ABDEL QADER SUMAYA
PORTO IL VELO, ADORO I QUEEN
NUOVE ITALIANE CRESCONO

Editore: SONZOGNO
Pubblicazione: 09/2008
Numero di pagine: 179
Prezzo: € 14,00

ISBN-13: 9788845414602
ISBN: 8845414604

Le seconde generazioni crescono e sanno esprimersi anche con ironia. Ed è con tono pungente che la scrittrice Sumaya Abdel Qader (nata a Perugia nel 1978 da genitori palestinesi) nel romanzo "Porto il velo, adoro i Queen: nuove italiane crescono", (editore Sonzogno, 2008), scrive:
 

Intanto, visti i risultati delle ultime elezioni e la mia volontà di regolarizzare la mia posizione, mi toccherà umilmente dumandà all’ufisi immigrasiun de Milan (Padania) se füdess pusibil vegh la citadinansa milanesa. E se non bastasse, dovrò anche dichiarare:
- de vess pentì de vess un terun (Perugia è sotto il Po, la Giordania e la Palestina ancora più giù!)
- de mangià almen do volt al dì la cassoeula e la cutuleta alla milanesa
- dumandà de podè frequentà el curs de Lingua e Cumpurtament Lumbard
- prumett de vess no racumandà, de laurà me un asin e pagà i tass
- de fa men casin la nott
- de tifà per el Milan o l’Inter o Bergum
- de dì no la parola minchia ma quand me fan girà i ball disarò va da via i ciapp!


 Dallo stesso testo riportiamo l'inizio, che ci sembra profondo e illuminante:


Non c'è bisogno che qualcuno venga a dirmi che noialtri siamo confusi. Certo che lo siamo. Il Paese in cui nasci e cresci ti dà mille problemi, il Paese d'origine dei tuoi te ne dà altri. Insomma, ti sballottano da una parte all'altra e nessuno ti riconosce. Siamo davvero dei figli di chissà chi. Da un lato ci sono gli italiani (quelli che dovrebbero essere tuoi concittadini), che ti fanno le solite domande più o meno inutili, del tipo se sotto il velo hai capelli, come fai a fare sesso vestita così e amenità simili. Roba da far cadere le braccia. Dall'altro ci sono i parenti, o gli arabi in generale, che ti assillano perché “sei troppo occidentale”. Ricordo quando uno dei miei quattordici zii mi domandò: “Ti sei accorta che stai diventando come loro?”. Loro chi? Poi, l'illuminazione. Ah, sì, loro…
Caro zio, se sapessi che loro mi accusano di essere come voi! […]
I miei amici, quelli simili a me, paragonano la nostra situazione a quella degli amanti. Ami sia il partner ufficiale sia quello non ufficiale: vorresti che stessero sempre con te, che facessero parte di te, ma ciascuno pretende che tu appartenga solo a lui e che tu sia come lui ti vuole. Difficile gestirli entrambi. Passi dall'uno all'altro, ti spezzi in due e poi li perdi o, meglio, li mandi a quel paese.
Però io preferisco un'altra immagine, quella del padre e della madre. Li ami entrambi, prendi i caratteri dell'uno e dell'altro, non devi necessariamente scegliere chi dei due seguire. Entrambi ti amano e ti accettano per come sei, e tu li ami e li accetti per quello che sono, senza temere di perderli. In questa situazione confusa è facile sentirsi disorientati, ingannare se stessi e gli altri volendo apparire ciò che non si è.