
«Le donne dei quartieri sanno che rifiutare le imposizioni della comunità di appartenenza significa pagare la propria libertà di scelta con un disprezzo che spesso sfocia in atti di intimidazione e violenza» afferma Sihem Habchi.

«La laicità, l'uguaglianza, la mescolanza di culture e generi sono i principi che caratterizzano la nostra associazione perché riteniamo che siano strumenti indispensabili per un vero progetto di convivenza. Per questa ragione abbiamo dedicato molte energie all'apertura della Maison de la Mixité, una 'casa della mescolanza', che abbiamo inaugurato quest'anno a Parigi. È uno spazio sociale comune in cui donne e uomini possano incontrarsi e dialogare, nell'uguaglianza e nel rispetto, per superare le barriere fisiche e culturali in cui è frammentata la nostra società
Noi ragazze dei quartieri dobbiamo dire no anche al silenzio complice delle madri, sorelle, amiche. Dobbiamo rompere il circolo vizioso e infernale dell’uomo onnipotente
La legge del silenzio ha cominciato ad essere infranta - dicono le giovani di ni putes ni soumises -e le ragazze iniziano a parlare, a raccontare. Se non è un successo questo! Noi possiamo farcela, e ce la faremo».