Campionati Mondiali di Maratona 2007
Gyor (Ungheria) - 8/9 settembre 2007
A questo tipo di
appuntamento di rilevante importanza mancavo fin dal 2004, dalla volta di
Bergen (Norvegia) e come succede in questi casi grande gioia ed emozione per
essere presente a questa importante circostanza con l’occasione di rivedere
amici e Officials che non vedevo da allora, a seguire le sorti della nostra
nazionale, competitiva come sempre in questa specialità e con la speranza di
ottenere ancora una volta brillanti risultati.
Gyor è una delle città
più grandi dell’Ungheria ma non la più grande, famosa per la sua antica
università, attraversata dal Ràba che è un grosso affluente del Danubio, con
sei ponti dei quali n. 5 carrabili che permettono un agile spostamento da
una parte all’altra della città a tutti i mezzi di locomozione, facendola
somigliare ad uno dei quartieri di Amsterdam, vista la piccola dimensione
della città.
Appena arrivato giovedì
06/09/2007 alle ore 18,00 ed aver assunto informazioni sul posto, riguardo
l’organizzazione, mi sono recato nella preposta segreteria dell’università
per l’accredito, dove, casualmente, ho incontrato parte della delegazione
italiana che aveva appena finito di accreditarsi che mi ha fornito ulteriori
informazioni sul funzionamento della manifestazione.
Subito dopo ho preso
posto in albergo e prima che facesse buio mi sono recato nella sede
organizzativa per riconoscere la sede della manifestazione con tutto il
circondario, nello stesso tempo mi sono reso conto della estrema vicinanza
(un ponte pedonale li collegava) tra la sede di accredito e luogo della
riunione dei Team Leaders (nell’università) con campo di gara e torre di
arrivo, dove di fronte alla stessa, sull’altra sponda del fiume, si stavano
montando le tribune, proprio davanti all’area del trasbordo, ben indicata e
limitata.
Alla riunione dei Team
Leaders la mattina alle ore 11,00 del 07/09/2007, si è detto subito che la
pioggia caduta durante la notte, piuttosto copiosa, aveva messo in
discussione il percorso di gara e che intorno alle ore 17,00 ci sarebbe
stato un aggiornamento della stessa riunione per valutare la possibilità di
modificare il percorso di gara, poiché il livello del fiume stava
aumentando, inesorabilmente, con la possibilità di sommergere l’area del
trasbordo. Tale possibilità con la pioggia che è continuata è diventata una
realtà, e quindi alla nuova riunione dei Team Leaders si è così deciso:
niente trasbordo, percorso modificato e lungo in totale Km. 5,00 ogni giro,
da ripetere n. 4 volte per gli Junior, n. 5 volte per Senior femminile e
canadesi e n. 6 volte per Senior maschile.
La pioggia è continuata
incessante per tutto il resto della serata e la cerimonia di inaugurazione
che la Federazione Ungherese aveva organizzato si è ridotta ai discorsi di
rito del Major di Gyor (sindaco), del Presidente della Federazione Ungherese
di Canoa Kayak e del Presidente dell’I.C.F. all’interno dello stesso albergo
dove si è tenuta la serata di gala invece che nella sede della cerimonia,
seguito da un carosello di fuochi pirotecnici, all’esterno, da vedere sotto
la pioggia.
Il mio ruolo,
nell’ambito del Course Empire è stato il controllo del turnament point n.
1(la prima virata) per ambedue le giornate. La pioggia è continuata sotto
forma di piovaschi sia il sabato che la domenica, alternandosi con tratti di
cielo sereno, ma il livello del fiume ha continuato a salire, specie la
domenica pomeriggio, per superare il livello naturale del suo alveo di oltre
2 metri di altezza e tracimare ben oltre le rive, allagando tutte le
strutture che vi si affacciavano, sommergendo tutti gli alberi della costa
che sembrava fossero stati piantati nell’acqua, basti dire che durante
l’ultima gara, il k2 senior, le imbarcazioni in gara a seconda di come si
trovavano sul percorso, invece di mantenere la traettoria prevista del
percorso facevano lo slalom tra gli alberi sommersi che sembrava fossero
all’interno del percorso stesso.
La nostra Nazionale è
stata meno fortunata delle altre volte, con il miglior risultato ottenuto
dal k1 senior Marco Lipizer che ha perso sul serrate finale la medaglia di
bronzo dopo trenta chilometri tirati con il quartetto di testa e con buoni
piazzamenti in tutte le altre specialità in cui hanno concorso. Ma non
bisogna disperare, gli atleti in gara hanno ben figurato e tenendo conto
della loro giovane età sono certo che potranno sicuramente migliorare se
perseverano con la loro preparazione.
Non c’è stata per le
analoghe ovvie ragioni la cerimonia di chiusura che si è limitata alle
premiazioni della giornata di domenica 09/09/2007, al saluto di commiato del
Presidente della Federazione Ungherese e del Presidente dell’I.C.F. con la
consegna della bandiera dell’I.C.F. e l’arrivederci nella Repubblica Ceka
per il prossimo Mondiale di Marathon del 2008.
Il nostro albergo come
tutte le strutture che si affacciavano sulle rive del fiume sono state
invase dall’acqua. Per fortuna, mi avevano avvisato in tempo ed ho potuto
spostare la mia auto a circa 200 metri dall’albergo oltre una cunetta simile
ad una cinta muraria che circondava quella zona che in quel momento ho
capito quale fosse la ragione della sua esistenza intorno a quel quartiere.
Ma, purtroppo, la
mattina dopo, il flusso dell’acqua è ancora aumentato e per lasciare
l’albergo a turno tutti noi Officials che eravamo ospiti, siamo stati
trasportati, con i nostri bagagli, oltre questa grande cunetta con un idoneo
veicolo fuoristrada.
Di tutto questo, quello
che più mi ha sorpreso è la tranquillità o la rassegnazione con cui la gente
che vive in questa parte della città di Gyor è abituata a sopportare questo
evento numerose volte all’anno, per cui si spiega perché sono organizzati e
non sembrano molto preoccupati quando accade. Forse, se in quella città ci
fosse una maggiore attenzione e cultura sulla tutela del paesaggio e delle
bellezze naturali, l’urbanizzazione in quelle zone avrebbe potuto essere
limitata o addirittura impedita alle numerose strutture sportive ed
alberghiere che si affacciano sul fiume.
La documentazione
fotografica allegata potrà completare quanto descritto.
Nicola Bevilacqua
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