LETTERA APERTA AL FORUM

Cari Amici,

come promesso e anticipato da Peppino intervengo a latere di tutte le altre questioni per spiegare meglio il senso della circolare N. 2 che ho ritenuto opportuno diramare per raccomandare prudenza.

Dalla richiesta di Peppino e anche da alcuni altri commenti mi sono reso conto che non era abbastanza chiaro il senso di tale circolare che qualcuno ha considerato come una censura aggiungendo un aggettivo un po’ esagerato.

La cosa è derivata dalla partecipazione di alcuni nostri colleghi al “Forum del sito CK Italia” sulle problematiche dell’attività arbitrale. Avevo ritenuto che la diffusione del sito di cui sopra fosse più larga e che non fosse necessario farvi riferimento, perciò forse ho ingenerato confusione.

Non vi è nulla di particolare nè volontà di censura nel richiamo fatto nella circolare, ma solo la necessità di richiamare alla massima prudenza tutti i colleghi sulle nostre questioni in ambiti esterni al Collegio.

Ciò deriva unicamente dal fatto che, come è noto a tutti o quasi, da tempo la nostra Federazione è in “campagna elettorale”.

Poiché ne siamo estranei e ci siamo sempre dichiarati tali alle vicende elettorali della Fick, si corre ragionevolmente il rischio che ogni nostro intervento (poiché si parla di attività sportiva, organizzativa, oltre che arbitrale) possa essere involontariamente strumentalizzato pro o contro senza alcun merito o colpa.

Tutto qui.

Un abbraccio a tutti.

Il Presidente DAC:

  Sante Tarabusi


LETTERA A PEPPINO

 

Caro Peppino,

accolgo volentieri la tua richiesta, che apprezzo in pieno per la forma e la sostanza, di intervenire sul “forum”.

Così cominceremo a colmare in parte lo scarso livello informativo rispetto a quello che avremmo voluto.

E’ vero che le tecnologie ci aiutano molto, purtroppo non è vero che il tempo c’entri poco. Infatti l’attività che abbiamo svolto è stata quasi a 360° rispetto al programma del quadriennio e abbiamo toccato (in parte concluso) quasi tutti i punti (eccetto 1 o 2) e alcuni argomenti (es. la divisa) ci hanno, e in particolare mi hanno, occupato in modo imprevisto gran parte del tempo disponibile per la canoa.

Poiché sostengo sempre che non è tanto importante avere la ragione quanto che la stessa ci venga riconosciuta dagli altri, ho predicato bene e razzolato male, ho dedicato poco spazio alla comunicazione e perciò non sapete diffusamente quello che abbiamo fatto e stiamo facendo.

Tant’è vero che, tra le altre cose, abbiamo deciso di pubblicare i verbali delle riunioni DAC (naturalmente lo faremo a partire dalle riunioni del 2001).

Poiché non prendiamo delle delibere sui vari argomenti ma le decisioni rientrano nel verbale, si pone un problema di forma per criptare quelle cose che devono rimanere riservare.

Il lavoro lo abbiamo fatto ma non è stato facile “selezionare” i testi a causa dei mille dubbi.

Pur ribadendo quanto scritto in premessa, tuttavia mi pare che questa DAC abbia fatto un sensibile salto di qualità in termini di comunicazione (programmi relazioni, forum, etc.), però questo è un argomento che mi piace poco perché “puzza” di campagna elettorale cosa che vogliamo assolutamente evitare perché è fuori dallo schema di comportamento deontologico che ci siamo dati.

Poi, come hai già visto, c’è già fermento in questo senso e non è molto positivo, ma non siamo scoraggiati per questo.

Per quanto riguarda il problema di Nuccio Longhitano posso dirti che la cosa positiva, convenendo con te, è l’aver sollevato problemi che aprono un dibattito, ma, tieni presente che, ce ne sono stati altri ed altri ancora sono in corso. Se mettessimo tutto sul forum o in forma di comunicazione creeremmo un caos ingestibile, dando uno scarso servizio al Collegio.

Non si farebbe in tempo a mettere nel sito un problema che automaticamente scatterebbero: risposte, proposte, richieste, lamentele, etc.

  Va bene la comunicazione ma se adesso rischiamo di “morire di fame in futuro moriremo di indigestione” e a Firenze si dice che morire d’indigestione è da bischeri!

Tornando a Nuccio è tutto vero che c’è stata carenza d’informazione (anche se, non ci giurerei, ma mi pare di avere anticipato il fatto dell’esame ad un “collega” che avrebbe fatto da tramite, ma non cambierebbe la sostanza), tuttavia mi pare che, se si dovesse sostenere un dibattito con quei toni e quegli argomenti  con più interlocutori sarebbe dura.

Hai voglia ad essere un Presidente ecumenico , così come giustamente invochi tu, ma oltre che ecumenico va a finire che il prossimo passaggio è la richiesta che sia anche martire, e se non fosse che, per definizione i martiri devono essere passati a miglior vita, potrei accettare anche questo, ma alla fine, sono sicuro, che mi mancherebbe un po’ di tempo per fare tutto e lo farei male. In ogni caso non mi sottrarrò né dallo sguardo (cfr lettera di Nuccio) né dall’impegno di rispondere.

Preferirei dedicarmi a fatti tecnici quali l’organizzazione di un 2° evento come quello che abbiamo vissuto in occasione dell’assemblea del 2002 e possibilmente aperto anche agli arbitri, ma è tutto da inventare e costruire.

Ci proveremo ma non abbiatecene se non riusciremo a soddisfare tutte le aspettative.

Un abbraccio

Sante Tarabusi


LETTERA A NUCCIO

 

Caro Nuccio,

non mi sono mai aspettato dei complimenti per l’attività che facciamo in DAC (ne conosco le carenze e quella della comunicazione è la prima e me ne assumo la responsabilità) ma non credevo che quanto fatto o non fatto potesse assomigliare ad un “delitto”, perché questa è stata l’impressione dopo aver letto la tua lettera.

Mi amareggia molto  tutto quello che hai scritto compreso la forma, ma è una tua scelta che rispetto. Accetto anche tutte le tue opinioni e aspirazioni compreso il dichiarato desiderio di coltivare la passione per la canoa, ma mi pare che tu sia andato molto sopra le righe e che, scusa l’ardire e la confidenza, mi sembri animato anche da una eccessiva voglia di apparire e di protagonismo.

Ma anche questo fa parte del tuo carattere e delle tue scelte che rispetto.

Ho avvertito più astio personale che non desiderio di contribuire a migliorare l’ambiente del Collegio di cui ci piace far parte. Io non mi riconosco (e spero che almeno un po’ sia vero) in quel personaggio squallido che hai definito così minuziosamente :sofista, accentratore, prepotente, maleducato, cinico calcolatore, arrivista politico, bugiardo, etc.; non hai usato tutti questi termini ma il concetto mi pare quello.

E anche quando ho detto che sono (non per scelta mia) l’unico portavoce non l’ho fatto per spirito autoritario, ma per confermare l’autorevolezza che deve avere il Presidente del Collegio nel bene e nel male.

Vedi non ho usato quella definizione in modo prepotente ma semmai per scaricare di responsabilità i consiglieri ed assumermi le mie. Evidente ho sbagliato, almeno nei tuoi confronti, perché l’esito è stato opposto a quello desiderato.

Poiché sostengo sempre che non è tanto importante avere la ragione quanto che venga riconosciuta dagli altri, evidentemente qualcosa e forse più di una non ha funzionato, almeno riguardo la comunicazione.

Mi considero, forse con un po’ di presunzione, una persona mite ed educata.

Evidentemente il mio è solo un desiderio, perché se fosse vero quello che dici mi dovrei dimettere subito non solo da Presidente del Collegio, ma anche da padre, da marito, amico, etc.

Non sto cercando di risponderti perché non so come risponderti, ma di spiegare che stiamo parlando su due piani diversi.

Potrei ribattere e smentire punto per punto, ma credo che scatenerei una risposta ancora più accanita e personale. Ma non mi pare che tu sia molto disponibile al dialogo, perché hai già deciso tutto. Beato te per le tue certezze e soprattutto perché, pare che con queste vivi bene: dormi serenamente, mangi bene etc., io non mi sento così sicuro di quello che faccio, ma ci provo a far bene e comunque, ovviamente, respingo con forza tutte le accuse personali e in qualità di Presidente che mi hai rivolto.

Evidentemente i nostri caratteri e personalità non si incontrano, forse c’è incompatibilità (sinceramente non mi sembrava prima di questo “dibattito”) e se così fosse, per il carattere non possiamo farci nulla, ma forse potremmo cercare di ritrovare un dialogo.

In fondo era quello che avevo cercato di rilanciare (nel modo sbagliato? Forse! Ma un po’ di riflessione maggiore aiuterebbe!). Così potremmo guardarci negli occhi e capirci!

Questa cosa di guardarci negli occhi mi ha incuriosito e intrigato perché guardo sempre negli occhi di chi ho davanti, (non è mia abitudine abbassarli o girarli), per cercare di comunicare e di trasmettere fiducia e tutto ciò mi sembra normale.

Per quanto mi riguarda sono disponibile a riprendere serenamente il discorso, facendo un passo indietro, e parlarti di molte altre cose che comporta l’attività della DAC e che per riservatezza non è stato ritenuto opportuno divulgare. Riversare tutto così com’è nella piazza non è sempre conveniente.

A chi giova spargere astio e tutto il resto che ci va dietro?

Il dibattito si può fare anche con qualche filtro, non credo che la democrazia coincida con il fatto di rendere pubblico tutto.

A proposito di democrazia, hai perfettamente ragione quando la evochi in qualità di  cittadino italiano, ma quando parliamo del mondo dello sport va spiegata, perché non coincide esattamente con quella civile.

Anche nello sport la democrazia ci deve essere, ed è evidente, ma non è la stesa cosa.

Gli arbitri portano una divisa come i vigili urbani.

Se tu usassi gli stessi termini che hai usato con me e con la DAC con il tuo Comandante o il tuo Sindaco invocando la democrazia per contestare un passaggio di carriera, forse non riceveresti una lettera come questa.

Il paragone è un po’ forzato ma è solo per sdrammatizzare anche in relazione al fatto che ti stai rifiutando di sostenere l’esame da G.A. che il tuo organo superiore, la DAC, ha deliberato di farti dare avendo accolto (prima delle tue ultime proteste) la tua richiesta.

Se ti va puoi sempre ripensarci ma, pur mantenendo lo spirito polemico, cerca di non abbandonare lo spirito di amicizia, l’educazione ed il rispetto che sono un fondamento del nostro Collegio.

  Ti porgo la mano in segno di cordialità e spero che tu la voglia stringere, se non ti va non è un problema ….. ma senza rancore.

 

Lagaro, lì 10.10.2003

 

 Sante Tarabusi