SONO NATO E CRESCIUTO A TORINO MA NON SONO ITALIANO

Sono un piccolo uomo di 15 anni, uno straniero per tutti. Sono nato a Torino, dentro di me sono di questo posto, ci vivo, frequento la scuola italiana, mangio le cose italiane, parlo italiano, guardo la televisione italiana, respiro aria italiana per ogni giorno, ascolto la musica italiana, sono un tifoso per una squadra di calcio italiana.

Ma per la legge italiana non sono italiano. Perché l'italianità è tutta una questione di DNA. A scuola o in strada alcuni mi chiedono di andare al mio paese. In Marocco ridono di me, perché non parlo l'arabo, non conosco niente di quel paese. Tante volte gli inquilini del palazzo dove abito, evitano di prendere l'ascensore con me. Ho notato anche che mi fanno un saluto di serie B, o scambiano qualche parole, sempre con quel tono distaccato.

Una volta sul tram, sono salito, e dentro c'era il un gruppo di 7 italiani, mentre cercavo un posto a sedere, uno di loro ha sputato sul mio giaccone, un altro mi ha detto "sporco arabo ladro". Ma dopo due fermate ho deciso di scendere per non litigare con nessuno. Mentre aspettavo il mezzo successivo, la rabbia, la delusione, si mischiano e provocano dentro me un vortice incessante fatto di infinite domande: quale è la differenza tra noi e gli animali? Perché questo odio e razzismo che stanno ballando davanti alle nostre porte?

E per molti è più facile fare il razzista che farsi una cultura. Più esiste una maleducazione selvaggia che colpisce a tutte le età, arroganza, superiorità, menefreghismo, veramente sono diventate armi utilizzate da chiunque in ogni luogo, strada, ufficio, bus, cinema, mercato, ospedale.

Non voglio perdere la fiducia o sentire che vivo in una jungla dove non c'è tutela per chi vuole vivere onestamente o dove vige la logica: "se non toccano me, va tutto bene".

Capisco bene la situazione attuale: la popolazione è impaurita.

Ho sempre cercato di vivere tranquillo, avere una vita, voglio innamorarmi di più di questo paese dove sono nato, voglio studiare, voglio camminare e avere intorno amici , voglio ballare e cantare e poter ridere dal mio cuore, senza paura, senza spaventare nessuno. Voglio essere come una goccia di miele.
 

Nour Eddine (lettera firmata)

(da Metropolis 21 dicembre 2009)