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Relativamente all’esempio proposto, ripetere lo screening non 1 anno dopo, ma ad esempio 3 mesi dopo il primo, potrebbe garantire una effettiva anticipazione diagnostica come minino di 9 mesi a tutti i nuovi positivi.
Ebbene, il numero di tali nuovi positivi:
potrebbe determinarsi, grazie a POS%(t), facendo: Con riferimento all’esempio (se=90), può intanto osservarsi che caratteristica peculiare della funzione cercata è che:E'
pertanto:.
La determinazione della costante di tempo t può farsi non appena è nota l’anticipazione diagnostica (ad); ponendo infatti: è: Mentre la durata della fase preclinica (dfp) può calcolarsi facendo: dfp=(6,91*t), dato che per t=(6,91*t) č POS%(t)=99,9. Nel caso di specie, essendo se=90 e ad=12 mesi, è: t =5,21 mesi, dfp=36 mesi e:Verificare che occorre attendere 1 anno per identificare altri 18 malati (pari al 9% di M=200), è come dire che, nel secondo anno della fase preclinica, la malattia del singolo paziente percorre 9 stadi (N%(t) varia da 1 a 10).
Verificare che occorre attendere ancora 1 anno per identificare gli ultimi 2 malati (pari all’1% di M=200), è come dire che, nel primo anno della fase preclinica, la malattia del singolo paziente percorre solo 1 stadio (N%(t) varia da 0 a 1).
La crescita neoplastica preclinica N%(t) è dunque legata alla POS%(t) nello specifico dalla relazione N%(t)=100-POS%(36-t) e, in generale, dalla relazione N%(t)=100-POS%(dfp-t).
Il profilo matematico della storia biologica di uno specifico tumore nella fase preclinica può allora esplicitarsi nella: (vedi fig.6).