L'altro e l'altrove ... e L'ALTRA?

Sappiamo che in guerra e in pace, nelle società "evolute" e in quelle "primitive", sotto ogni tipo di fede, di culto e di credo, insomma ovunque, ancora oggi le donne rischiano di continuo di subire un destino deciso da tradizioni diverse eppure eguali nel demonizzarle, inferiorizzarle, reificarle. Corpi che si possono consumare prima e cancellare poi. I modi di farlo cambiano, rispecchiando i diversi gradi di misoginia, i diversi livelli di crudeltà ammessi dalla cultura locale, ma identico è il nucleo denso di violenza patriarcale contenuto in questo dispositivo di morte.
Un assurdo grumo di barbarie ancestrale che continua a resistere e a non farsi scalfire. Perché questo cruciale cambiamento, nonostante rappresenti un elemento primario di qualsivoglia pretesa civiltà, non viene rivendicato da ogni politica, da ogni cultura? Dire no alla violenza contro le donne significa dire no a ogni violenza, a ogni guerra, a ogni razzismo. Il vero cambiamento dovrebbe iniziare proprio da questo no.

Floriana Lipparini, dal sito della Libera università delle donne

Ricordiamo: 25 Novembre Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne