TINDARI

Sulla collina il Santuario della Madonna Nera

Tindari, posta sopra un promontorio, si staglia all'orizzonte e quello che immediatamente colpisce del paesaggio non sono tanto le rovine archeologiche quanto il Santuario della Madonna Nera che sovrasta la collina dove, probabilmente, un tempo doveva trovarsi l'antica acropoli. Sul versante opposto a quello del Santuario, su un pendio che declina verso il mare, sorge Tyndaris la colonia greco-romana fondata nel 396 a.C. dal tiranno di Siracusa Dionisio il Vecchio dopo la vittoria sui Cartaginesi. Durante gli scavi, sotto le vestigia romane, numerosi sono i reperti archeologici rinvenuti, molti dei quali appartenenti alla cultura Rodi-Tindari-Vallelunga e che trovano riscontro nelle ceramiche trovate sulle isole di Filicudi e di Lipari.

La casa con colonne doriche - II sec. a.C.

La città era cinta da possenti mura lungo i margini del promontorio, venne popolata da profughi provenienti dalla Messenia e la chiamarono Tyndaris in onore di Tindaro sposo di Leda e padre putativo di Elena e dei Dioscuri, Castore e Polluce. Durante le Guerre Puniche Tindari mostrò fedeltà a Roma e per questo, dopo la disfatta di Cartagine, fu ricompensata ricevendo parte del bottino da Scipione Emiliano. In età imperiale, dopo che era divenuta Colonia Augusta Tyndaritanorum, uno smottamento del terreno fa crollare una parte della città in mare che, ricostruita, mantiene l'impianto del IV secolo a.C. con strade larghe e parallele.
Nel V secolo Tindari diviene sede episcopale, poi, nell'836 viene distrutta dai Saraceni e abbandonata completamente. Oggi Tindari appare come un giardino dove fichi d'india, agrifogli e agavi  circondano le rovine e i monumenti. La parte alta della città è occupata dalle Terme del II secolo d.C. con un vestibolo colonnato che si apre su diverse stanze ornate da mosaici marmorei in bianco e nero che raffigurano un toro con i berretti dei Dioscuri, protettori della città, e il simbolo della Trinacria. I mosaici pavimentali rappresentano scene marine, lottatori, satiri e Dionisio con la pantera. L'abitato sorge sullo sperone roccioso, molte case hanno aspetto lussuoso con terme private, fontane e grandi peristili con colonne in mattoni intonacati. 

Il Teatro greco si trova sulla terrazza superiore e la cavea poggia sul pendio naturale del colle. All'interno dell'area degli scavi si trova l'Antiquarium che conserva una collezione di statue elleniche e romane, di questa collezione fa parte una testa colossale di Augusto trovata nella cosidetta Basilica. Dall'alto, scendendo dal promontorio, si apre uno scenario magnifico di decine di banchi di sabbia bianca emergenti dal mare.