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Nodi e legature

Da "Scoutismo per ragazzi" di Lord Baden Powell

"Proprio poco tempo prima del mio arrivo in Canada, parecchi anni orsono, era accaduta una terribile disgrazia alle cascate del Niagara.Era pieno inverno: tre persone - un uomo con sua moglie, e un ragazzo di diciassette anni - stavano attraversando un ponte che il ghiaccio aveva formato sul fiume impetuoso a valle delle cascate, quando improvvisamente esso cominciò a scricchiolare e a rompersi. L'uomo e la donna si venero a trovare su di una stessa lastra di ghiaccio mentre il ragazzo veniva trascinato via sopra un'altra. Tutt'intorno a loro l'acqua era disseminata di questi blocchi di ghiaccio galleggianti che cozzavano e si frangevano l'uno contro l'altro. I tre erano in balia della corrente, che se anche in quel luogo era abbastanza lenta, tuttavia gradatamente ed inesorabilmente li trasportava a valle, verso le terribili rapide, un miglio più oltre. Dalla riva la gente vedeva la loro pericolosa situazione, ma delle migliaia di persone che si erano andate radunando non una sembrava capace di fare qualcosa per aiutarli. Nuotare era impossibile, e così pure il salvataggio a mezzo di una barca. I disgraziati furono così trasportati per un'ora intera; poi la corrente li trascinò sotto due ponti, che attraversavano il fiume proprio prima delle rapide. Dai ponti, alti quasi cinquanta metri sopra il pelo dell'acqua, erano state calate alcune funi, in modo che si trovassero a pendere sul passaggio dei tre pericolanti. Quando si trovarono a quel punto, il ragazzo riuscì ad afferrare una corda, e subito delle mani volenterose cominciarono a tirarlo su, ma quando era già circa a mezz'altezza, il poveretto non poté tenersi più a lungo, e ricadde nell'acqua gelata. E non fu mai più rivisto. Anche l'uomo che stava sull'altro lastrone, riuscì ad afferrare una corda, e cercò di legarla attorno alla vita di sua moglie, perché almeno lei potesse venir salvata a qualunque costo; ma non riuscì a legare la fune, ed essa gli sfuggì dalle dita. E pochi secondi dopo, ambedue trovavano la fine delle loro sofferenze, attirati sott'acqua dalle rapide turbinose.Quando le corde vennero calate dal ponte, avrebbero dovuto avere all'estremità un cappio o due, perché le vittime se li passassero intorno al corpo o vi infilassero braccia o gambe. Invece, non c'erano nodi preparati e quei disgraziati, che non sapevano come fare un nodo bolina, o un'altro genere di cappio, non potevano salvarsi." Tutti devono saper fare i nodi. Fare un nodo sembra una cosa molto semplice; però, c'è il giusto modo di farlo, e ci sono modi sbagliati, e voi dovete conoscere la maniera giusta. Il nodo ben fatto è quello che resisterà a ogni sforzo, e che potrà venir disfatto quando lo si desidera. Un nodo cattivo è quello che si scioglie non appena si tira un po' più forte, o che rimane serrato così stretto, che non si riesce più a scioglierlo. Il modo migliore per imparare a fare i nodi, consiste nel farveli insegnare da un compagno che li sappia fare. Dovete però esercitarvi molto, altrimenti li dimenticherete presto; e usate pezzi di fune o corda e non pezzi di spago o lacci di scarpe! "In Africa Occidentale, noi non avevamo corde; così usavamo liane robuste, giunchi, e lunghi rami flessibili, che rendevamo anche più elastici e pieghevoli ponendone un'estremità sotto i piedi e torcendone l'altra fra le mani. Il salice e il nocciolo offrono rami adatti per legature: naturalmente, non potrete certo fare con essi qualunque genere di nodo che fate con le corde."

(Lord Baden Powell)

I nodi

Il nodo ben fatto è quello che resiste ad ogni sforzo e che può essere sciolto quando si vuole. Un nodo fatto male è quello che si scioglie, o che rimane serrato così stretto che non si riesce più a scioglierlo. Per imparare i nodi non adoperate mai spago o cordicella perché in caso di necessità dovrai usare corde grosse.

Nodo semplice. Il nodo semplice, detto anche singolo, se fatto all'estremità del cavo è un nodo sicuro, ma ha il difetto di stringersi troppo danneggiando le fibre del cavo. Per tale motivo è difficile da sciogliere, particolarmente quando il cavo è bagnato.
Nodo savoia. Per accorciare di poco una corda o per impedire che essa si sfili da un anello o da una carrucola. Per fare una corda per arrampicate.
Nodo piano. Per unire due corde di uguale spessore. Non va usato per forti pesi.
Nodo del cappuccino. Per appesantire l'estremità di una corda, o per evitare che essa fuoriesca da un anello o da una carrucola, o per fare una corda per arrampicata.
Nodo inglese o del pescatore. Per unire due corde bagnate e scivolose.
Nodo vaccaio. Altro modo altrettanto efficace di unire due corde: deriva da una "modifica" al nodo piano.
Gassa d'amante o bolina. E’ il re dei nodi. Il principale pregio di questo nodo è di non essere scorsoio e di non stringersi troppo: il miglior nodo a più usi, impiegabile per tutti i tipi di cavo. Può servire per fissare una corda ad un occhiello o una trave orizzontale, ad assicurare una cima intorno al torace come misura di sicurezza, o per tirare fuori qualcuno dall’acqua. E’ un nodo facile da disfare la cui cima viene sottoposta a una tensione minore rispetto ad altri nodi.
Gassa d'amante doppia. Ha gli stessi impieghi del bolina semplice, ma è molto più efficace perchè ha due anelli che sostengono meglio una persona.
Nodo margherita. Per accorciare o per tendere una corda sottoposta a tensione costante, senza tagliarla e senza staccarne le estremità. Per rinforzare un tirante logorato.
Nodo parlato o barcaiolo. E' il più semplice dei nodi di ancoraggio, è molto solido ed è facile e rapido da sciogliere. Serve per legare una fune a un palo e come nodo iniziale per le legature.
Bocca di lupo. Per sospendere un carico, per ancorare una corda a un punto.
Nodo galera. È utile per costruire una scala a pioli, per fare un pacchetto, per impedire al tappo di uscire del collo di una bottiglia.
Nodo rete. Per unire due corde, anche di spessore differente, adatto anche per forti pesi. Per fabbricare una rete ( da cui prendere il nome). Nel caso di corde di spessore differente, è la corda più piccola che va incrociata perchè la trazione la fa immobilizzare contro la corda grossa. Con due corde dello stesso spessore il nodo della rete &egarve più sicuro del nodo piano.

 

Le legature

L'arte di fare i nodi ha sempre avuto un'importanza per tutti i popoli e anche in epoche remote l'uomo conobbe l'utilità di quest'arte. Ancora oggi esistono tribù che costruiscono con intelaiature di giunco le loro capanne, le canoe, e preparano trappole e utensili annodando cordami. Oltre alle legature di utilità esistono le legature decorative, che costituiscono una vera e propria arte del nodo. Quest'arte che fra le arti popolari è tra le più antiche venne diffusa dai marinai, ritenuti giustamente i cultori dei nodi. Nella legatura si eseguono diversi tipi di nodi: d'avvolgimento, di giunzione, d'arresto, ecc.; per fare una legatura, però non è sufficiente eseguire una serie di nodi ma occorre conoscere la natura dei cavi e saperli trattare. Le legature si iniziano sempre con un nodo: parlato, parlato doppio, paletto.

Legatura quadra

Nell' immagine si è iniziato con un nodo paletto, da fare "sotto l'incrocio dei pali". Procedere come da figura A, effettuare tre giri di strozzatura (B) e assicurare il capo della corda al palo (C) con un nodo parlato.

 

Legatura diagonale

Serve alla connessione ad angolo retto di due pali a sezione circolare. Si inizia con un nodo del boscaiolo su un palo (1) e si rinforza con un altro nodo (2). Fare quindi un giro di corda dall'altra parte del palo (3). Avvolgere con tre giri diagonali i due pali (4). Fare una seconda serie di avvolgimenti seguendo l'altra diagonale (5). Strozzare con alcuni giri i due avvolgimenti diagonali (6).

 

La strozzatura avviene solo sulla corda, trovandosi sul piano di separazione dei due pali, e deve essere eseguita con una tensione energica in ogni suo mezzo giro, affinché possa stringere gli eventuali scivolamenti degli avvolgimenti diagonali. Terminare con un nodo parlato (7).
N.B. : l'inizio di questo nodo si deve trovare tra i due pali, perché se fosse fatto nell'altro senso di rotazione, attorno al palo, si scioglierebbe alle prime sollecitazioni.

 

Legature per treppiede

Servono per unire tre pali in modo da formare un treppiede.

Legatura inglese: (può essere eseguita anche per due pali soli); si inizia con un nodo parlato sul palo A (vedi figura); si legano poi A e B con tre giri di corda e si stringe con due giri di strozzatura. Si lega B e C con tre giri di corda e si stringe con due di strozzatura. Si termina con un nodo parlato sul lato C. La legatura non dovrà essere tirata ma sarà lasciata lenta per permettere ai pali di allargarsi a treppiede.

Legatura piana: si inizia con un nodo parlato nel palo centrale (A), quindi si avvolgono i tre pali con alcuni giri di corda alternati ad otto tra i pali stessi (B); si ritorna la corda fra i giri effettuati tra due pali e si termina legando le due estremità con un nodo piano.

Legatura a baionetta

Serve per unire due pali alla loro estremità, al fine di formare un palo di lunghezza maggiore.

Disporre fra l'unione dei due pali un gancio attorcigliato due o tre volte. Avvolgervi sopra dei giri di corda (B) ben tesi. Arrivati quasi sopra il gancio , farvi passare dentro, l'estremità della corda, tirare quindi il capo a e legare insieme le due estremità, sopra i giri di corda, con un nodo piano. Perché questa legatura resista meglio allo scorrimento e alla flessione della connessione dei pali, è consigliabile inserire un piccolo cuneo per ottenere un punto di leva per la seconda legatura da eseguire dall'altra parte (come da figura sotto).

Si può iniziare la legatura procedendo come per cimare una corda congiungendo poi i due capi tra loro con un nodo piano.