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La lingua napoletana (napulitano) è una lingua romanza, riconosciuta dall'UNESCO come lingua a tutti gli effetti.

Il napoletano ha subìto nella sua storia, come molte altre lingue, influenze e "prestiti" dai vari popoli che hanno abitato o dominato la Campania e l'Italia centro-meridionale: i coloni greci ed i mercanti bizantini nell'epoca del Ducato di Napoli fino al IX secolo, gli arabi e le dominazioni normanna, francese e spagnola.

l napoletano sostituì il latino nei documenti ufficiali e nelle assemblee di corte a Napoli, dall'unificazione delle Due Sicilie, per decreto di Alfonso I nel 1442 e per oltre un secolo fu la lingua ufficiale del regno. Nel XVI secolo il re Ferdinando il Cattolico impose il castigliano come nuova lingua ufficiale e il napoletano di stato sopravviveva solo nelle udienze regie, negli uffici della diplomazia e dei funzionari pubblici. In seguito il cardinale Girolamo Seripando, nel 1554, stabilì poi che in questi settori venisse sostituito dal volgare toscano.