Comunità Montana Alta Valle Arroscia
Comune di Pieve di Teco
I.C.S. “G. Gabrielli”
presentano

(Le maschere di ieri e di oggi)

Liberamente ispirato all’idea e al lavoro di Dante Tiglio su:
Le Maschere di Ubaga

a cura di

Coordinamento
Prof. Patrizia Raineri
Regia
La Maison des Hirondelles
Testi
A cura degli alunni
Costumi
Genitori degli alunni
Maschere
- “di ieri (di Ubaga)”:
Realizzate dagli alunni su libera ispirazione
“di oggi”:
realizzate dagli alunni diretti dalla prof. Giovanna Amoretti su indicazione
di Lauretta Dal Cin
L’attenzione sempre più viva al territorio, prevista ampiamente nel Progetto Formativo dell’Istituto Comprensivo, permette quest’anno di proporre una rappresentazione teatrale che trova ispirazione nel suo nascere da quelle che vengono definite “Le Maschere di Ubaga”.
Esse possono essere il racconto epico interpretato dall’uomo d’oggi della vita secolare e millenaria fatta dagli abitanti di questi luoghi che grondano di storia e di sudori, di profondo rispetto per la natura, avara fonte per il sostentamento vitale: quando il calore del sole aveva un significato, quando la luna guidava le intelligenze dell’uomo rude che aveva imparato dagli avi l’importanza di seguire leggi non scritte, ma ben vere!
Anni in cui il rude lavoro di una campagna abbarbicata sui dossi di montagne, rimodellati da chilometri e chilometri di muretti, costringeva a conoscere il sibilo del vento, ad osservare con rammarico la nebbia che ora saliva ora scendeva;
Anni in cui nelle lunghe sere invernali si raccontavano i luoghi, gli alberi, i sentieri, nel loro mutare continuo.
Erano i racconti di cui i bambini si nutrivano assieme al latte materno e lì cominciavano a sentire il contatto misterioso e avvolgente con la natura, dove i luoghi si animavano, gli alberi parlavano alla profondità del cuore; prendevano forma emozioni ingenue che davano vita alla rappresentazione sacra ed essa si fissava nell’inconscio di vite che quasi indissolubilmente venivano così legate a quella terra.
Da questo substrato, grazie alla intuizione di Dante Tiglio, nascono le Maschere di Ubaga.
Gli alunni della scuola Media di Pieve di Teco con questo teatro intendono inserirsi pienamente nella cultura di questa terra con un contributo formativo importante !
 
 
 

 

Scheda descrittiva e note di regia

Uno dei mezzi espressivi primordiali, forse il più semplice ed immediato, è la maschera. Questa fa apparire l’uomo diverso da sé e lo pone in collegamento con le forze della natura, con il mondo dell’ultraumano, con il mito. Attraverso la maschera si esorcizza l’ira degli dei, si entra in contatto con i demoni della natura, ci si riempie di forza comunicativa. La nostra ricerca sulla maschera parte da Ubaga, piccolo centro abitato posto sul versante destro della Valle Arroscia. In questi luoghi chiusi nell’ombra del versante freddo delle valli, non esposti alla luce del sole, impervi e selvaggi, gli abitanti hanno conservato un perenne dialogo conflittuale con la natura circostante, ora ostile, ora benefica. La loro caparbia resistenza al progresso ci ha tramandato le loro usanze particolari, soprannomi, definizioni di luoghi, opinioni comuni che costituiscono un patrimonio culturale da non dimenticare.
 
I giovani Ubaghesi si costruivano delle maschere rustiche, confezionate con materiali poveri, a portata di mano: tronchi cavi di albero di castagno, strutture di rami di salice ricoperte di tela o di stracci, zucche scavate ed essiccate, annaffiatoi di canapa capovolti e trasformati in volti umani grotteschi e sinistri, persino grandi foglie bardana. Queste maschere venivano indossate in occasioni di festività agricolo - religiose, per esempio nella notte di San Giovanni o nella settimana Santa.
Le maschere di Ubaga, col loro linguaggio delle forme, dei segni, dei colori, dei simboli, evocano immagini di forze cosmiche ora favorevoli, ora ostili all’uomo. Rispecchiando virtù e debolezze della natura umana, sono nettamente divise nelle categorie del “bene” e del “male”. La nostra rappresentazione si articola in tre tempi, partirà dal rituale della “morte e rinascita della natura” dove vengono richiamate antiche festività agresti di mezza estate, i falò accompagnati da danze e suoni che celebrano le forze della Natura. Proseguirà con una scena impersonata da maschere tradizionali, per poi concludersi con scene rappresentate da maschere inventate dai ragazzi (maschere di oggi).


Canovaccio (scritto dagli alunni)


( bozza, in workink progress)

1° Parte
“Morte e risveglio della natura”
(mimo)

Presentazione e sfilata delle maschere.
Scontro fra maschere propizie (bene) e ostili (male). I due gruppi contrapposti sono guidati da un regista che ha il compito di scegliere fra le maschere disponibili quelle che dovranno sostenere il confronto. Il regista dovrà decidere di volta in volta quale maschera dovrà scendere in campo. L’esito del viene stabilito dal grado di valore della maschera, che può essere superiore o inferiore a quella dell’opposto schieramento, come se fosse una carta da gioco. Nessuno dei due registi può conoscere le mosse dell’avversario, perché la comparsa delle maschere avviene contemporaneamente. La maschera di valore inferiore viene eliminata. Un giudice che presiede lo svolgimento dell’azione, annuncia ogni volta l’esito del confronto. La maschera trionfante torna nella sede del proprio gruppo e potrà essere nuovamente impiegata. Il torneo prosegue fino al completo annientamento di uno dei due schieramenti. Dopo aver annunciato l’esito finale dello scontro, il giudice fa indossare al regista del gruppo la maschera del sole. Questi a sua volta, sceglie fra il pubblico la ragazza che indosserà la maschera della luna. Quindi sole e luna guidano il corteo di tutte le maschere riunite, raggiungono la catasta di legna, già predisposta, per immolare sul fuoco il simulacro dell’ “inverno” o “vecchio”, simbolo della stagione che sta morendo , lascia il posto alla primavera, con la quale risorge la vita.


2° Parte
Maschere tradizionali

Pulcinella: Signore e signori, fatevi avanti!
Più gente entra più siamo in tanti!
Donne ragazzi soldati pompieri
Macellai e parrucchieri
Presidenti gelatai
Taxisti spazzini notai,
correte a vedere la grande attrazione
la formidabile invenzione.
Non sono venuto su questo mercato
Per vendere il fumo affumicato.
Non sono venuto su questa fiera
Per vendere i buchi della groviera
Il mio nome è Pulcinella
E ho inventato la moz-za rel-la!
Da questa parte, signori e signore
Son Pulcinella il grande inventore!
Per consolare i poveretti
Ho inventato gli spaghetti.
Per rallegrare a tutti la vita
Creai la pizza margherita!

Pizza! Pizza! Pizza!
È un piatto che sazia
Un nome che ingozza
Un piatto di razza
Un nome che pizzica
E stuzzica il gozzo,
Un piatto che frizza
E che spiazza la zuppa
Un nomenizzo
Che inzippa la pozza
Un nome zoppo
Che spazza la piazza
Un pezzo di nome
Che piace da pazzo!
Pizza pazzo
Pizza puzzo
Pizza pozzo
Non ti pozzo più lasciar!

Colombina: Tutte le cose mi vanno storte
Non sono lucide le porte,
sono sporchi i pavimenti,
sono scuri gli ori e gli argenti,
I bicchieri sono bagnati,
i mobili sono impolverati,
le finestre non sono pulite,
le forchette arrugginite,
le camicie mal stirate,
le calze non si sono asciugate,
si sono rotte le scodelle,
non hanno il buco le ciambelle
il riso è crudo, la torta è bruciata...
e io sono disperata!
Pulcinella: Colombina su non ti disperare,
io ti volgi al più presto sposare.
quando ti vedo, mio dolce amore,
io mi sento spezzare il cuore.
Arlecchino: Arlecchino impertinente
se sta zitto non dice niente,
se sta fermo non cammina,
se va lontano non si avvicina,
se si siede non sta ritto,
se va storto no va dritto,
se non parte in verità
in nessun posto arriverà.
Colombina: lunedì si svegliò
martedì sbadigliò
mercoledì si stirò
giovedì si allungò
venerdì si riposò
sabato si addormentò
domenica russò.

(Arlecchino mima le azioni)

Arlecchino (si sveglia):
il sole spunta fa capolino
è ora di fare uno spuntino
Pulcinella: idea geniale, proprio bella
quanti soldi avete in scarsella?
Arlecchino: poveri noi, come siamo meschini
non abbiamo scarselle né taschini
Colombina: Bé io sono cuoca: Colombina...
ma cosa cucino senza cucina?
Oltre alla pentola, per finire
manca qualcosa da farci bollire.
Pulcinella: quando suona mezzogiorno
chi ha appetito si guardi intono.
Colombina. quando suonano le sette
fan la minestra le donnette.
Arlecchino: allo scoccare delle otto
io sento fame di risotto
Colombina: ho sognato tutta la notte
le patate crude e cotte.
Arlecchino: con la fame che c’è in giro
mi mangio anche un ferro da stiro


3° Parte

Le maschere di oggi

Incontro tra maschere
Due amici che non si vedono da molto tempo si incontrano. Appena si vedono si corrono incontro abbracciandosi e iniziano a gesticolare. Dopo un po’ scorgono un loro acerrimo nemico. Anche lui li vede e dopo aver fatto innumerevoli gesti di stizza, se ne va, e anche gli altri due, per evitarlo, si dividono.

I DUE BEBE’

La mamma mette a dormire i suoi piccoli bambini e dirigendosi verso la cucina riordina la casa. I due bambini, che fingevano di dormire, aprono gli occhi e con aria diabolica, escono dalla culla. girano per tutta la casa, facendo dispetti e rimettendo in disordine ciò che prima la mamma aveva messo a posto. Intanto la mamma risponde al telefono...
“Pronto?.... si?....Oh... Ciao! Sei tu?”
“Come va?.... i miei due angioletti sono qui tranquilli!... Si! Vedessi come dormono beati!”
“I tuoi non dormono? ... non ci credo? ...ma da chi hanno preso? ... Bè, già che anche tuo marito soffre d’insonnia!”
“invece i miei gemellini ...Hanno preso da me: sono bravissimi e poi... non mettono mai niente in disordine. ...E’ veramente un piacere con loro! mangiano e dormono... mangiano e dormono”
“un giorno, allora, andiamo al parco.... e ti insegno come farli dormire, visto che io, modestamente, ci riesco così bene! Io faccio così: tisane ad ogni ora e il sonno è assicurato!”
“vabbè, ciao...adesso vado perché ho la pentola sul fuoco... e poi voglio godermi un po’ i miei due tesorini: dovresti vedere come sono dolci quando dormono!!!”
Arrivati in prossimità della cucina, i piccoli trovano le leccornie che la mamma stava preparando e se le mangiano. Ascoltano poi una parte della telefonata in cui la mamma loda le loro qualità. I piccoli vedono che la mamma si sta avvicinando a loro per andarli a vedere in camera da letto, così scappano e si rimettono a dormire. La mamma, giunta in camera da letto, li ammira orgogliosa.

AFFETTUOSA FIDANZATA

Una bella ragazza desiderando fare al suo fidanzato un regalo in occasione del suo onomastico, va con il fratello in un grande negozio ad acquistare un paio di guanti. IL fratello approfitta dell’occasione ed acquista un paio di mutande. Il commesso per la fretta scambia i pacchi nel consegnarli. La ragazza quindi spedisce al fidanzato il pacchetto contenente le mutande, cui unisce la seguente lettera: “Mio caro, poiché non mi è possibile starti vicina nel giorno del tuo onomastico ti mando questo mio piccolo pensiero, che ti dirà a cosa penso in questo momento. La scelta è stata molto difficile ed alla fine mi sono decisa per questo, perchè in diverse occasioni mi sono accorta che non li portavi. Mio fratello mi ha consigliato di prenderli corti ma il commesso mi ha assicurato che la moda li vuole lunghi e abbottonati sul davanti. Egli stesso ne porta un paio da più di tre mesi, anzi me li ha mostrati e posso dirti che sono quasi nuovi, appena appena consumati. Amore mio! Quanto sarei felice di poterteli infilare io stessa per la prima volta. Ma ahimè! Io non potrò vederti che fra qualche giorno e devo rassegnarmi perciò all’idea che la mano di qualche altra persona li sfiorerà prima di me. Tuttavia mi consola il fatto che li metterai ogni giorno e che penserai a me quando li infilerai e li toglierai. Per essere sicura che ti vadano bene li ho fatti provare al commesso che porta la tua stessa misura. L’ho guardato ben bene durante l’operazione e ti assicuro che l’effetto mi ha semplicemente inebriata. sono certa che lo stesso sarà per te. Vorrei infine darti un piccolo consiglio : ogni volta che li togli, soffiaci dentro a pieni polmoni, perchè non restino umidi e mettici un po’ di borotalco per farli scivolare meglio. In attesa di vederteli addosso, stampo un caldo bacio sulla delicata pelle che questi ti copriranno”

IL TIFOSO DI BOXE

Un uomo si siede a vedere un incontro di boxe ed ha in mano un panino e una bottiglia di birra, ma sbadatamente, invece di mordere il panino addenta la bottiglia facendosi male e, per reazione, la butta sul ring. Uno dei pugili inciampa nella bottiglia e cade per terra.

LA SIGNORA E IL CAPPELLO

Un giorno una signora passeggiava ammirando le bellezze della città; un soffio di vento le strappò di testa il cappello e... sfortunatamente andò a picchiare in faccia a un uomo che camminava dietro di lei. Il poveretto non vide più dove andava e picchiò dentro ad un muro. Allora lui afferrò il cappello nervosamente e lo stropicciò tutto. La signora vedendo tutto questo invece di prestare aiuto all’uomo lo insultò e lo schiaffeggiò. Allo sfortunato non rimase che alzarsi e andarsene. La signora si riprese il suo cappello tutto stropicciato e se ne andò per la sua strada.

L’UOMO E LA MAGIA

In uno spettacolo di magia al mago serviva una persona del pubblico per rendere più realistici i suoi giochi. All’uomo che venne chiamato, salito sul palco, scomparve l’orologio. Egli non comprese che si trattava di un semplice gioco di prestigio e iniziò a cercarlo, ma non lo trovò. Il mago passò velocemente al secondo trucco, quello delle spade. L’uomo entrò nella scatola, il mago chiuse improvvisamente lo sportello. L’uomo sbadatamente, senza rendersi conto di ciò che stava facendo perchè pensava al suo orologio, mise fuori la testa e il suo naso venne schiacciato dallo sportello. Il mago spazientito glielo rimise dentro. Infilata la prima spada l’uomo cercò di estrarla. Continuò con la seconda, la terza, la quarta, alla quinta l’uomo tirò fuori la testa dal retro, prima a sinistra e poi a destra, facendosi vedere da tutti tranne che dal mago. Uscì per cercare il suo orologio, così fece capire il trucco di quel gioco al pubblico. Intanto il mago, inconsapevole di quello che stava accadendo, incominciò a sfilare piano la prima spada. Gli altri trucchi che l’uomo fece scoprire cercando il suo orologio, furono quelli del coniglio e del cappello, poi quello delle carte. cercò l’orologio anche tra i capelli dell’assistente ed infine lo trovò nella tasca posta all’interno della giacca del mago, che stava sfilando la quinta spada. L’uomo scese velocemente le scale del palco. A quel punto il mago se ne accorse e con una spada lo inseguì infuriato, perchè l’uomo aveva rovinato la sua magia.

L’ALLEGRO VIVAIO

Gennaro, un giardiniere romano, dopo molti sacrifici, riesce ad avviare un vivaio ed assume un aiutante dotato di scarsa intelligenza, di nome Giuseppino. Nelle vicinanze abita la signora Alice, proprietaria di un cane di nome Fulmine. Un bel giorno Fulmine, deciso a farsi un giretoo, entra nel vivaio ed inizia ad annusare tutt’intorno. Giuseppino vedendolo pensa che il cane voglia fare danni, prende un bastone per cacciarlo. La povera bestia, spaventata, si mette a correre da tutte le parti rompendo vasi e rovesciando piante. Gennaro, accortosi della confusione, rincorre l’aiutante per fermarlo, ma in tutta quella confusione, il cane si ferisce ad una zampa ed inizia a guaire; la signora Alice sentendo i lamenti del suo cane accorre velocemente ed inizia un’animata discussione.
Signor Gennaro, guardi cosa ha fatto al mio cane!
Guardi lei le mie povere piante!
Senta, è colpa sua, è il suo stupido aiutante che ha spaventato il mio Fulmine!
Alla fine la signora Alice torna a casa offesa e il cane, in segno di solidarietà con la sua padrona, decide di fare pipì sui piedi del giardiniere.

MISSION IMPOSSIBILE 2,5

Una coppia di fidanzati si reca in Cina per un viaggio di piacere, ma lì la fidanzata incontra un ragazzo cinese bellissimo e si innamora. Il fidanzato li vede insieme e ,infuriato, decide di uccidere il cinese, ma ogni suo tentativo si rivela un fallimento.
1° TENTATIVO
Il cinese dorme nel suo letto. Il fidanzato tradito è nascosto nell’armadio, esce con l’intenzione di ucciderlo, ma inciampa, cade e batte con la testa sul pavimento.
2° TENTATIVO
Il cinese e la ragazza contesa passeggiano; il fidanzato nascosto dietro un albero e armato di pistola, prende la mira, ma colpisce un passante ignaro di tutto.
3° TENTATIVO
Mentre il cinese si reca al lavoro, una macchina cerca di investirlo,ma l’arrivo di un grosso camion in senso contrario, costringe la macchina a cambiare bruscamente direzione finendo contro un muro. Al volante c’è il nostro uomo.