Mondiali di Polo – Amsterdam – Agosto 2006 Il mio primo mondiale oltre che per le straordinarie emozioni dovute all’ambiente, all’entusiasmo e al forte seguito che ha questo sport in Olanda, mi rimarrà impresso per la “quantità di pioggia” presa durante la manifestazione; impreparato al massimo, non sapevo più dove ne come proteggermi dall’incessante diluvio durante le gare o il pranzo e quasi avevi l’impressione che la pioggia ti seguisse anche in bagno.
In merito all’aspetto tecnico, l’organizzazione arbitrale (orari, designazioni, personale addetto sempre presente, estrema efficienza) è stata la cosa che mi ha maggiormente colpito.
I Colleghi con cui ho arbitrato erano la rappresentazione delle più disparate interpretazioni delle posture e delle regole arbitrali; ho visto ad esempio chi, come l’arbitro Neozelandese, sembrava preso dalla partita a tal punto da seguire le azioni come un giocatore, con segnali a volte frenetici e addirittura correva a prendere un pallone di riserva ogni volta che la palla andava fuori. Altri, come l’arbitro Danese e quello Spagnolo, applicavano regole e gesti con una precisione ad una “pulizia” ammirevole. Altri, invece, si comportavano in maniera molto simile a quella " italiana” un po’ distratta, segnali poco chiari e, addirittura, cartellini assegnati che non venivano segnalati al tavolo.
Ho avuto modo di arbitrare un numero elevato di incontri sia assegnatimi sia perché mi sono proposto laddove mancava qualcuno. Ci sono stati due casi, che spero discuteremo insieme, con decisioni quantomeno dubbie.
Il primo è stato a 4 o 5 secondi dalla fine, con un difensore che nella sua metà campo placca un avversario impedendogli il passaggio ad un compagno solo sotto porta; il primo arbitro fa proseguire il gioco non curandosi del secondo che voleva chiamare il Time-out. Alla riunione degli arbitri, dove non eravamo presenti a causa della sessione di esami, ne è stato discusso con la conclusione (giustissima !) che si sarebbe dovuto applicare il cartellino giallo al difensore con tiro diretto, visto che il tempo non consentiva il tiro in porta. Il secondo episodio riguarda un fallo di pagaia sulla linea di fondo ai 6 metri. Il secondo arbitro dava un tiro diretto; il difensore ripeteva il fallo e lo stesso arbitro dava un rigore e, se ricordo bene, lo espelleva. Il caso scatenava l’ira dell’allenatore della squadra in difesa. Visto che erano i tempi supplementari della finale per il 3° e 4° posto ed il Golden Goal regalava la vittoria alla squadra in attacco, il secondo arbitro chiedeva chiarimenti ma non cambiava la decisione alquanto dubbia. Il fatidico esame arrivava per me la sera del giovedì e, data la mia scarsa conoscenza dell’inglese, non dava buoni risultati come riferitomi dal collega Santoro e poi dal Chief Referee De Belloure a cui avevo chiesto notizie, questa volta in francese. Mi veniva quindi proposto un riscontro orale il giorno successivo. Questa prova di appello è sicuramente dovuta al provvidenziale intervento a mio favore del Consigliere FICK Gianni Costa che ha fatto presente al Chief Referee le mie qualità e la mia competenza rimaste inespresse a causa delle lacune linguistiche che, prometto, mi impegno a colmare al più presto ! Per fortuna il secondo confronto mi ha consentito una migliore comprensione dei quesiti e quindi le mie risposte sono state soddisfacenti e quindi l’esito della prova è stato positivo.
Ho notato che alcuni colleghi hanno in dotazione dalla loro Federazione abbigliamento per gare ICF; forse si potrebbe considerare l'idea di dotare anche i nostri arbitri di equipaggiamento idoneo a tali gare. Una mia personalissima considerazione è che, se ci dovesse essere una delegazione arbitrale numerosa, sarebbe opportuno nominare un Coordinatore per discutere i principali argomenti ed esercitare un controllo sulle attività arbitrali. Mi sento, infine, di ringraziare la DAC per l’occasione che mi ha voluto concedere ed in particolare Stefano (Zsigmond ndr) che ha voluto fortemente che il suo “figliolo” affrontasse questi esami e per la sua sincera gioia al telefono dopo la comunicazione dell’esito degli esami. Napoli 6 settembre 2006 Maurizio Pelli |