C.O.N.I.
– F.I.C.K.
PROGRAMMA
GENERALE DELL’ATTIVITA’ DELLA DAC PER IL
QUADRIENNIO
2001-2004
Dicembre
2000
2.
F
A R
4.
SUPERVISIONI - GRIGLIA E MODALITA’
5.1.
Situazione attuale
5.2.
Aspettative
5.3.
Dimissioni
5.4.
Problemi e situazioni particolari
5.5.
Revisione organico
5.7.
Esami
6.1.
Verifica
6.2.
Aggiornamento (Nuove schede, nuovi strumenti )
6.3
ANALISI E APPROFONDIMENTO DELLE CARTE FEDERALI
7.1.
Rimborsi spese
7.2.
Attrezzatura
8.
SICUREZZA
8.1.
Documenti, dibattiti, incontri
8.2.
Ruolo e responsabilità dell’arbitro e delle altre
figure tecniche e dirigenziali
9.1.
Situazione
9.2.
Programma di attività per il sito e sua implementazione
9.3.
Forum
10.1.
Definizione e programma
10.2.
Contenuti
10.3.
Attività, raccolta dati e informazioni
11.
DIDATTICA E APPROFONDIMENTO TECNICO DEGLI ARBITRI
11.1.
Situazione attuale (Da
conclusioni DAC uscente)
11.2.
Verifica e valutazione
( da supervisioni programmate )
11.3.
Preparazione evento tecnico
11.4.
Raccolta casistica
11.5.
Forum e risposte casistica
11.6.
Preparazione questionari
11.7.
Circuiti di specializzazione
12.
SPONSOR
13.
RICONOSCIMENTI
14.
RUOLO E FIGURA DELL’ARBITRO
Il
programma generale cui riferirsi è quello sintetico presentato all’Assemblea
di Coverciano del 8-9 dicembre 2000 integrato con quello del 1996 per le parti
che non sono state totalmente fatte o in parte rimaste incompiute.
Le
competenze e gli incarichi
all’interno della DAC sono i
seguenti :
VITANTONIO
FORNARELLI :
Vicepresidente
e Consigliere Olimpica Velocità e Fondo
STEFANO
ZSIGMOND : Segretario e Consigliere Olimpica Maratona e Polo
VALERIO
VEDUTI : Consigliere Fluviale (Discesa e Slalom)
La
definizione degli incarichi deriva dalla specialità e dalla esperienza di
ciascuno, al fine di ottimizzare le risorse e per affrontare meglio il duro
lavoro che ci attende.
La
figura del Vicepresidente è ricoperta da Vitantonio
Fornarelli per il riconoscimento dovuto al più alto numero di consensi
raggiunto in sede di votazione dei Consiglieri.
La
figura del segretario è ricoperta da Stefano Zsigmond per le sue spiccate
capacità organizzative, per il tipo di lavoro che svolge che ha una qualche
affinità con l’attività del segretario e per la facilità di utilizzo di
idonei strumenti di lavoro (computer, fax, e-mail etc.)
Lo
sdoppiamento delle competenze dell’olimpica con l’assegnazione della
maratona a Zsigmond deriva, oltre che dal possesso di specifiche competenze (Zsigmond
è arbitro internazionale di maratona), dalla necessità di frazionare e
distribuire meglio i carichi di lavoro.
Valerio
Veduti ha un complesso carico di lavoro legato alla preparazione didattica e
alla gestione di tutto il settore della fluviale che dovrà gestire da solo,
pertanto non sono stati ritenuti opportuni altri impegni.
IL
FAR è il fiduciario della Direzione Arbitrale nella periferia e non il
rappresentante della Regione di appartenenza nei confronti del centro, ha un
compito ben definito anche se di ampio respiro a seconda di come viene svolto e
interpretato.
E’
determinante per la formazione
della figura arbitrale, è una
figura di riferimento per i colleghi più giovani ed è particolarmente
impegnato nel favorire la crescita tecnica degli altri ufficiali di gara.
Il
FAR deve rappresentare il primo anello necessario per raggiungere quella
COESIONE tanto sospirata all’interno del Collegio, deve spingere a far gruppo,
un gruppo che aggreghi, aperto quindi all’inserimento di altri soggetti e non
certamente chiuso a riccio.
Sarebbe
auspicabile una certa rotazione del FAR per allargare le possibilità di
crescita e per dare modo a quanti più arbitri possibile di conoscere a fondo i
meccanismi del Collegio. Naturalmente occorre che vi siano le figure giuste e le
condizioni per farlo.
In
alcuni casi potrebbe essere opportuno far cadere la scelta del FAR sui Giudici
Onorari per continuare ad
utilizzarli attivamente nell’ambito del Collegio, altrimenti, dimenticati e
demotivati potrebbero allontanarsi. Questa scelta può essere indispensabile in
situazioni di crisi che si possono verificare nelle Regioni. Tuttavia deve
prevalere nella scelta la necessità tecnica e la motivazione che impone anche
un rinnovamento per non sclerotizzare le situazioni e i ruoli.
Se
non si impegnassero uomini diversi e più giovani si rischierebbe di demotivare
i rincalzi che vedrebbero davanti a loro un “tappo” troppo serrato.
Dovrà
essere uno dei compiti di maggiore attenzione dei FAR mantenere vivo e vitale il
rapporto con gli ultrasettantenni (con il supporto della DAC) per scongiurare il
pericolo che il Collegio perda tale patrimonio e che il giudice ultrasettantenne
non trovi un compito, che ricompensi l’impegno di una vita. Del resto
trattandosi generalmente di G.A.O. è indubbia la loro esperienza e capacità
aggregante, elementi non sufficienti ma sicuramente importanti per un ruolo di primo piano nella
crescita degli arbitri nuovi arrivati ma anche di quelli più esperti della Regione.
Alla
luce di quanto sopra e a seguito di alcune rinunce da FAR, la situazione per il
biennio 2001-2002 è la seguente :
1.
Piemonte – Valle d’Aosta
PALMIRO GUGLIELMI
2.
Liguria
DANILO GATTONI
3.
Lombardia
GUERRINO VITALI
4.
Trentino A.A.
CARMEN DELLA RUPE (ad interim)
5.
Veneto
FRANCESCA CARLIN
6.
Friuli
CARMEN DELLA RUPE
7.
Emilia
LUSSORIO PIDIA
8.
Toscana LUSSORIO PIDIA (ad interim)
9.
Sardegna
RICCARDO ARGIOLAS
10.
Marche – Umbria - Abruzzo
– Molise
GIULIANO
PUCCI
11.
Lazio
GENNARO SILVESTRI
12.
Campania
DA DEFINIRE
13.
Puglia
NICOLA BEVILACQUA
14.
Calabria
PASQUALE BORRUTO
15.
Sicilia
MASSIMO SANTORO
N.B.:
Una nota particolare va fatta per la Campania dove per una serie di
problemi oggettivi e personali (rifiuti e altre considerazioni) occorre prendere
tempo attraverso una soluzione temporanea che prepari adeguatamente il
terreno per la soluzione definitiva.
La
composizione della griglia delle giurie rappresenta il più alto e delicato
impegno della DAC. Essa deve sintetizzare tutto il lavoro fatto o quello in
previsione al fine di garantire il più alto livello di prestazione arbitrale in
un contesto di crescita e sviluppo delle capacità individuali.
I
criteri informatori per la definizione della griglia sono i seguenti .
a) ESPERIENZA E CAPACITA’ TECNICA
b)
ECONOMICITA’ DELLE TRASFERTE
c) POSITIVI RISCONTRI, NEI RAPPORTI STILATI DAI GAP E SOPRATTUTTO DA PARTE DELLA
DAC IN OCCASIONE DELLE SUPERVISIONI EFFETTUATE NEGLI ANNI PRECEDENTI, CHE
FARANNO PARTE DEL CORREDO CURRICULARE DI CIASCUNO
d) DISPONIBILITA’ DICHIARATA ENTRO LA DATA FISSATA DALLA
DAC
e) COMPATIBILITA’ NEI RAPPORTI INTERPERSONALI
f) DISPONIBILITA’ E PARTECIPAZIONE COSTANTE ALL’ARBITRAGGIO DI GARE REGIONALI E
NAZIONALI
g) POCHE ASSENZE E, COMUNQUE, GIUSTIFICATE, NEGLI ANNI PRECEDENTI
h) DISPONIBILITA’ A RAGGIUNGERE IN AUTO CON ALTRI COLLEGHI IL CAMPO DI
GARA
i) SEGNALAZIONI DEI FAR SULL’UTILIZZO DEI COLLEGHI REGIONALI (QUANDO POSSIBILE E
COMPATIBILMENTE CON I CRITERI DI CUI SOPRA)
N
O T A
L’abilitazione
e quindi la disponibilità per più discipline, non deve necessariamente essere
intesa come maggiore capacità e disponibilità ad arbitrare, ma, eventualmente,
come fattore di maggiore specializzazione per chi si dedica ad un unico settore;
pertanto sarebbe auspicabile che il numero di gare nazionali assegnate, sia
all’incirca lo stesso per ogni GA. Saranno necessariamente altri gli elementi
che spingeranno la DAC ad assegnare più gare (capacità, collocazione
territoriale, possibilità di uso della stesso auto, etc.).
Il
“circuito dei GAP” deve essere continuamente aggiornato, aumentandone il
numero e cercando di utilizzarli in campo nazionale per soddisfare chi aspira a
dirigere tecnicamente le gare avendone i requisiti. Questo, non dovrà portare
ad avere tantissimi GAP, in quanto solo chi ne ha le caratteristiche potrà
accedervi.
Nel
circuito si potrà più facilmente entrare, ma anche uscire.
Non
tutti i GA sono propensi ad essere inseriti nel circuito; non tutti posseggono
le giuste capacità, non tutti sono disposti a dichiarare le aspettative perché
sperano che sia qualcun altro a rilevarne le capacità e a proporli; infine, non
tutti quelli che dichiarano di volerlo fare, è detto che debbano “essere
accontentati”. Pertanto, si può pensare di partire per il primo anno del
quadriennio con il circuito dei GAP già conosciuto e, di inserirne pian piano
qualcun altro, salvo variazioni ritenute necessarie. Ciò favorirà, anche, una
coesione all’interno del Collegio in quanto il GAP potrà essere ausiliario e,
successivamente, l’ausiliario potrà fare il GAP. Non si instaureranno
rapporti univoci ma a doppio senso, che spingeranno ad apprezzare meglio le
qualità di tutti. In sostanza si tratta di una ulteriore applicazione della
“rotazione” che, così come nei campi di gara, può andare bene anche
nell’uso dei GAP e come visto in altro capitolo anche nella nomina dei FAR.
Naturalmente devono sussistere condizioni di sufficienza.
Le
supervisioni rappresentano un momento di verifica del lavoro fatto, di
approfondimento delle conoscenze reciproche, di crescita didattica e culturale
dell’arbitro.
Permettono
di affrontare e risolvere le casistiche più complesse e di dubbia
interpretazione, sia derivanti da passate esperienze che sorte nelle occasioni
di incontro.
Permettono
di conoscere i nuovi colleghi mai visti “in azione” e consentono di valutare
la crescita ed il livello raggiunto dai meno giovani (di attività).
Inoltre
rappresentano un momento di coesione tra i componenti il Collegio
e,compatibilmente alle disponibilità finanziarie,sarebbe opportuno prevedere
l’utilizzo dei G.A.O. come supervisori, anche in applicazione del Reg.
Arbitrale che lo prevede all’art. 25.
Questo
è sicuramente un modo per raggiungere i seguenti obiettivi: aumento delle
supervisioni, con costi ridotti, coinvolgimento qualificato degli ultra
settantenni, etc.
Contemperando
le necessità di tipo economico si cercherà di farne il più possibile,
utilizzando al meglio le opportunità offerte dai colleghi incaricati dei vari
arbitraggi quanto meno per il trasporto.
La
situazione attuale deriva da una analisi statistica-geografica, prestazionale
del quadro che compone il Collegio in termini di :
§
N° degli arbitri
§
Qualifiche
§
Dislocazione geografica
§
Rapporto dislocazione geografica / attività nella Regione di competenza
§
Esperienza maturata (qualità e quantità) dei singoli Colleghi (curricula,
dati statistici)
§
Età anagrafica e di esperienza
L’analisi
dettagliata di questo importante argomento potrà essere fatta a seguito di un
approfondito esame i cui elementi non sono ancora disponibili alla DAC. Si
ritiene necessario rimandare la conclusione dell’analisi dopo i primi sei mesi
di attività e comunque entro il 2001.
Le
aspettative richieste sono le seguenti :
§
§
O
M I S S I S
§
§
Occorre
verificarne i motivi che le hanno determinate, l’intenzione e la volontà di
riprendere l’attività cercando di rimotivare gli interessati. (se esistono le
condizioni)
Vale
lo stesso discorso delle aspettative con la differenza che in questi casi
(valutate le opportunità di insistere o meno) occorre tentare un recupero ed un
recesso della intenzione.
§
§
O
M I S S I S
§
Dall’analisi
generale emergono le seguenti situazioni particolari :
- Disamoramento da parte di qualche collega che non si riconosce nei valori che l’attuale collegio
esprime
- Qualche collega ritiene che non vi sia lo spirito di gruppo del passato, ma solo arrivismo verso quei
posti che possono mettere in luce
- Utilizzazione di colleghi nelle regioni in cui sono “domiciliati” temporaneamente per motivi vari; tale
argomento viene meglio esplicitato nel paragrafo
“dislocazione territoriale”
-
Arbitri
ultrasettantenni
Di
quest’ultimo argomento si è trattato in altre parti del programma, ma è
molto importante, per dare il segno della motivazione per l’appartenenza al
Collegio ed è un preciso dovere civile onorare con il massimo rispetto e
riconoscenza i colleghi che hanno compiuto 70 anni.
Una
vita trascorsa all’interno di una istituzione, di un servizio o con un ideale
sono un esempio mirabile per tutti ed un momento di riflessione che mai devono
farci trascurare o peggio dimenticare i nostri 70enni ed ultra.
Si
dovranno quindi attivare tutte le circostanze utili a salvaguardare questo
patrimonio.
Pertanto
si potrebbe :
1) Verificare una parziale deroga al regolamento per utilizzare questi
colleghi in gare regionali idonee e in considerazione alle inevitabili esigenze
di organico della/e Regioni interessate.
Una
volta superato il problema normativo si potrebbe considerare opportuna e valida
la possibilità della designazione sul campo.
2) In conseguenza di quanto sopra e in
situazioni particolari anche per gare più importanti si pone l’accento
sulla possibilità dello strumento rappresentato dalla designazione sul campo.
3)
Realizzazione di un emblema distintivo (medaglia , pin - tessera
particolare o altro che ne contraddistingua l’appartenenza)
4)
Massimo coinvolgimento per le attività divulgative e didattiche (come
previsto dal regolamento) ma attenzione alle effettive capacità. Non si deve
fare tutto per forza
5)
Massimo coinvolgimento nell’attività di ricerca e analisi storica del
Collegio.
L’organico
così come definito al precedente punto 5.1. presenta le seguenti situazioni di
forza e di debolezza :
A)
Specialità
In relazione alle specialità si ritiene che :
- in
relazione alla polo si ritiene che vi siano pochi arbitri con tale abilitazione
come si può evincere dal quadro che segue:
Nord
– Ovest : 1 solo arbitro ora consigliere DAC
Nord
– Est : almeno 3 arbitri mai provati in gara
Centro
– Sud : situazione discreta
- in
relazione all’olimpica le abilitazioni concesse sinora sono 113 su un totale
di 133 unità attualmente in attività. Secondo quanto affermato da chi ci ha
preceduti, sarebbero in numero sufficiente. Come si può notare, tale numero, se
si dovessero utilizzare tutte le unità in campo nazionale, porterebbe a ridurre
notevolmente l’impegno di ciascuno, di qui potrebbe essere una necessità
impegnare soprattutto i GA e gli A al 3° 4° anno, in queste gare (se questi
dati saranno disponibili), nonché i giovani in formazione
(compatibilmente con le risorse e le possibilità).
Fino
ad ora si è quasi sempre parlato di non superare certe limitazioni
dell’organico, perché un numero eccessivo di ufficiali di gara, avrebbe tolto
opportunità ad altri di essere impegnati in un numero idoneo di gare.
Oggi
è opportuno valutare una seria e libera competizione che, senza esasperazioni,
può solo portare vantaggi alla qualità e alla preparazione del corpo
arbitrale.
In
particolare per la Polo occorre :
sensibilizzare
i comitati regionali, almeno quelli aventi squadre di canoa Polo, a
sensibilizzare le società relativamente al problema utilizzo di chi non ha mai
arbitrato iniziando dalla serie “B”
Le
nuove domande per gli esami di aspiranti arbitri e Giudici Arbitri dovranno
essere verificate in accordo con le esigenze di armonizzazione del Collegio per
cui si rimanda alle conclusioni del punto 5.5.
Per
quanto riguarda le richieste di esame già presentate la situazione è la
seguente:
§
§
O
M I S S I S
§
Gli
esami nel quadro di riferimento tracciato si svolgeranno nel seguente modo.
A)
ASPIRANTE ARBITRO
Gli esami da A.A. si continueranno a svolgere nello stesso modo in cui si
svolgono ora con un questionario guidato ed un colloquio informativo generale.
La
Commissione sarà composta dal FAR della Regione competente e almeno un altro
collega.
Ovviamente
quando è consentito dalle circostanze anche un membro della DAC e/o un GAO o
GAB è bene che sia presente (ma non vincolante).
B)
ARBITRO
Per diventare arbitro il candidato dovrà
dimostrare nel corso di un esame comprendente la tradizionale prova scritta e
una teorica di avere una buona conoscenza dei codici di gara, della casistica
arbitrale e una buona preparazione di base sulle diverse postazioni della
disciplina per cui chiede l’abilitazione, dovrà anche conoscere i riferimenti
normativi relativi alla Giustizia Federale e il Regolamento Arbitrale. Dove
ritenuto opportuno si procederà anche ad una prova pratica. La Commissione
esaminatrice sarà composta da tre esaminatori per assicurare la massima
competenza e trasparenza.
1.
Componente D.A.C. (con funzioni di direzione )
2.
F.A.R. regione appartenenza del candidato (se possibile)
3.
G.A.P. o G.A.O. o G.A.B. ed eventualmente un G.A. fra quelli presenti
alla manifestazione
C)
GIUDICE ARBITRO
Per diventare G.A. il candidato dovrà dimostrare di avere una elevata
conoscenza dei codici di gara, della casistica arbitrale e un’ottima
preparazione di base sulle diverse postazioni della disciplina per cui chiede
l’abilitazione, dovrà anche conoscere i riferimenti normativi relativi al
funzionamento di tutti gli organi federali.
La Commissione esaminatrice sarà composta da tre esaminatori per
assicurare la massima competenza e trasparenza:
1.
Componente D.A.C. (con funzioni di direzione)
2.
Componente D.A.C. o F.A.R. di altra regione o G.A.O. o G.A.B. ed
eventualmente G.A.;
3.
F.A.R. regione appartenenza del candidato (se possibile)
La
prova prevederà : a) tesina scritta su un argomento di interesse tecnico – b)
prova scritta guidata – c) prova orale sui Regolamenti Federali e sulla
casistica arbitrale – d) prova pratica in postazioni tecniche
di gara durante l’effettivo svolgimento o in simulazioni concrete.
Occorre
dare il senso di una seria selezione.
Per
eccellenza si intende il riconoscimento di capacità secondo l’attuale
struttura (onorari, benemeriti) ma sia all’interno di queste classificazioni
che al di fuori è prevedibile che
vi siano meriti e valori diversi.
La
situazione attuale per quanto riguarda l’Eccellenza è la seguente :
GAO
O M I S S I S
L’analisi
del Collegio rispetto alle future e prevedibili situazioni di eccellenza
è la seguente :
O M I S S I S
Uno
degli elementi caratterizzanti la qualità di un dirigente sportivo e
particolarmente di un membro della DAC è la profonda conoscenza delle “carte
federali”.
La
conoscenza passa certamente attraverso una costante lettura e rilettura (quando
si devono affrontare situazioni particolari), ma soprattutto attraverso una
analisi critica per verificarne la corretta implementazione nella modulistica,
nelle linee guida, nei vademecum, nella traccia per i problemi di giustizia e
disciplina, etc. cioè di tutto quanto debba essere presente nella borsa dell’arbitro.
Il
discorso vale sia per i documenti già fatti che per quelli di nuova produzione.
L’aggiornamento
degli strumenti di lavoro (modulistica tecnica, linee guida, etc.) deve essere
fatto nel modo descritto al precedente punto ma deve anche vederci impegnati in
uno sforzo di approfondimento e fantasia per dotare di punti di riferimento
sempre più completi e di facilitazione del compito dell’arbitro.
Mi
riferisco in particolare ad un allargamento della modulistica attraverso una
trasposizione nella realtà italiana della
modulistica internazionale, una serie di raccomandazioni e consigli su come
interpretare omogeneamente e correttamente ruoli di particolare delicatezza
(starter e controllo per l’olimpica, controllo per la fluviale, per la polo
etc.)
Ogni
arbitro deve o dovrebbe conoscere le carte federali e, tranne qualche eccezione,
generalmente è la categoria che le conosce meglio.
Ma
ciò non basta. E non basta neppure che ci si costringa ad approfondirne la
conoscenza in occasione delle variazioni imposte da circostanze o eventi esterni
o quando dobbiamo assimilarne le variazioni imposte.
Dobbiamo
cercare di essere più propositivi. Non dobbiamo solo proporre qualche modifica (quasi sempre sacrosanta) a nostro
uso e consumo ( in tal caso perderemmo in credibilità perché così facendo
diamo l’impressione di sapere solo chiedere), ma dobbiamo proporre
elaborazioni più approfondite e articolate delle norme che ci governano.
A
questo proposito si dovrebbero incanalare adeguatamente le caratteristiche e la
predisposizione di alcuni colleghi in una sorta di commissione (aperta)
finalizzata allo scopo.
Anche
in questo caso il “forum” del sito informatico può rappresentare uno
strumento molto efficace e a costo bassissimo o nullo per lavorare
sull’argomento.
L’approfondimento
e lo studio deve essere finalizzato a degli obiettivi.
Il
primo (molto importante) è quello che chiunque partecipa al lavoro o alla
discussione aumenta la propria “professionalità” arbitrale, e solo questo
giustificherebbe lo sforzo, ma quello finale è di arrivare (se si raggiungono
dei livelli di approfondimento e proposte adeguati) alla modifica della norma
trattata.
E’
chiaro che la modifica non dipende da noi, ma se sappiamo proporre una analisi
stringente e una conclusione coerente, sarà più facile da parte dell’organo
deliberante capire e credere ciò che avremo proposto.
Ma
non sottovalutiamo il primo obiettivo e cerchiamo
di allargarlo il più possibile.
Il
rimborso spese è certamente una delle note dolenti e più sentite dall’intero
collegio. A dire il vero, dopo un periodo di particolare
accanimento su questo argomento (giustamente) l’intero collegio si è
mostrato molto responsabile e sensibile ai problemi di bilancio della
federazione per cui, pur avendo sempre viva la piaga, da molto tempo le
richieste e le rivendicazioni si sono fortemente attenuate.
Tuttavia
non si deve dimenticare mai la storia (vera) di due validissimi colleghi (uno
del Lazio e uno delle Marche) che, entrambi dipendenti pubblici con pesanti
famiglie alle spalle, dovettero dare le dimissioni dal Collegio per le enormi
difficoltà che avevano per anticipare ogni anno l’equivalente di qualche
milione per le spese di trasferta, creando difficoltà al bilancio familiare.
Erano
due validissimi ed appassionati arbitri. Perciò dobbiamo cercare di tenere alto
il problema e migliorare
ulteriormente le cose.
Pertanto
si deve :
1)
accelerare ancora di più il rimborso, sollecitando i colleghi che non
l’avessero fatto ad adottare l’accredito diretto su c/c
2) concordare e verificare continuamente con la segreteria un sistema di
accredito rapido ed un meccanismo di controllo che eviti tagli che non danno un
beneficio alle casse della Federazione, ma che possono apparire come una sorta
di inutili provocazioni che incrinerebbero il rapporto reciproco per poche
migliaia di lire.
3)
Penso che si potrebbe definire una
sorta di alea o di franchigia (in +
o -) all’interno della quale non apportare delle correzioni. Individuare,
se possibile un gettone di
presenza o una spesa fissa all’interno della quale devono stare le spese di
trasferta o soluzioni più articolate da concordare con la Federazione.
Adeguare
in base agli indici ISTAT il rimborso spese fermo al 1994 e scegliere un sistema
per calcolare i Km. tenendo conto che nella fluviale, a volte, il luogo di
ritrovo ed il campo di gara non coincidono.
Per
esempio esiste “and route” che calcola le distanze in base ai CAP, sarebbe
così possibile fare la media tra percorso ottimale ed alternativo più lungo.
Qualora
non fosse possibile aumentare i livelli dei rimborsi gara, si dovrà almeno
organizzare il soggiorno dei giudici avvalendosi di convenzioni stipulate dalla
Segreteria Federale o dai Comitati organizzatori, specialmente nelle località
più costose.
L’attrezzatura
è un altro punto dolente del Collegio. Il problema della divisa, che andrà
ripreso più avanti nel tempo, ci deve vedere impegnati già da ora a capire
bene l’obiettivo (tipo, qualità e quantità) e a perseguirlo con paziente
tenacia.
Ma
l’attrezzatura evidentemente non si ferma alla divisa occorre individuare una
serie di oggetti che integrati fra loro compongano il “kit” dell’arbitro.
Immagino
zaini-sgabello, ombrelli (in particolare per la fluviale) di tipo tecnico come
quelli dei pescatori, strumenti di misura, binocoli o altro che contengano
traguardi e riferimenti per agevolare l’attività periferica specie quando
mancano le attrezzature minime di supporto, e così via.
Per
la Polo occorre uno strumento “veloce” per verificare lo spessore delle
pagaie, la curvatura dell’imbottitura della canoa e per misurare lo spessore
dell’imbottitura stessa.
La
sicurezza è uno degli argomenti che ci devono vedere più attenti nel senso che
non ci si deve mai affidare al caso, ma bisogna prenderne una profonda e attenta
consapevolezza.
Credo
che da parte del Collegio in generale ci sia stato un eccessivo atteggiamento di
delega, ma da parte di alcuni in particolare un eccessivo atteggiamento
polemico.
Sono
più vicini al giusto questi ultimi, ma,dopo aver confermato e accolto la
validità e la giustezza delle posizioni, credo che vada abbandonato qualsiasi
atteggiamento polemico o eccessivamente provocatorio.
Con
la sicurezza non si scherza, proprio per questo se la si riduce a pura polemica
diventa una farsa e perde il suo significato.
Si
veda a tal proposito la lettera inviata al Collega Prota, in risposta alla sua,
fatta circolare in occasione dell’Assemblea del 8-9 dicembre 2000.
Inoltre
per tenere alto il profilo e l’attenzione sull’argomento si deve individuare
una Commissione ad hoc per ogni
specialità per elaborare proposte, approfondirne lo studio, etc.
L’argomento,
già trattato negli approfondimenti del GUS Avv. Modoni, probabilmente ha già
la sua cornice legislativa nelle carte e cioè nella dottrina, probabilmente
quello che manca è forse e per
fortuna, la giurisprudenza.
Certamente
un ulteriore approfondimento e precisazione di quanto contenuto anche nel
contesto del punto precedente porterà un idoneo contributo
all’identificazione di cui al titolo del presente paragrafo.
Intorno
alla canoa italiana gravitano, sotto diverse vesti (dirigenti, atleti, giudici
arbitri, etc.) numerosi esperti dell’argomento perciò è opportuno allargare
la discussione con l’intento di arrivare ad un univoca e chiara risposta, e se
sarà necessario proponendo modifiche ad hoc al codice di gara. Ognuno di noi
deve avere chiare le proprie responsabilità e poter decidere se assumersele o
meno.
Attualmente
esiste una bozza provvisoria elaborata dal Collega Giuseppe D’Angelo che va
accolta integralmente, perché correttamente impostata.
E’
uno strumento validissimo e molto efficace, basti pensare che pur in bozza e
largamente incompleto in meno di 15 gg. dalla sua apertura è stato visitato per
oltre 100 volte.
Un
altro sito già attivo ma non dedicato agli arbitri, anche se alcuni argomenti
ci riguardano, è quello della Federazione.
La
prima cosa da fare è quella di implementare il sito con tutti i documenti già
disponibili (previo aggiornamento) e particolarmente tutte le “carte
federali”, tutta la modulistica, vademecum, linee guida,etc. Poi vanno immessi
nel sito anche i nostri programmi, rubriche di casistica, foto che abbiano un
significato particolare o solo di intrattenimento conviviale, etc.
Appena
raggiunto un livello di completezza idoneo, previo accordo con la Federazione,
si ritiene importante e necessario, anche per ragioni economiche, trasferire il
nostro sito in quello della Federazione affinché sia più chiaro il segnale che
occupiamo una stanza della grande casa Federale.
Uno
degli aspetti più innovativi e importanti del sito dovrà essere il FORUM.
Il
Forum (Piazza) non è altro che un luogo informatico dove tutti possono entrare
come e quando vogliono, dialogare, ascoltare, parlare (senza ascoltare),
curiosare, etc.
Deve
diventare il posto in cui vengono “scaricati” tutti i nostri problemi e da
dove inizia la risoluzione degli stessi.
Il
libro degli arbitri che potrebbe avere questo titolo (provvisorio)
CONI-FICK
IL
COLLEGIO DEGLI ARBITRI
DELLA
CANOA
“Storia,
funzioni, appartenenti “
dovrà
essere il suggello della appartenenza al nostro collegio. Definire la storia, le
funzioni, presentare tutti gli appartenenti, anche quelli che ci sono passati
per 1 solo giorno. Ma quelli che vi hanno dedicato la vita o che ci hanno
lasciato, e cominciano ad essere tanti, devono trovare un giusto spazio e una
indelebile memoria nella nostra storia che fa parte della storia della
Federazione.
I
contenuti sono quelli che discendono dalle linee generali di cui al punto
precedente .
Un
suo sviluppo potrebbe derivare dal seguente indice generale, aperto o chiuso da
riflessioni varie del Presidente della Federazione, del CONI etc.
INDICE
1)
Il Collegio degli arbitri
-
Definizione
-
Competenze
-
Struttura
2)
La storia del Collegio
-
Nascita
-
Sviluppo
-
Situazione
attuale
3)
La figura dell’arbitro
-
Definizione
-
Ruolo
-
Competenza
4)
L’organico del Collegio
-
Chi
siamo (schede singole e analitiche di ognuno con fotografia)
5)
Le Meteore
6)
Le nostre memorie
7)
Le nostre glorie
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Aneddoti (come quello successo a Piana degli Albanesi
probabilmente nel 1988 quando il collega Prota nel tentativo di recuperare dal
lago l’ennesimo allievo cadutoci, non si accorse delle reali dimensioni del
“piccolo”che, durante le operazioni di recupero, particolarmente complicate,
era finito improvvisamente sotto al gommone. Irrimediabilmente Umberto dovette
tuffarsi in acqua, vestito e accessoriato (megafono compreso).
9)
10)
L’attività
per la realizzazione del libro deve partire da lontano e deve
coinvolgere tutte le risorse del collegio disponibili e particolarmente i
FAR.
Occorre
impostare una serie di schede
(personali, regionali, di specialità) per permettere ad ognuno di lavorare in
modo omogeneo ed utile, senza cioè inutili dispersioni linguistiche, ma con
tutto ciò che serve per il collegio.
Si
cercherà di coinvolgere i colleghi più anziani perché sono la nostra memoria
e per un coinvolgimento reale nella vita del collegio.
Si
cercherà di reperire (per quanto possibile) dagli archivi della Federazione
tutte le notizie e i dati che possano riguardare il collegio e i singoli
appartenenti.
Per
impostare un buon programma per la preparazione tecnica degli arbitri
(sottolineo che questa è una delle attività cardine della DAC) occorre partire
da una analisi della situazione attuale.
Poiché
la DAC si è rinnovata nella sua interezza l’analisi deve essere fatta
partendo dalle conclusioni della DAC uscente. Naturalmente possiamo avvalerci di
conoscenze personali, ma dobbiamo stare attenti a non affrettare, nel bene e nel
male, delle conclusioni che sarebbero inevitabilmente deboli dal punto di vista
delle motivazioni.
L’analisi
che andremo a fare dovrà essere molto serena ma anche molto obiettiva,
cercheremo di ascoltare tutti ma cercheremo anche di verificare e di sentire
fonti diverse.
Poi
nel corso della/e stagioni agonistiche ci formeremo le convinzioni (che non
devono essere preconcette, e tantomeno generose) sulla scorta delle quali
prepareremo e via via aggiusteremo l’attività
didattica e di preparazione tecnica del Collegio.
Le
conclusioni a cui è arrivata la DAC uscente, al di là delle frasi di
circostanza, non sono molto positive e da lì in qualche modo dobbiamo partire.
Non
è una novità che ci siano dei colleghi che hanno delle difficoltà nella
“gestione della attività” arbitrale quando si verificano situazione di
crisi. Si può riconoscere che effettivamente esistano dei problemi e, (in
alcuni casi), anche abbastanza evidenti, tuttavia si può ritenere che sia
sufficiente riaccendere una più forte motivazione per ottenere il risultato.
La
motivazione passa certamente attraverso un più adeguato riconoscimento
economico, di attrezzature etc., ma soprattutto attraverso una migliore
capacità a condurre bene la gara.
Si
può sperare e confidare che nel
collegio esistano ancora molte potenzialità
inespresse.
Si
tratta in tal caso di farle venire allo scoperto.
Vediamo
come attraverso l’esposizione dei paragrafi che seguono
Poiché
la valutazione del livello attuale è un punto basilare, ma molto delicato, da
cui partire, oltre a quanto detto al precedente punto, occorre capire meglio se
le deficienze attuali derivano da scarsa conoscenza delle regole, mancato
aggiornamento, scarsa motivazione, capacità limitata, eccessi caratteriali,
scarsa volontà etc.
Naturalmente
tutte le caratteristiche opposte conducono a livelli di eccellenza, però
dobbiamo rendercene conto per procedere.
Pertanto
le supervisioni verranno fatte con una forte preparazione e motivazione anche da
parte nostra e saranno oggetto di un adeguato, ma successivo approfondimento.
Le
tecniche di preparazione e approfondimento tecnico finora adottate hanno dato
risultati validi, ma evidenziano la necessità di affinare meglio gli strumenti
per due ordini di fattori:
a)
le stesse cose ripetute all’infinito non generano miglioramenti ma solo
assuefazione e stanchezza
b) l’evoluzione continua in tutti i campi richiede un adeguamento delle tecniche e dei contenuti alle
mutate condizioni per ottenere una
migliore performance. Ciò vale anche per l’attività arbitrale.
La
attuale prassi va mantenuta per formare un arbitro ma per arrivare ad un valente
Giudice Arbitro occorre ripensare la tecnica e la didattica di approfondimento,
adeguamento e miglioramento dell’individuo.
Probabilmente
il modo migliore e forse più praticabile per ottenere ciò è la preparazione
di un evento tecnico che potrebbe (almeno inizialmente) coincidere con
l’assemblea di primo biennio per ovvie ragioni economiche oltre che a fatti di
opportunità legati ad una attenta preparazione del lavoro.
In
sostanza si tratterebbe di costruire durante due stagioni agonistiche tutto il
materiale (cassette video, schede,
formulari, istruzioni, etc.) necessario per gestire un corso intensivo “Full
time” che in due giorni, attraverso una serie intrigante di “Action games”,
costringa l’arbitro a cimentarsi (giocando) con situazioni concrete e reali
(perché filmate) e appositamente create con inganni mirati a valutarne la
reattività.
Il
tutto ovviamente è finalizzato a superare (direttamente dall’arbitro, o
attraverso l’insegnamento rappresentato dalla correzione finale) i problemi
della così detta casistica.
Una
parte dell’evento tecnico deve essere dedicata all’approfondimento della
cultura inerente la storia della canoa, l’organizzazione dello sport in genere
e della canoa in particolare, delle strutture che lo governano e così via.
Una
parte andrà dedicata all’aggiornamento e studio delle carte federali e
soprattutto dei regolamenti tecnici.
Il
contesto finale dovrà essere di crescita collettiva, non attraverso una
valutazione pubblica, del singolo, ma attraverso una rivisitazione generale di
come si sarebbero dovute fare le cose appena viste.
Quindi
ognuno saprà valutarsi e solo la DAC avrà gli elementi per valutare i singoli.
Il
termine casistica è stato uno dei più usati per rappresentare un certo
malessere da parte degli arbitri che diffusamente hanno manifestato l’esigenza
di vedere trattata “la casistica” appunto, con regolarità e frequenza nonché
per vedere risolte in modo omogeneo le stesse problematiche avvenute in campi e
situazioni diverse.
A
prescindere dal fatto che non è scontato che lo stesso evento in situazioni
oggettivamente diverse debba essere trattato in modo uguale, a giudicare da
certe insistenze sembra che qualche volta sia prestata più attenzione nel porre
il quesito che nell’ascoltare (e seguire) la risposta.
Perché
alcune cose sono sempre le stesse. Ciò nonostante è importantissimo
raccogliere , classificare e dare risposta a tutta la casistica di cui si può
ragionevolmente venire a conoscenza.
Pertanto
si dovrà ripescare quella già descritta (con o senza risposta) rilevare con la
massima attenzione quella dei rapporti arbitrali, quella emersa dalle
supervisioni e quella dei colleghi (anche sollecitati dalla DAC) che vorranno
evidenziarla.
Il
tutto dovrà essere raccolto in un elaborato ad hoc per essere utilizzato sotto
forma: di “rubrica” per una eventuale pubblicazione Federale, di spazio nel
Forum del sito internet e come supporto per le situazioni dall’action games
dell’evento tecnico.
Cosa
sia il “FORUM” e come possa essere utilizzato è stato detto in altre parti
del programma.
In
questa sede è opportuno approfondirne l’utilità in relazione alla casistica.
Infatti
alcune cose hanno una validità temporale pressoché illimitata e quindi possono
essere trattate con comodo, altre invece hanno una urgenza impellente perché
richiedono una risposta in tempo
reale o perché si possono ripresentare con elevata frequenza.
L’utilizzo
del forum risulta in questi casi di estrema validità perché può essere fatto
in ogni circostanza senza limiti di tempo e da qualsiasi parte.
E’
ovvio che l’aggiornamento e la consultazione saranno direttamente
proporzionali alla capacità di raccolta analisi e risposta delle situazioni
particolari che si presenteranno.
Un
altro elemento, apparentemente scontato, ma di fondamentale importanza per
fissare sulla carta i problemi che devono saper affrontare gli arbitri è la
preparazione dei questionari.
Come
dice il titolo devono contenere domande ed esposizione di problemi (che possono
non avere una risposta unica e possono essere utilizzati per varie circostanze:
esami, evento tecnico, incontri di aggiornamento con i GAP, i FAR, i circuiti di
specializzazione (se si troveranno le risorse) etc.
Anche
se affrontano problemi di casistica,
i questionari devono rappresentare uno strumento più raffinato e complesso per
la formazione dell’arbitro.
I
circuiti di specializzazione (GAP, starter percorso, settore, etc.) hanno dato
ottimi risultati ma sono stati abbandonati soprattutto per ragioni economiche e
in parte perché superati dagli eventi.
Infatti
una buona rotazione delle postazioni arbitrali consente di sopperire, almeno
parzialmente, alle carenze dei circuiti.
Un
altro elemento che ha contribuito a superare la necessità dei circuiti è stata
l’elaborazione delle linee guida.
Ciò
nonostante occorre approfondire l’argomento e valutare se sia più utile
riprendere il discorso o continuare con soluzioni alternative tipo quelle
elencate e altre che si possano
introdurre.
Un
primo elemento di valutazione è dato dai criteri di inserimento dei colleghi
all’interno dei circuiti oltre alle conoscenze maturate dalla DAC.
Si
potrebbero considerare le attitudini rilevate dai FAR e poi valutarne le capacità.
In questo modo anche i GAP avrebbero
una vita più facile. Con prudenza si possono considerare anche le dichiarazioni
di volontà di ciascun arbitro
La
riforma dello Sport Italiano ed in particolare della Federazione della Canoa ha
finalmente aperto concretamente la possibilità di utilizzo degli sponsor
(ovviamente dopo aver drasticamente ridotto le risorse finanziarie disponibili).
Pertanto se da un lato dobbiamo mantenere alto il controllo vigile sui costi
della nostra attività (ottimizzando le risorse e contenendo le spese)
dall’altro dobbiamo (quanto meno cercare di) trovare degli sponsor che
agevolino la nostra attività.
Occorre
tenere i piedi per terra e non pensare a risultati esagerati, ma qualche segnale
dobbiamo darlo.
Per
cominciare si potrebbe pensare ad accessori di abbigliamento, a piccole
attrezzature per poi arrivare a
divise, a corsi di perfezionamento tecnico, etc.
Ognuno,
sia che faccia parte della DAC che non, deve sentirsi impegnato in questa
direzione.
Previa
una verifica tecnica con la segreteria federale
per capire bene i meccanismi che si possono adottare al
fine della utilizzazione di sponsorizzazioni, è auspicabile che ognuno
nel proprio ambito di competenze professionali o di conoscenze possa proporre
l’inserimento di sponsorizzazioni nel nostro ambiente.
Assicurazioni,
Banche, Aziende di tutte le dimensioni e settore possono intervenire anche con
piccoli, piccolissimi supporti ma che inseriti in un quadro organico possono
dare grandi soddisfazioni e sollievo.
In
ogni organizzazione il livello e la qualità dei riconoscimenti suggerisce il
livello e la qualità degli appartenenti.
Non
solo per l’elemento stesso che caratterizza il riconoscimento ma per le
motivazioni che portano al riconoscimento.
In
sostanza deve essere chiaro il percorso che ognuno sceglie liberamente di fare,
ma che altri gli riconoscono per i livelli di eccellenza raggiunti.
Si
può pertanto ipotizzare la seguente articolazione:
a) una idonea tessera di riconoscimento che abbia anche un valore estetico e non solo
rappresentare un riconoscimento numerico deve essere attribuita ad ogni membro del
collegio;
b) un elemento distintivo (tessera, medaglie o altro) dovrà essere riconosciuta al FAR a
testimonianza
perenne della carica ricoperta;
c) analogamente (oltre a quanto previsto già ora) per gli arbitri Onorari e Benemeriti un
elemento
tipo
“Pin” o simile da applicare alla divisa;
d) medaglie, pins, diplomi targhe o altri riconoscimenti per eventi particolari (10,20 anni di
attività,
traguardi
particolari, numero di gare arbitrate, etc.)
“
DEPOSITARIO E TUTORE DELLA NORMA O EDUCATORE “
Il
titolo del paragrafo è un tema che va affrontato con i vari strumenti
precedentemente accennati: Forum, indagine, questionari, incontri, etc.
Il
tema non va sottovalutato liquidandolo superficialmente con un “ci deve
pensare qualcun altro” o esasperandone l’approfondimento filosofico.
Evidentemente
non esiste una risposta semplice e secca.
Il
problema è assai più complesso e riguarda un dibattito già avviato, ma ancora
aperto sulla figura dell’arbitro (anche di tipo sportivo).
Tutta
la società civile ( e quindi anche la nostra) si sta spostando verso una
definizione della figura arbitrale che è evidentemente compresa fra i due
estremi del titolo ma più spostata verso l’educatore.
Attenzione
non solo educatore, ma neppure solo depositario e tutore dei regolamenti.
Questo
spostamento implica una presa di coscienza maggiore da parte del corpo arbitrale
del proprio ruolo, non per eccedere nel protagonismo autoritario, ma al
contrario per migliorare l’autorevolezza che deriva dalla preparazione e
capacità.
Quando
si aprirà la discussione su questo argomento si apriranno automaticamente nella
mente di chiunque parteciperà all’approfondimento del tema, una serie di
finestre autofertilizzanti che faranno aumentare la consapevolezza del ruolo.
Il
resto e la conclusione (se ci sarà) si costruirà man mano.
Le
attività elencate e parzialmente esposte nel programma della DAC e più
generalmente del Collegio degli arbitri per il quadriennio 2001-2004, che è
anche il 1° del terzo millennio che si concluderà con le Olimpiadi di Atene e
quindi con un significato di particolare importanza celebrativa per lo Sport, è
complesso e ambizioso, ma non presuntuoso.
Per
mantenere fede agli impegni e monitorarne l’andamento sarà utile seguire ed
aggiornare l’allegato diagramma di GANTT che in maniera semplice visualizza i
tempi degli impegni.
Occorre
volontà ed umiltà per affrontarlo e raggiungerlo, ma mettendo semplicemente in
fila gli argomenti con pragmatico realismo si può sperare di superare una
altissima percentuale delle migliori aspettative.
Il Presidente DAC :
( Sante Tarabusi)
Dicembre
2000/Gennaio 2001