Castel Gandolfo, 1 dicembre 2012

SALUTO DEL PRESIDENTE DAC

 

Cari amici,

mi sembrava poco elegante presentarmi alla mia ultima assemblea in qualità di Presidente elencando le cose fatte (le buone che mi sembrano la maggioranza e anche quelle meno buone) e non lo farò.

 

Tuttavia in relazione ad alcune critiche e attacchi che ho subito soprattutto di recente qualcosa devo dire.

 

Dopo 12 anni ininterrotti di Presidenza credo di non sbagliare se dico che quello che è il Collegio ora in termini di organizzazione e immagine in gran parte è anche frutto del lavoro che ho coordinato, unitamente ai consiglieri.

Tuttavia poiché ho sempre sostenuto che la DAC (essendo organo tecnico) è equiparabile ad un allenatore che ogni domenica deve mettere in campo la migliore squadra possibile (cioè la giuria), allo stesso modo degli allenatori mi va bene prendermi le colpe delle cose che non sono andate bene e distribuire i meriti alla squadra delle cose che sono andate bene.

 

Fin qui ci sto ma essere escluso dai meriti non è giusto, corretto e lo respingo garbatamente al mittente.

Non sottovalutate l’importanza e la capacità di aver tenuto unito (anche se con qualche momento di tensione) tutto il Collegio, di avervi dato credibilità, rispetto ma soprattutto “affidabilità”.

 

Il Collegio nel suo complesso è stato sempre e comunque affidabile in relazione alla sua missione “la tutela degli atleti” anche quando le capacità organizzative apparivano fortemente inadeguate. Questo è stato un valore aggiunto ed è una forza che è bene venga custodita senza tentennamenti che ne minerebbero la tenuta.

 

Ho parlato spesso per aforismi perché credo che siano più facili da intendere e da ricordare per esempio:

 

-          “Fa più bella figura una giuria mediocre in una buona organizzazione che una buona giuria in una modesta organizzazione”.

-          “Non è tanto importante avere ragione quanto che ci venga riconosciuta”-           

e così potrei continuare, ma quello che mi premeva con l’uso degli aforismi era lanciare un messaggio sia all’interno che all’esterno del collegio nell’interesse comune del buon risultato da raggiungere in ogni manifestazione.

Poi è chiaro che dietro all’aforisma c’è tutto un ragionamento tecnico organizzativo, gestionale, comunicativo, etc.

Oggi vi lascio l’ultimo aforisma da Presidente:

 

ha più valore una sola cosa portata a termine che 10 solo iniziate ma non concluse” (tra l’altro in termini diversi è anche il motto dell’Amerigo Vespucci – il veliero più bello del mondo).

 

Perché ho scelto questo aforisma, perché non amo lasciare le cose in sospeso ed ho portato avanti tutte quelle (e soprattutto le idee) che ragionevolmente potevo concludere.

 

Sono debitore di sincera riconoscenza a tutti quelli che ho citato:

Peppino, Ernesto, Anna, tutti i FAR e soprattutto i consiglieri della DAC che si sono avvicendati e lo sottolineo con convinzione.

Ovviamente non chiedo di essere contraccambiato, ma ritengo un po’ sopra le righe i vari attacchi che mi sono stati rivolti sulla stanchezza, mancanza di idee, etc.

 

Non mi sono stancato della DAC e del Collegio (e posso produrre documenti di cose fatte a sufficienza) e non mi sono mancate le idee, ma ho fatto quello che potevo iniziare e concludere con i mezzi economici ed umani che avevo a disposizione.

Tra gli altri avevo un obiettivo forte e chiaro quello di dare la massima credibilità e affidabilità all’intero Collegio e su questo credo che abbiamo fatto passi avanti.

 

Il Collegio non ha lasciato scoperta alcuna manifestazione anche quando erano forti le tendenze a fare una giusta contestazione.

Poiché il rischio era tutto a scapito degli atleti ho scelto di dare la precedenza a loro anche se a beneficiarne di più sono stati gli organizzatori.

MA IL COLLEGIO E’ STATO FERMO NELLE SUE POSIZIONI DI GARANZIA E DI TENUTA.

E questo, anche se a denti stretti, ci è stato riconosciuto da tutti.

 

Una cosa mi auguro e vi auguro sinceramente …… quella di non dovermi rimpiangere nel futuro perché sarebbe un segnale negativo per la vita del Collegio ed una sconfitta mia, perché vorrebbe dire che non ho seminato secondo la necessità e gli obiettivi.

Ma questo non credo che accadrà.

 

La nuova DAC

Comunque vada sono sicuro che la nuova DAC sarà una buona DAC.

Anche la partecipazione al dibattito sul futuro del Collegio ne è una garanzia.

 

Però attenzione a non diventare AUTOREFERENZIALI.

Molte delle proposte scritte sono condivisibili, alcune sono impraticabili altre, credo siano sconsigliate.

 

Tra le altre cose ho letto che bisognerebbe chiedere (da parte nostra maggiori gare al Sud per facilitare la partecipazione armonizzata degli UUG di tutte le Regioni. Questo, credo che sarebbe un errore perché farebbe venir meno il concetto di “servizio che siamo chiamati a dare”.

Si tratta solo di un esempio (per fortuna abbastanza isolato).

 

Altre proposte su come si dovrebbero fare le cose non sono innovative perché riflettono quello che già si sta facendo da anni per esempio il bilancio (sia il budget che la gestione).

Abbiamo stimato in 120-130.000 €/anno il fabbisogno ma abbiamo avuto risorse reali per circa 80.000 €.

Le procedure seguite sono state tecnicamente corrette e approfondite!

 

Non c’è da scoprire l’acqua calda.

 

Prima di passare alla chiusura del mio intervento che porterà alla richiesta di voto e lo farò attraverso la conclusione della relazione pubblicata come ogni anno da 9 anni, mi preme ricordare e rimandare tutti al contenuto dei 9 volumi per capire cosa è stato fatto, cosa è andato bene e cosa non è andato bene, i rilievi, le proposte, etc. e anche di questa pietra miliare che è nota e copiata anche all’estero mi sento orgoglioso perché da me promossa, voluta e mantenuta con l’ausilio dei consiglieri, per tutti questi anni.

 

Sante Tarabusi